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21 Luglio 2025
Podcast / Io non mi rassegno

Atteso caldo record: come proteggersi – 21/7/2025

L’Italia verso i 50°C, la morte di Joanna Macy e le novità da Auroville. Tre storie diverse, ma connesse.

Autore: Andrea Degl'Innocenti
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Questo episodio é disponibile anche su Youtube

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Trascrizione puntata

Diversi servizi meteorologici, e di conseguenza molti giornali stanno lanciando l’allerta meteo per i prossimi giorni, giorni in cui al Sud Italia si potrebbero toccare temperature davvero molto elevate.

Leggo su La Stampa: “È in arrivo la «più forte fiammata africana degli ultimi decenni». Bersaglio dell’anticiclone africano sarà il Sud Italia, in particolare la Sicilia dove si potrebbe superare il record europeo di caldo registrato nel 2021 con 48,8°C.

Questa la previsione di Lorenzo Tedici, meteorologo de iLMeteo.it. «Il caldo estremo – avverte – dominerà su tutto il Sud e su parte del Centro Italia fino a giovedì 24 luglio». Nel weekend sono previste temperature da 40° in Sardegna, Sicilia e Puglia. Da lunedì la situazione peggiorerà ulteriormente: lunedì il termometro schizzerà fino a 45°C nelle zone interne tra Siracusa e Catania. «Se il vento secco contribuirà al caldo estremo – afferma Tedici – potremo battere il precedente record europeo del 2021, registrato proprio in questa zona sicula a Floridia in provincia di Siracusa l’11 agosto. Battere un record di 48,8°C significa sfiorare i 50°C, mai accaduto in Italia e in tutta Europa».

Parliamo di temperature completamente fuori scala, che sembrano verificarsi con una frequenza che è maggiore rispetto anche ai modelli climatici.

Non è detto che le temperature raggiungeranno realmente quelle cifre, ma in ogni caso ha senso prepararsi. Innanzitutto possiamo aspettarci reti elettriche sotto stress, blackout possibili, sistemi di raffreddamento che vanno in tilt. E rischio incendi che aumenta.

Le modalità per proteggersi sono sempre le solite:

  • Evitare di uscire nelle ore più calde, tra le 11 e le 18.
  • Bere molta acqua, anche se non si ha sete.
  • Cercate di restare in ambienti freschi o climatizzati.
  • Mangiate leggero, soprattutto frutta e verdura
  • E chi ne ha la possibilità può dare una mano a chi è più fragile: anziani, bambini, persone senza casa.

In occasione di questa possibile ondata di calore fuori scala, voglio anche rispolverare un articolo di due anni fa, ma sempre attuale, sull’uso consapevole del condizionatore, che a lungo è stato IL nemico di ogni ambientalista, per i suoi consumi energetici, ma che adesso è una sorta di dispositivo salva vita e se usato in maniera responsabile può essere un ottimo alleato.

L’articolo in questione è un’intervista ad Alessandro Rossi, responsabile Energia di Anci Emilia Romagna. Che inizia spiegando (appunto parliamo di due anni fa): 

“oggi, in quella che probabilmente è l’estate più fresca dei prossimi anni, il condizionatore più che un elettrodomestico qualsiasi è diventato un dispositivo medico. Nelle case che abbiamo costruito in un clima diverso, senza condizionatore potrebbero esserci dei pericoli per la salute. Il pericolo più rilevante non è legato solo all’elevata temperatura, ma a un indice che si chiama indice di Thom, che combina temperatura, umidità e velocità del movimento dell’aria”. 

E poi più avanti:

Per quanto riguarda il raffreddamento, come consigli di utilizzare il condizionatore?

Va usato consapevolmente. Ad esempio, si può impostare la temperatura a 28°, con un consumo energetico ridotto, ma mantenendo un clima confortevole in casa. Questo vale soprattutto per i modelli nuovi, che hanno sensori ben fatti. Con quelli vecchi bisogna fare delle prove. Poi ci sono i consigli classici: chiudere le finestre e oscurare. E cercare di diminuire al minimo i consumi. Questo sempre e in generale, non soltanto adesso che fa caldo.

Insomma, sono consigli di buon senso. Come al solito poi è importante farsi domande sulla propria situazione specifica e trovare le soluzioni migliori, avendo però in testa questa doppia sfida: stare bene e non morire di caldo – letteralmente – e al tempo stesso fare dei passetti verso una maggiore sostenibilità dei consumi energetici a 360 gradi”.

Se non lo avete letto vi consiglio di leggere tutto l’articolo perché si spiega anche bene quali sono le condizioni più pericolose per il nostro fisico, o meglio i fattori che influiscono, che non è solo la temperatura, ma la durata, l’umidità, ecc, e poi si spiega come sia interessante usare il condizionatore come una piccola pompa di calore, per riscaldare d’inverno e tante altre cose. Lo trovate fra le fonti di questa rassegna.

Chi segue questa rassegna lo sa: di solito non facciamo né commentiamo necrologi. Ogni tanto però faccio delle eccezioni. Rare, ma le faccio. E oggi è una di quelle volte.

Il 19 luglio 2025, a 96 anni, è morta Joanna Macy. E chi è Joanna Macy, vi chiederete forse alcuni di voi? Beh, è stata una delle grandi voci dell’ecologia del nostro tempo. Attivista ambientale, studiosa di Buddhismo, teorica dei sistemi complessi… ma anche molto di più. 

Una persona che ha dedicato tutta la sua lunga vita a coltivare una visione del mondo fondata sull’interdipendenza, sulla resilienza spirituale, sulla responsabilità verso il pianeta e le generazioni future.

Nata a Los Angeles nel 1929, Macy non è stata solo un’intellettuale. È stata una guida per migliaia di persone in tutto il mondo. Ha lottato contro il nucleare, per la giustizia climatica, e ha proposto e incarnato quella che lei chiamava la Grande Svolta – The Great Turning – cioè il passaggio da una società centrata sulla crescita industriale a una cultura della vita sostenibile.

Il cuore della sua eredità è forse il “Lavoro che Riconnette” – The Work that Reconnects. Un approccio esperienziale potentissimo, che unisce spiritualità, scienza dei sistemi viventi e pratica comunitaria. Era nato come “Despair and Empowerment Work” – cioè un lavoro per attraversare il dolore e riscoprire la propria forza – ed è stato uno strumento fondamentale per intere generazioni per affrontare l’eco-ansia, il dolore ecologico, e trasformarlo in azione, in cura, in connessione. Prima abbiamo parlato di cambiamento climatico, che è un argomento che ci spaventa e che la nostra mente tende a rifuggire. Un comportamento normale ma molto disfunzionale, perché fa sì che non affrontiamo il problema. Il lavoro che riconnette invece serve anche ad accettare il dolore e la perdita legate alla crisi climatica, e a trasformarlo in una forza vitale e trasformativa.

Macy non ha mai separato l’impegno politico dalla riflessione interiore. Ha un dottorato in studi religiosi con una tesi sulla causalità interdipendente nel Buddhismo ma anche una lunga carriera sul campo: ha lavorato con i rifugiati tibetani in India negli anni Sessanta, si è formata nella tradizione Theravāda, e ha dialogato con menti brillanti come Gregory Bateson, Donella Meadows, Ervin László. Insomma una di quelle persone che lasciano un segno indelebile su questa Terra. con una grande mente e un cuore altrettanto grande.

Molti la consideravano una bodhisattva, nel senso buddhista del termine: una persona che avrebbe potuto raggiungere l’illuminazione ma sceglie di restare nel mondo per aiutare gli altri esseri senzienti a liberarsi dalla sofferenza. E non è un modo di dire: per chi l’ha conosciuta, la sua presenza era davvero trasformatrice.

Tra chi l’ha ricordata, anche Rob Hopkins, fondatore del movimento delle Transition Towns, che ha detto: “Una delle grandi Bodhisattva dei nostri tempi. L’ho incontrata due volte. La prima fu alla conferenza Energia positiva a Findhorn, dove guidò la pratica della ‘Ciotola delle lacrime’. Un’esperienza profondamente trasformativa.”

E proprio alla fine di un’intervista pubblicata sul blog Transition Culture, Macy ha lasciato un messaggio che suona come un vero e proprio testamento spirituale. Ve lo leggo:

“Percepiamo l’enorme privilegio di essere vivi in questo momento, dove le nostre vite possono fare la differenza. In mezzo al pericolo e al buio del nostro tempo, cresce tanta solidarietà. È un periodo meraviglioso. Spaventoso, e attraversato da ombre e luci. Che momento fantastico per prendere vita.”

Ecco. Joanna Macy ha scritto una dozzina di libri – tra cui Coming Back to Life e Speranza attiva, tradotto in italiano grazie a un crowdfunding e pubblicato da Terra Nuova – ha insegnato in università, centri spirituali, ha formato attivisti e facilitatrici in tutto il mondo.

Fino all’ultimo ha vissuto a Berkeley, vicino a figli e nipoti. Ma il suo pensiero, le sue pratiche, il suo spirito… continueranno a vivere in ogni cerchio che canta, piange, prega e agisce per il mondo.

Qualche giorno fa vi ho raccontato quello che sta succedendo ad Auroville, e di come uno degli esperimenti sociali e spirituali più famosi al mondo rischi di naufragare per via delle interferenze sempre più spinte da parte del governo indiano. 

Visto che il tema suscita sempre molto interesse, ho deciso di chiedere a Marco Saroldi, un aurovilliano di lunga data, di raccontarci più nel dettaglio come stanno le cose. 

Audio disponibile all’interno del podcast

Questo messaggio fra l’altro inaugura una sorta di rubrica con cui voglio provare a raccontarvi con una certa costanza quello che succede in questo luogo così particolare, che oltre a essere un esperimento importantissimo di convivenza umana ci dice molte cose sull’India di oggi e  sul mondo.

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