Mentre i negoziati fra delegazioni russa e ucraina a Istanbul aprono qualche spiraglio su una risoluzione pacifica del conflitto, tutto attorno succedono cose strane. Ad esempio, la Banca Centrale russa fissa un cambio fra rublo e oro che potrebbe restaurare una sorta di Gold standard per la moneta russa. Stati uniti e Filippine organizzano una grande esercitazione militare in zone dove è alta la tensione con la Cina. E ancora. rappresentanti dei governi di Cina, Russia, Stati Uniti e Pakistan si trovano per parlare della situazione in Afghanistan.
Stacchiamo per un giorno dalla guerra per fare una panoramica di alcune notizie interessanti uscite in questi giorni. E no, lo schiaffo di Will Smith a Chris Rock durante la notte degli Oscar non è fra queste. Parliamo, piuttosto, di un’inchiesta sulle scorie nucleari gettate sui fondali oceanici, dell’allentamento delle restrizioni Covid e di quello che ci aspetta dopo, del pronunciamento del Ministero della Transizione Ecologica sulla proposta di legge sulla Caccia selvaggia e infine di come costruire città più ecologiche e felici.
Piovono missili, in giro per il mondo. Non solo in Ucraina, ma in Arabia Saudita, in Corea del Nord. Forse l’eccezione siamo stati noi occidentali, che abbiamo fatto finta che la guerra non ci appartiene solo perché le guerre per le nostre risorse si combattono altrove. Forse homo sapiens è una specie aggressiva e bellicosa. Eppure, qualcosa possiamo farci. Abbiamo tre opzioni.
Per un po’ di giorni abbiamo parlato di altro, ma è il momento di tornare a parlare di Ucraina. Dall’ulteriore invio di armi all’aumento della spesa militare di molti paesi, alle posizioni di Bielorussia e Polonia, a quella della Cina, dalla risoluzione dell’Onu alla decisione della Russia di accettare solo pagamenti in Rubli, per arrivare all’estromissione di Alessandro Orsini dalla Rai e alle possibili risoluzioni del conflitto. E allo sciopero di Fridays For Future per la pace e la giustizia climatica.
Cosa prevede il Ddl Concorrenza per quanto riguarda i servizi pubblici locali? E perché tanti comuni stanno approvando mozioni per chiedere al governo dell’articolo 6? E cosa ha a che fare questo con la privatizzazione dell’acqua?
I negoziati in Ucraina sono fermi, e allora il movimento pacifista nonviolento europeo fa una proposta a metà fra il folle e il geniale: organizzare un enorme convoglio pacifista con cui occupare i terreni dello scontro. Intanto, anche gli altri conflitti nel mondo proseguono. Da quello in Yemen, alla guerra dei Narcos in Messico, al conflitto armato nell’Est del Congo.
Bovini geneticamente modificati made in Usa, boom dell’autoproduzione alimentare in Italia, rischi e opportunità della crisi petrolifera secondo il segretario Onu e l’International Energy Agency. E ancora, temperature folli in Antartide, sbiancamento dei coralli in Australia e megattere non più a rischio estinzione. Tante notizie, oggi, per tutti i gusti.
La guerra in Ucraina prosegue, nonostante i negoziati. E diventa sempre più difficile ricostruire i fatti. I fatti evaporano, sommersi dalle opinioni. E le opinioni spesso confondono, invece di chiarirci le idee.
Arriva la tanto attesa roadmap del governo che detta i tempi dell’abolizione delle restrizioni per il Covid. Più o meno. Intanto in Corsica si scatenano le proteste degli indipendentisti, a poche settimane dalle elezioni presidenziali. E in Italia non piove da tre mesi. E il petrolio scarseggia. E c’è un nuovo fenomeno di sbiancamento dei coralli nella grande barriera corallina.
La guerra in Ucraina ci porta sul baratro della carestia e mostra ancora una volta la scarsa resilienza alimentare dei nostri sistemi. In molti sostengono che dovremmo tornare a disboscare per creare nuovi campi coltivati. Ma è davvero una soluzione? Intanto l’Amazzonia, secondo un nuovo studio, potrebbe essere sul punto di trasformarsi in una prateria. E in Europa si inizia a discutere seriamente di diritto alla riparabilità.
Paradossi. Come l’ultima decisione dei vertici di Meta, la società proprietaria di Facebook e Instagram, di tollerare discorsi di odio online sulle proprie piattaforme, a patto che sia anti-russo. O come quello, sorprendente e positivo, di essere di colpo tutti d’accordo sulla necessità di accogliere chi scappa da una guerra. O di condannare Putin che incarcera i giornalisti non allineati, ma poi accettare che Julian Assange venga estradato negli Stati uniti dove rischia persino la pena di morte. O di mandare a incenerimento 220 milioni di mascherine nuove, ancora incartate, mai usate.
Sosteneva Cechov che se in scena compare una pistola, prima o poi sparerà. Ecco, lo stesso si può dire per le armi nel mondo. Se riempiamo il mondo di armi, non possiamo meravigliarci se poi ci sono le guerre.
Si fa sempre più pesante la situazione in #Ucraina. Sia per gli ucraini, giunti ormai alla terza settimana di conflitto sul loro territorio nazionale, sia per il resto d’Europa che da un lato vede lo scontro avvicinarsi al confine con la Polonia, dall’altro ne patisce già le conseguenze dal punto di vista #energetico e alimentare (con il rischio di importare #ogm).
Questa sensazione, che ci attanaglia, che il mondo intero stia precipitando nel baratro della guerra, è molto relativa. Una buona parte del mondo, dal baratro della guerra non ci è mai uscito. Facciamo un giro per il mondo a scoprire quali sono gli altri conflitti, meno mediatici di quello in Ucraina, ma altrettanto cruenti.
Donne ucraine al centro dell’attenzione, Europa e America che sembrano voler tornare a politiche incentrate su gas e nucleare e italiche restrizioni, che sembrano non finire mai. Tutto è interconnesso in questa folle guerra contro noi stessi. Cosa possiamo fare per fermarla?
Daniel Tarozzi
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9 Marzo 2022
Le ultime novità sulla guerra in Ucraina e sui corridoi umanitari più alcune riflessioni sull’utilità di inviare armi, sulla difficoltà di comprendere cosa accade e su come affrontare la guerra informativa. Parliamo anche di una importante novità che riguarda il fotovoltaico domestico.
In attesa di chiarire le ultime vicende sull’attacco alla centrale nucleare, facciamo il punto sul resto. Ripartono i negoziati, fra richieste di cessate il fuoco e mire espansionistiche, vediamo come sono andati. Intanto si moltiplicano le iniziative di boicottaggio “a casaccio” verso i russi e la Russia. Parliamo anche dell’incontro fra Extinction Rebellion – Ultima generazione e il Ministro Cingolani e delle ultime sulla gestione della pandemia nel mondo.
Un nuovo studio mostra una correlazione fra grandi incendi e buco dell’ozono. E ogni nuova correlazione che scopriamo rende più evidente che non ha senso cercare soluzioni sintomatiche alla crisi ecologica. Intanto Survival International lancia una campagna per fermare il progetto 30×30 delle Nazioni Unite, che vuole rendere aree protette il 30% della superficie del Pianeta entro il 2030. Scopriamo perché. Parliamo anche del primo Discorso sullo stato dell’Unione di Biden e della legge anti plastica del Regno Unito.
Continua, anzi si intensifica, l’incursione russa in Ucraina, ma Putin sembra sempre più isolato, sia sul fronte interno, con gli oligarchi e i generali che si smarcano, che a livello internazionale, con Erdogan che gli volta la faccia e la Cina che chiede la soluzione diplomatica. Parliamo anche della parabola curiosa di Zelensky, e della storia dei nazisti ucraini, fra leggende e realtà. Infine, per non farci mancare niente, parliamo di nuovi studi sulle origini del Covid e sull’efficacia dei vaccini sui bambini.
È uscito l’ultimo rapporto dell’Ipcc sulla crisi climatica e le sue conseguenze sulle società umane. Vediamo assieme che cosa dice. Parliamo anche delle diverse strategie energetiche di Italia e Germania in risposta alla crisi del gas russo, della carenza di grano, e degli ultimi aggiornamenti sul conflitto in Ucraina.