14 Ott 2022

Eutanasia: il diritto a morire può salvare vite? – #600

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Oggi parliamo di morte, di suicidi, di eutanasia con due storie molto diverse fra loro e che fanno a loro modo riflettere. Parliamo anche del Parlamento italiano che sta man mano prendendo forma, di un controverso impianto di biometano in Sicilia e sul finire diamo la soluzione del “Trova il Bias” di ieri.

EUTANASIA PER LA RAGAZZA SCAMPATA A UN ATTENTATO

Nel giorno in cui si iniziano a strutturare le due camere, in cui è stato eletto il Presidente del Senato e alla vigilia dell’elezione di quello o quella della Camera, nel giorno in cui tutti i giornali aprono le proprie prime pagine e homepage con queste notizie qui, ho scelto di iniziare con due storie molto lontane da questo tipo di attualità, che parlano di morte. Di persone che scelgono di morire, in modo molto diverso.

Vi racconto le due storie, poi facciamo qualche ragionamento assieme. La prima è un fatto di cronaca avvenuto qua in Italia, di cui ieri è arrivata una sentenza importante. Il fatto in questione è l’omicidio di Maria Rosa Elmi, 73enne malata di depressione, per mano del marito Mauro Bergonzoni, avvenuto nell’agosto 2021. 

Vi spiego un po’ meglio l’accaduto, sono fatti un po’ forti e toccanti per cui se non siete in vena, potete saltare di circa 30 secondi in avanti. Secondo quanto dichiarato dal marito, e ritenuto vero dal pm e dai giudici, la donna non voleva più vivere e chiedeva da anni insistentemente al marito di farla finita assieme. L’uomo per anni ha provato a dissuderla, finché quel giorno ha ceduto. Scrive Huffington Post: “L’uomo, un pensionato 78enne, le ha sparato al cuore con un fucile da caccia. Poi ha rivolto l’arma contro se stesso e ha premuto due volte il grilletto. Ma si è salvato. Prima di perdere conoscenza ha anche implorato il maresciallo dei carabinieri chiamato dai vicini: “Sparami, ti prego”. Il maresciallo arrivato sul posto li aveva trovati uno sull’altro, come abbracciati.

Ieri, dopo un anno e qualche mese dal fatto è arrivata la sentenza. La Procura aveva chiesto una condanna a cinque anni con le attenuanti del caso, visto che la persona uccisa era consenziente. La Corte ha ritenuto corretta questa interpretazione ma ha condannato l’imputato a otto anni di reclusione. Il che per una persona di 87 anni equivale all’ergastolo. Peraltro con una figlia, adulta, che ha difeso il padre per tutto il processo. L’avvocata di Bergonzoni Eva Biscotti ha commentato così, in chiusura, l’intera vicenda: “È una storia molto triste, il pm e i giudici hanno capito che si è trattato di un gesto estremo, fatto per amore. Avrebbero voluto restare insieme fino alla fine. Con le dovute differenze è il sentimento che hanno i parenti di chi vorrebbe l’eutanasia per porre fine alle sofferenze”.

E con questo commento introduciamo la seconda storia, simile e diversa al tempo stesso. Altrettanto drammatica. Siamo in Belgio, questa volta. Nel 2016 una ragazza di 17 anni, di cui non divulgo il nome ance se praticamente tutti i giornali lo fanno, rimane coinvolta negli attentati terroristici compiuti dall’ISIS, mentre si trovava nell’aeroporto di Bruxelles in partenza per Roma per una gita scolastica. La giovane donna, scrive il Post, – che aveva già problemi di salute mentale – sopravvive agli attacchi ma non si riprende mai più dalla sindrome post-traumatica che quell’esperienza le aveva causato. 

Poche dopo settimane viene ricoverata in una struttura psichiatrica ad Anversa, dove già era stata ricoverata in passato. Viene curata con molti antidepressivi, ma la ferita sembra davvero difficile da sanare. Inizia ad entrare e uscire dall’ospedale, nel mezzo subisce anche un tentativo di aggressione sessuale da parte di un altro paziente, tenta il suidicio più volte. Finché a un certo punto, sostenuta dalla famiglia, fa una richiesta di accesso all’eutanasia. La ragazza ha soli 23 anni, la domanda viene inizialmente respinta ma al secondo tentativo fatto tramite un’associazione due giudicano il dolore psicologico della ragazza come incurabile e convalidano la procedura. 

La giovane donna è morta il 7 maggio 2022, lasciando poche parole di addio su Facebook in cui si dice serena della scelta fatta. La storia è stata resa nota però solo giorni fa da una radiostazione belga e sta sollevando diverse critiche, sia per il modo in cui è stata raccontata senza il consenso esplicito della famiglia, sia per il fatto in sé. Sembrerebbe infatti che non siano state tentate tutte le cure prima di ricorrere all’eutanasia e che ci fosse una richiesta di presa in cura da parte di una psicoterapeuta che sarebbe stata rispedita al mittente dallo psichiatra che aveva in cura la giovane donna.

Ovviamente questo esito è stato reso possibile dal fatto che il Belgio è uno dei Paesi con una legislatura pi+ liberale al mondo per quanti riguarda la morte. Nel 2002 è stato uno dei primi paesi europei ad aver autorizzato l’eutanasia in maniera molto ampia che prevede la possibilità di richiedere l’eutanasia anche a chi incontra sofferenze insopportabili dal punto di vista psicologico.

Nel 2014 poi il parlamento belga ha eliminato le restrizioni di età previste fino a quel momento nella legge. In Belgio è dunque permesso praticare l’eutanasia senza restrizioni di età, anche ai minori, ma a condizioni un po’ più stringenti in cui non sono incluse le sofferenze psicologiche ma solo «una situazione medica senza uscita che prevede un prossimo decesso» unita a «una sofferenza fisica costante e insopportabile che non può essere placata e che è il risultato di una condizione patologica grave e incurabile». 

Comunque, queste due storie mi hanno colpito davvero profondamente. Il tema è davvero delicatissimo ed è molto difficile fare affermazioni perentorie, per cui prendete le mie parole per delle riflessioni in punta di piedi. Ma mi è arrivata questa sensazione forte, di come l’eutanasia per le malattie psicologiche potrebbe rappresentare la rottura di un enorme tabù che riguarda il suicidio e che paradossalmente potrebbe portare a meno suicidi.

Mi sono detto: se io mi volessi togliere la vita, sapere che in qualche modo la società accoglie o perlomeno ascolta questa mia richiesta, che non è un tabù da custodire nel segreto del mio animo finché non è troppo tardi, ma che posso esprimere questo terribile bisogno, ecco magari a me aiuterebbe. Mi porterebbe a sentirmi meno solo, a parlarne più liberamente e magari nella maggior parte dei casi a ricevere quell’aiuto che spesso ci vergognamo a chiedere. 

Poi certo, è un onere enorme quello di scegliere se accordare o meno l’eutanasia su una ragazza di 23 anni, come successo in Belgio, e capisco benissimo tutte le remore del caso, le polemiche sui mancati tentativi diversi e così via. Non dico che sia una strada semplice. Ma forse varrebbe la pena provare a percorrerla.

Non so, ditemi cosa ne pensate, giusto per iniziare a parlarne, considerando anche che in Italia siamo lontani anni luce da scenari di questo genere. Ma credo che sia comunque importante iniziare a fare questo tipo di riflessione. 

IL PARLAMENTO PRENDE FORMA

Va bene, visto che ne parlano tutti i giornali non posso più far finta che il Parlamento non esista, che le elezioni non ci siano mai state e che a breve non si formerà un nuovo governo. Scherzi a parte, se fino a l’altro ieri erano chiacchiere con davvero poca sostanza, da ieri (e quindi da oggi sui giornali cartacei) un po’ di sostanza c’è.

Si iniziano a delineare le prime cariche del nuovo parlamento. Ieri è stato eletto Ignazio la Russa – FdI – Presidente del Senato, mentre non è stata raggiunta la maggioranza per il presidente della Camera, la cui elezione dovrebbe arrivare oggi. Secondo quanto emerso fin qui, comunque, dovrebbe essere un rappresentate della Lega e probabilmente uno fra Riccardo Molinari, già presidente del gruppo della Lega alla Camera dei deputati, e Lorenzo Fontana, vicesegretario del Carroccio e più volte ministro. 

Il fatto che il Senato abbia già il suo presidente e la Camera no non è dovuto a questioni che riguardano una diversa coesione della maggioranza nelle due camere ma dal fatto che occorrono maggioranze diverse per l’elezione delle due cariche e quella dell Camera è pi+ difficile da ottenere al primo giorno.

I giornali danno spazio soprattutto a due vicende che riguardano queste elezioni. La prima è durante il voto per La Russa Forza Italia si è astenuta, polemizzando per il fatto di non aver ottenuto nessuna carica rilevante fin qui, e che nonostante questo La Russa sia stato eletto con un’ampia maggioranza. Quindi qualcun altro di esterno alla maggioranza lo ha votato. L’indiziato, si sa, è sempre il maggiordomo, e qui di maggiordomi ne abbiamo due, Renzi e Calenda, che i giornali, facendo eco alle dichiarazioni di molti esponenti soprattutto del Pd, additano come i probabili artefici, e di voler entrare in maggioranza.

L’altro fatto molto raccontato è il passaggio di consegne, simbolico, fra Liliana Segre e Ignazio la Russa. La consuetudine vuole infatti che la prima seduta del Senato, in cui ancora non c’è un presidente eletto, sia presieduta dal senatore o dalla senatrice più anziana. Compito che sarebbe spettato a Giorgio Napolitano, più anziano di lei di un anno, che però ha dovuto declinare per motivi di salute.

E quindi si è creata questa situazione in cui Segre, sopravvissuta all’olocausto, ha passato il testimone della seconda carica dello Stato a Ignazio Benito Maria La Russa, cresciuto negli ambienti dell’estrema destra neofascista, che non sembra vergognarsi particolarmente del suo passato e a casa fa collezione di cimeli del Duce. Comunque la si pensi, un po’ fa strano.

BIOMETANO IN SICILIA?

Va bene cambiamo argomento, per l’ultima notizia del giorno, che arriva dalla Sicilia dove è in corso una diatriba legale e una disputa fra due comuni per via di un impianti di biometano. ve ne parlo per diversi motivi: uno è che, come sapete, da un po’ abbiamo fondato la nostra cooperativa con sede a Catania, in Sicilia, e quindi abbiamo deciso di spostare verso Sud il nostro baricentro, anche a livello giornalistico; un altro è rifiuti ed energia sono e saranno uno dei nostri focus principali; il terzo è che a prescindere da questo la notizia è molto interessante e pur essendo un fatto “locale” fa ben capire gli interessi che si muovono attorno a certi temi e anche le dinamiche che caratterizzano certe questioni.

Non riesco a riassumervela brevemente, perché è una storia molto intrecciata. Perciò vi invito, se volete approfondire, a leggere direttamente la bella inchiesta di Simone Olivelli su Meridionews.it. 

Vi do solo qualche elemento: ci sono due comuni in lotta fra loro, perché uno, quello di Modica, è amministrativamente responsabile per la frazione in cui dovrebbe sorgere l’impianto, mentre l’altro Pozzallo, ha una frazione abitata che geograficamente è proprio lì accanto. C’è una apparentemente piccola azienda, la Biometano Ibleo che ha fatto di tutto per evitare le varie procedure previste per legge (ad esempio ha dichiarato una capacità produttiva di 499 metri cubi all’ora, uno in meno rispetto ai 500 che per legge prevedono la necessità di fare una Valutazione di impatto ambientale). C’è il Tar che affida il compito di fare le verifiche del caso all’Università di Catania, ma due professori dell’Università di Catania sono a loro volta fra i principali azionisti della stessa Biometano Ibleo. C’è una strana figura, Rossana la Duca, con un processo in corso perché accusata di avere avuto un ruolo in un grosso giro di contrabbando di gasolio assieme a libici, maltesi e italiani, alcuni dei quali vicini alla criminalità organizzata, che ha iniziato a gironzolare attorno al sindaco di Pozzallo dicendogli che sbaglia ad opporsi al progetto. 

E ci sono anche cittadini e associazioni come Zero Waste che stanno cercando di fare luce sul progetto e chiedono che le verifiche siano affidate ad enti terzi e indipendenti. Insomma, tutto questo ci fa capire come sul tema di rifiuti ed energia, oggi più che mai, ci sia un enorme giro di interessi locali, nazionali e sovranazionali. E che l’informazione, la trasparenza e il coinvolgimento attivo della cittadinanza siano tasselli importanti per prendere decisioni migliori e più stabili. A tal proposito vi invito ad ascoltare la puntata di Rifiuti rivoluzioni in corso sulle valutazioni ambientali. Comunque, c’è un procedimento in corso, la questione è tutt’altro che chiusa e noi continueremo a seguirla.

TROVA IL BIAS – RISPOSTA DELLA PUNTATA DI IERI

Allora, ieri mi avete risposto in vari, e devo dire che alcune di quelle risposte potrei anche prenderle per buone. Perché la suddivisione dei bias, ovviamente, essendo una classificazione umana, non è a compartimenti stagni e alcune cose sono interpretabili in più modi nonché, spesso, più bias di presentano assieme..

Il trova il Bias di ieri riguardava alcuni articoli usciti sulla presunta dichiarazione pro-nucleare di Greta Thunberg. In particolare cito le risposte di Piercibaldo Antinori che si è giocato il Jolly del Confirmation bias, con cui bene o male andate sempre sul sicuro perché ci mette sempre il suo zampino, e quella doppia di Marco Fossati che risponde: “Focusing effect” e “Effetto framing”. E anche qui, ci può stare.

Tuttavia a mio avviso il bias che più calza a pennello in questo caso è quello dello spaventapasseri. Ovvero il fatto di distorcere leggermente l’argomentazione di qualcun altro quel tanto che basta per renderla più funzionale alla nostra argomentazione. Spesso è usato per criticare le argomentazioni altrui, in questo caso alcuni lo usano per criticare Greta, altri per criticare gli antinuclearisti, ma siamo lì.

Lo spaventapasseri è simile all’essere umano, ma anche piuttosto diverso. Così le dichiarazioni fantoccio che creiamo somigliano alle originali, ma sono più facili da attaccare.

FONTI E ARTICOLI

#eutanasia
Huffington Post – “Mia moglie non voleva più vivere, per questo l’ho uccisa”: pena più lieve per il marito
il Post – In Belgio una sopravvissuta agli attentati terroristici del 2016 ha ottenuto l’eutanasia
il Post – In Francia si riparla di fine vita

#Senato
Open – Staffetta in Senato, Segre lascia la poltrona a La Russa. L’attacco di Pagine Ebraiche: «Inquietante»

#biometano
MeridioNews – Biometano, il progetto che ha diviso ambientalisti e politica. L’accusa di conflitto d’interesse rivolta a Unict
Italia che Cambia – Cosa sono le valutazioni ambientali? Con Aurelio Angelini – Rifiuti: ri-evoluzione in corso Ep.6

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