25 Mag 2015

Cyclolenti in Turchia: essere europeo!

Scritto da: CycloLenti

Un appellativo, un’etichetta e non siamo più uguali, io sono diverso da te ! Tu sei Europeo, io no ! Ammirazione, rancore, […]

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Un appellativo, un’etichetta e non siamo più uguali, io sono diverso da te ! Tu sei Europeo, io no ! Ammirazione, rancore, gelosia, simpatia..non importa cosa si provi… «Perchè voi in Europa siete più….o perchè voi siete meno…». Capita di sentire in alcuni discorsi con la gente da quando siamo in Turchia. Ah si, è vero, sono europeo, non ci avevo mai pensato prima. Per la prima volta mi rendo conto quanto una semplice parolina possa separare invece di unire.

 

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Uao…questa mattina pedaliamo velocissimi. Ci accorgiamo del vento in spalla solo quando incrociamo due cicloturisti turchi che arrancano in senso contrario. Bandierine colorate, musica amplificata da casse enormi, un palco, una gran folla e polizia che sorveglia il perimetro della piazza di Kaş..penso sia un concerto e mi avvicino al dj per chiedere il nome della canzone che intona melodie turche. In effetti si tratta di un incontro politico del partito di destra.. «Ma io sono di sinistra», mi confessa il ragazzo che seleziona le canzoni.

 

Le elezioni saranno a Giugno, e spesso furgonicini di propaganda elettorale ci superano lungo la strada: sono tappezzati di manifesti e irradiano musica con i loro potenti altoparlanti. Usciamo dalla città spingendo con tutta la nostra forza e zigzagando per elleggerire la pendenza di questo breve, ma intenso tratto in salita. Un signore ha pietà di noi e ci presta le sue mani per diminuire la nostra fatica. 

Ancora un po’ di montagne e raggiungiamo Uçagiz, la cittadina di fronte all’isola di Kekova. In mezzo, si trovano le rovine sommerse di Apollonia, un’antica città licia distrutta da un terremoto. Oggi è stata dichiarata area protetta ed è vietato persino immergersi da quando, come ci racconta Alì, proprietario di una pensioncina sul posto, Gianni Agnelli fu colto in flagrante mentre riportava in superficie, sul suo barcone, un pezzo di gran valore. 

 

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Avanziamo veloci lungo la strada costiera che porta a Finike, sembra di pedalare in un circuito di gara. Questo pezzo di colonna romana è perfetta come tavolino, e quest’altra è inclinata al punto giusto per schiacciare un pisolino al sole. Ibrahim, che ci sta ospitando a Finike, ci ha portato per un picnic fuori porta in quest’area in cui il governo turco per qualche ragione ha deciso di non far diventare parco archeologico. 

 

Siamo di nuovo in quota e prima di scendere verso Çirali scorgiamo in lontananza la parte centrale della catena montuosa del Tauro. Le cime, alte, sono tutte innevate e da qui sembrano nuvole. E pensare che tra una settimana ci ritroveremo proprio lassù nel tentativo di raggiungere la Turchia più interna. Questa parte di costa è ricchissima di luoghi interessanti. Facciamo tappa ad Olympos, appartenente alla confederazione licia, porta i segni dei greci, dei bizantini e dei romani.

 

La città fu dedicata a Efesto, dio del fuoco e dei fabbri, per via della fiamma eterna che ardeva nella vicina Chimera. Ci armiamo di pentola, acqua e pasta, aspettiamo che faccia buio e con le frontali raggiungiamo i famosi fuochi di Chimera, oggi diventati attrazione turistica. Dalle rocce esce un gas infiammabile, si può provare a spegnere le fiamme, ma dopo un po’ ci riaccendono da sole (abbiamo provato). «Cavolo, è mezz’ora che l’acqua è sul fuoco ed è appena tiepida…penso che stasera rimarremo a digiuno», ma ecco che una famiglia tedesca, armata di wrustel, ketchup e pane, ci salva dalla fame! Ci lasciamo le fiamme  “ballerine” alle spalle, questa sera il posticino per la tenda merita una bella foto. 

 

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Ormai le stazioni di servizio e le moschee, sono diventati i nostri rifermenti come punti acqua e bagno, questa qui di  Çirali è tutta colorata.

 

Oggi, il 25 aprile, è il mio onomastico, per festeggiare compriamo dello sgombro al bazar. 1Kg, 7tl (ossia €2,5) non male. Raggiungiamo la spiaggetta vicino Egelkoyu, raccogliamo rami e rametti, accendiamo un fuoco e lo cuociamo a pietra, mhhh, è già buono così com’è, non ha bisogno di alcun condimento. Questa è una delle ultime volte che ci tufferemo nel mediterraneo. Un bel bagno rinfrescante mattutino e poi via verso Antalya

 

Clicca qui leggere le puntate precedenti: Dove sono finiti gli hippy? e La monarchia democratica.

 

 

 

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