12 Mag 2021

Lungomare Canepa, dove il cemento ha tolto il mare alla gente

Scritto da: Valentina D'Amora

Il comitato Lungomare Canepa prende il nome proprio dal Lungomare che si trovava alle spalle della Lanterna. Oggi questo sodalizio vuole riqualificare il quartiere, valorizzare un territorio deturpato e soprattutto tutelare i residenti che un tempo si svegliavano con lo sciabordio delle onde sulla battigia e oggi devono convivere con un traffico costante a tutte le ore.

Salva nei preferiti

Genova - La parola “lungomare” fa pensare a passeggiate in riva al mare, gelati in compagnia, serate a contemplare il tramonto. A Genova, fino a un secolo fa, poco distante dal centro, nella parte ovest della città, c’era un bellissimo borgo marinaro sulla cui riva i bambini sguazzavano, guardando la Lanterna. Chiudiamo gli occhi e proviamo a immaginarlo: ci ritroveremmo nelle orecchie gli schiamazzi di quei bambini, che la domenica si riunivano con i compagni di classe per un picnic sulla spiaggia, e le risate dei ragazzi al sole. Oggi, lungo quel litorale sabbioso tanto apprezzato sfrecciano auto, moto e mezzi pesanti. Un incubo da cui gli anziani sampierdarenesi più nostalgici sembrano non volersi svegliare. L’attuale Lungomare Canepa è la strada nata coprendo interamente la costa con il materiale della demolizione del colle di san Benigno, poco più in là, un progetto attuato a partire dal 1929 con l’intento di facilitare il collegamento tra il centro di Genova e Sampierdarena. 

Ma perché eliminare quella splendida spiaggia che ha dato il nome alla città (oggi quartiere) di San Pier d’Arena? Per il progresso, sotto forma di nuovo bacino portuale. Un’operazione tanto utile al porto di Genova, quanto deleteria per San Pier d’Arena, che da allora ha perso per sempre l’accesso al mare.

Negli ultimi anni l’arteria stradale è stata ulteriormente potenziata, per sgravare il tratto di A10 più interconnesso con la città, trasferendo parte del traffico su una nuova infrastruttura che si affianca all’esistente. A quale costo?

Oggi esiste un Comitato, che prende il nome proprio da quel Lungomare alle spalle della Lanterna, che vuole riqualificare il quartiere e valorizzare un territorio con un grande potenziale. E soprattutto tutelare i cittadini residenti qui, che si affacciano ogni mattina sul costante traffico della nuova grande arteria del ponente, dove con un occhio si vedono i condomini e con l’altro veicoli incolonnati e asfalto rovente. Ho intervistato la presidente, Silvia Giardella, per farmi raccontare i loro progetti e se il quartiere ha una speranza di rivedere quell’arenile tanto amato.

lungomare canepa ridimens
Lungomare Canepa: com’era e com’è oggi

Come e perché è nato il Comitato Lungomare Canepa?

Il Comitato è nato nel 2018, quando l’avanzare dei lavori di realizzazione della nuova tangenziale – la “Gronda a mare” – sembrava contraddire palesemente le premesse di riqualificazione che i residenti avevano ricevuto e che avevano indotto altri genovesi a trasferirsi in Via Sampierdarena. La nuova strada è andata a occupare tutta la distanza tra gli edifici e il porto, fino a lambire i palazzi. Era chiaro che il progetto non concedeva alcuno spazio a una fascia di rispetto, ad alberi e a spazi pubblici ricreativi. Le altre aree sarebbero diventate parcheggi: l’asfalto avrebbe dominato ovunque. Nessuna misura è stata prevista per la tutela della salute dei cittadini residenti per l’aumento dei tassi d’inquinamento, sia acustico che ambientale.

Cento anni fa Sampierdarena era un borgo marinaro e Lungomare Canepa era molto differente rispetto a oggi: quale pensi possa essere un compromesso per poter mantenere l’attività portuale e valorizzare questo territorio, così deturpato? 

Bisogna innanzitutto passare attraverso la risoluzione delle criticità esistenti ed è necessario che non ne vengano create di nuove. Questo percorso, a nostro avviso, comporta sicuramente la realizzazione di una fascia di rispetto che tuteli l’abitato dalle attività portuali e che restituisca, almeno in parte, il mare a Sampierdarena: Calata Concenter (Area Lanterna) e Foce del Polcevera sono i due possibili accessi al mare.

comitato foto gruppo
Il Comitato Lungomare Canepa

Come stanno rispondendo le Istituzioni alle vostre proposte?

L’ascolto istituzionale c’è stato e c’è tuttora. Questo, secondo noi, è dovuto alla nostra spiccata attitudine alla propositività, derivante dallo studio accurato sia dei problemi che della documentazione. Anche nei frangenti più complicati e di maggiore attrito con chi proponeva le opere, siamo sempre riusciti a indicare possibili soluzioni. Tuttavia, confidiamo che questo ascolto sia seguito da un concreto miglioramento del territorio e questa è la sfida che poniamo alle Istituzioni con cui ci confrontiamo. La vicenda della tangenziale sarà uno tra i primi esempi di “concretizzazione ambientale”, poiché le nostre rimostranze sono state ufficialmente riconosciute come fondate ed è stata appurata la necessità di un intervento. Vediamo però anche segnali di un qualche attivismo istituzionale rispetto alla creazione di uno o più nuovi accessi al mare e ne saremo vigili guardiani.

Quali sono i vostri progetti futuri?

Il futuro dell’azione del nostro Comitato è implicito nel presente, perché la vivibilità del territorio si potrà ottenere solo gettando oggi solide basi di studio e di azione per raccoglierne domani i frutti. Non possiamo però non notare che l’azione del nostro Comitato è accompagnata, anzi sospinta, da un crescente desiderio dei cittadini di partecipare e di incidere sulle scelte della vita pubblica. Manifestare la propria opinione sul territorio in cui si vive è moralmente e legittimamente dovuto. Convogliare positivamente questi “desiderata” è il compito faticoso ma gratificante che ci siamo dati. Gli scambi di informazioni, di esperienze, ma anche di umanità, sono la garanzia della nostra azione futura, che si manifesta con l’adesione dei giovanissimi diciottenni, finalmente coinvolti e artefici del proprio futuro.

Un particolare cenno va fatto alle sinergie collaborative che si stanno consolidando tra quartieri diversi: Cornigliano, Palmaro, Prà, San Teodoro, Di Negro, Campasso, Albaro (Via Piave), Nervi, San Martino, Albisola, Arenzano, Bolzaneto, Fegino e altri.

Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento

Articoli simili
Quanto inquinano web e digitale? – A tu per tu + #15
Quanto inquinano web e digitale? – A tu per tu + #15

Navi da crociera: ecco cosa è emerso dall’inchiesta sul loro impatto
Navi da crociera: ecco cosa è emerso dall’inchiesta sul loro impatto

Contro fast fashion e sfruttamento, a Cagliari un guardaroba gratuito, aperto e popolare
Contro fast fashion e sfruttamento, a Cagliari un guardaroba gratuito, aperto e popolare

Mappa

Newsletter

Visione2040

Mi piace

La Grecia vieterà la pesca a strascico, primo paese in Europa – #920

|

L’assalto eolico è ingiustizia climatica: le conseguenze sul patrimonio culturale sardo

|

Franco D’Eusanio e i vini di Chiusa Grande: “È un equilibrio naturale, noi non interveniamo”

|

L’arte collettiva del sognare: il social dreaming arriva in Liguria

|

Quanto inquinano gli aerei? Ecco cosa dicono i dati e le leggi

|

No border books, un kit di benvenuto per i piccoli migranti che approdano a Lampedusa

|

Intelligenza artificiale in azienda: ci sostituirà o ci renderà il lavoro più facile?

|

HandiCREA e il sogno di Graziella Anesi di un turismo accessibile e inclusivo

string(7) "liguria"