16 Nov 2021

Nasce la Fondazione Barterfly, che promuove il baratto e si appoggia a un social network senza censure

Scritto da: Salvina Elisa Cutuli

Amore, fratellanza, mutuo aiuto, senso di comunità. Sono questi i valori che stanno alla base della visione della neonata Fondazione Barterfly, che ha la missione di trovare una loro applicazione concreta ed efficace nella nostra società ed nell'economia. La sua piattaforma sarà Sfero, il primo social network che non fa commercio dei dati, non traccia i cookies e accetta tutte le opinioni senza alcuna distinzione.

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«Io sono un irriducibile, un sognatore concreto, un disadattato consapevole in una realtà che non mi piace. Ne vedo i limiti e per questo cerco di apportare un mio piccolo contributo soprattutto per agevolare, gettare un ponte tra il vecchio e il nuovo dove le persone possano incontrarsi con meno difficoltà». Comincia così la mia chiacchierata con Pierluigi Paoletti, socio fondatore di Arcipelago Scec e sostenitore di Italia Che Cambia fin dall’inizio del suo percorso.

Pierluigi, insieme ad altri 13 compagni di viaggio esperti di economia e finanza come Guido Grossi, Giovanni Acquati – creatore delle MAG negli anni ‘80 oltre e promotore di Banca Etica –, Sara Didoni e Alessandro Fellegara ha costituito la Fondazione Barterfly, che deve il nome alla fusione dei termini inglesi barter (baratto) e fly (volare).

La combinazione delle due parole allude al momento di trasformazione che stiamo vivendo: un sistema millenario sta mostrando tutti i propri limiti e le imperfezioni dettate da leve egoiche che mirano non a un benessere collettivo, ma a un tornaconto personale di poche persone. Il sistema su cui è basata la nostra vita – finanza, religione, istituzioni, socialità, sanità – sta implodendo. Si può vivere questo cambiamento pensando al bruco che muore o vivere questa trasformazione innescando lo stesso processo che trasforma, appunto, il bruco in farfalla.

paoletti barterfly
Pierluigi Paoletti

L’obiettivo della Fondazione Barterfly è far nascere e volare un nuovo sistema economico, sociale e di informazione in cui imprese, persone e comunità ricevono libertà finanziaria, potere d’acquisto e informazione indipendente. Tutto grazie a una grande rete di relazioni e di opportunità commerciali che puntano al benessere collettivo.

«Noi vogliamo contaminare settori della vita sociale con valori come amore, fratellanza, mutuo aiuto, senso di comunità. Credo che l’amore sia un antidoto e un aiuto forte per vivere e superare questo periodo storico. È una parola spesso abusata che va riscoperta. Per portare nella concretezza quotidiana i nostri valori dobbiamo lavorare sull’economia, sullo stare insieme, sulle modalità con cui le persone si relazionano. La fondazione serve proprio a innescare dei processi di trasformazione di questo tipo», racconta Pierluigi.

Barterfly conta 12.000 iscritti, tra piccole e medie imprese, privati e professionisti. Tra gli obiettivi fondamentali vi è la creazione di un e-commerce che fornisce merci e servizi, quindi all’interno si contano anche avvocati, commercialisti, medici, con un mercato di scambio tra gli stessi privati. Un circuito che si differenzia da altri, anche noti – come Sardex –, perché le merci e i servizi saranno indicati con due prezzi, uno in euro e uno in un’unità di conto, detta fly.

Le aziende e i privati che scambieranno servizi o merci attiveranno una creazione di crediti che possono a loro volta scambiare: «Il privato che vende a un altro privato – spiega Pierluigi – genera uno scambio e il privato che non ha da scambiare potrà comprare queste unità di conto ricevendo un aumento del potere di acquisto. In questo modo viene premiato perché entra a far parte del meccanismo. Il mercato aiuta le piccole e medie imprese e le famiglie: se cambio 100 euro in buoni che ti permettono di comprare delle merci ne riceverò 130, quindi aumenta il potere d’acquisto».

Questa è l’innovazione che viene introdotta: «È un circuito aperto anche a chi non è iscritto. I prezzi saranno duplici, in euro e nella nostra unità di conto, a scelta libera di chi acquista. Le imprese possono vendere direttamente in questa unità di conto ai privati, convertendo parte del prezzo della vendita in euro, il 60%, e pagare tasse e altro. Un servizio che paghi solo se viene utilizzato non è soggetto a tassi di interesse. Viene fornita una tessera gratuita, una possibilità di scambio ancora prima di aver venduto la propria merce».

barterfly
Il gruppo fondatore

Si può accedere anche a una linea di credito gratuita, i cui costi e pagamenti delle commissioni saranno registrati solo a transazione avvenuta. «L’obiettivo è aiutare anche quelle imprese che non lavorano online, dando loro la possibilità di fare pagamenti fisici. Anche le piccole attività, come i privati, abituati ad avere rapporti fisici possono continuare con queste modalità», continua Pierluigi.

La Fondazione Barterfly non ha pensato a un processo di selezione delle aziende dei privati da inserire all’interno di questo nuovo mercato. Si prediligono le piccole e medie imprese italiane sparse nei vari territori, ma non sono escluse le multinazionali, anche se è stato creato un ambiente meno adatto a loro. L’obiettivo principale è dare agli utenti la libertà di scegliere, contribuendo con un nuovo modo di fare pubblicità che permetta di conoscere la storia di un bene e/o servizio e i criteri di produzione.

Durante il periodo di lavoro alla costituzione della Fondazione, Pierluigi e gli altri si sono imbattuti in Sfero, un social network basato su valori molto simili, se non identici, a quelli da cui anche loro sono animati. I due progetti hanno unito le forze per creare una comunità, una piazza virtuale e fisica, distribuita in maniera omogenea sul territorio, che gestirà tutti i progetti di Barterfly. Un canale di formazione e informazione che consentirà di attivare quel senso critico che adesso ha difficoltà emergerà, raggruppando le persone in base ai loro interessi.

A differenza di tutti gli altri social network, Sfero non fa commercio dei dati, non traccia i cookies e accetta tutte le opinioni senza alcuna distinzione. Oggigiorno i social network più in voga sono dei veri e propri editori che censurano tutto ciò che è in conflitto con la propria linea editoriale. L’obiettivo di Sfero, tra gli altri, è una controcultura valoriale accogliente, inclusiva e priva di censura.

«Nello statuto della fondazione, che vale anche per Sfero, la diversità compare come un bene prezioso da valorizzare», spiega Pierluigi. «In questa prima fase sono le persone più consapevoli che popolano il social network e quindi potrebbe sembrare schierato. I commenti e le comunicazioni saranno liberi. Interverremo bloccando esclusivamente tutti quei comportamenti violenti e/o razzisti contrari alle norme. Preferiamo che siano le persone ad autoregolarsi il più possibile in un ambiente sano».

«Come dice il mio amico Danilo Casertano, “fare le cose in un luogo bello determina anche il comportamento delle persone, le cambia”. La bellezza e l’accoglienza aiutano le persone a tirar fuori il meglio di sé. Contrariamente a quanto sta avvenendo adesso: un ambiente limitato e limitante, come è il sistema attuale, tira fuori il peggio delle persone, gli aspetti più bestiali», conclude Pierluigi.

Entro pochi mesi partirà un equity crowdfunding, un azionariato diffuso che, con la gestione al 100% da parte della Fondazione, permetterà alle persone di entrare nel capitale di Sfero apportando quelle risorse indispensabili per portare a termine la costruzione del nuovo mercato. Fondazione Barterfly, Sfero e tutte le persone che hanno deciso di prendere parte a questo progetto seguono valori opposti rispetto a quelli che oggi governano le relazioni umane. In un’epoca in cui le divisioni, l’io e il noi, sembrano prendere il sopravvento su consapevolezza e responsabilità, realtà nascenti o già esistenti come queste si muovono verso un mondo più integro ed etico.

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