13 Lug 2022

Marie Noelle Urech: “Uniamo corpo, mente e spirito per raggiungere la consapevolezza”

Il nostro viaggio alla scoperta del metodo di connessione fra corpo, mente e spirito e degli scenari di consapevolezza che può aprire per ora si conclude qui. Per l'ultimo appuntamento abbiamo intervistato la sua ideatrice, Marie Noelle Urech, che ci ha raccontato il suo vissuto e il percorso spirituale che l'ha portata sin qui.

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Nel corso delle ultime sei settimane abbiamo approfondito le tematiche che vengono trattate durante la formazione del metodo CCMS, ideato da Marie Noelle Urech. Oggi scopriremo come Marie Noelle, counselor e scrittrice, è arrivata a idearlo e crearlo. Un lungo viaggio nel mondo e negli stati di coscienza. Una vita di studi e di incontri, di percorsi formativi spirituali e professionali che l’hanno spinta ad approfondire meccanismi sottili sottostanti la malattia e la guarigione, stati modificati di coscienza, una visione globale dell’uomo e della medicina.

La sua esperienza sciamanica, unita alla passione per la fisica quantistica, l’ha spinta anche a rivedere la funzione dei sogni fuori dal paradigma psicologico tradizionale e a elaborare un metodo originale per utilizzare in maniera consapevole tanti strumenti e scoprire la nostra verità profonda e il nostro potenziale inespresso. Accedere a questa dimensione è la chiave verso la libertà di essere semplicemente quello che siamo.

Marie Noelle, perché ha scelto di dedicarsi a “certi” temi?

Credo fosse destino. Abbiamo tutti una direzione nella vita: quello che chiamiamo daimon o spirito guida mi ha prefigurato questo percorso. La mia famiglia è sempre stata molto interessata alla psicologia del profondo, all’astrologia, ai temi spirituali, alla reincarnazione e alle religioni comparate. Ho sempre pensato che l’uomo fosse un mondo con un grande potenziale da esplorare. L’imprinting di base familiare ha alimentato e stimolato la mia curiosità. 

marie noelle urech
Quali sono stati gli incontri più importanti per la sua formazione?

A 18 anni ho conosciuto un’astrofisica che aveva come passione l’astrologia, frequentare i suoi corsi mi ha permesso di conoscere la multidimensionalità dell’essere umano. Poco dopo ho cominciato ad appassionarmi alla danza contemporanea e danza teatro, ho imparato a sentire ed esplorare il corpo, capace di esprimere qualsiasi emozione. L’incontro con uno sciamano di origine ungherese mi ha introdotto al viaggio onirico e al lavoro sui sogni, una tappa per me fondamentale. Ho scritto anche tre libri su questo tema.

Attraverso questa esperienza ho avuto un’ulteriore conferma della nostra multidimensionalità. Ho potuto constatare che non siamo solo un corpo fisico e che possiamo viaggiare in stati di coscienza diversi. Mi si è aperto un mondo sulla Supercoscienza, molto importante nel percorso che facciamo con il metodo CCMS. Nel tempo ho anche abbracciato gli insegnamenti della psicologia transpersonale. Ero da poco arrivata in Italia e mio marito era morto a causa di un incidente stradale. Le sofferenze così forti sono prove che la vita ti mette davanti, degli inviti a livello spirituale per capire se è il caso di cambiare rotta o meno.

Come ha superato questo momento?

L’approccio diverso della psicologia transpersonale, rispetto ai modelli più convenzionali, mi ha fornito gli strumenti per disidentificarsi dalle situazioni, poter osservare quello che succede e quindi cambiare la percezione dell’evento, lavorare sull’ego, ma anche tecniche di coscienza e osservazione di sé stessi. Non esiste una frammentazione dell’essere, tutti gli eventi, anche quelli meno piacevoli, hanno una loro ragione, una precisa collocazione all’interno di un tutto.

Questo mi ha aiutato a far pace con me stessa e a rendermi conto di quanto tutti noi siamo condizionati dalle emozioni che proviamo. È stata una prima esercitazione all’autoconsapevolezza. Sono tanti i percorsi che ho portato avanti, mi sono interessata molto anche alla fisica quantistica, l’unico ramo scientifico che studia l’interazione della coscienza sulla materia. 

Quali sono le figure che l’hanno influenzata di più?

Sicuramente Gustav Jung. Pur non essendo una psicologa, tra i 18 e i 24 anni ho letto tutti i suoi libri. È stata una vera e propria epifania. Jung collaborò con Wolgang Pauli, uno dei primi fisici che ha teorizzato l’azione della coscienza sulla materia. Anche altri studiosi hanno approfondito la parte più “spirituale” della fisica.

Essa infatti non considera l’uomo un oggetto o una macchina biologica legata alla causalità meccanica, al determinismo o all’evoluzione della specie, ma tiene conto di tutte le altre dimensioni impalpabili del nostro essere che hanno un effetto sulla materia e quindi sugli eventi. Non siamo solo osservatori di quello che succede, ma possiamo anche cambiare il corso degli eventi cambiando il punto di osservazione e lo stato di coscienza. 

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Carl Gustav Jung (Douglas Glass/Paul Popper/Popperfoto/Getty Images)

E poi ancora Gaetano Conforto e soprattutto Ildegarda di Bingen. Una maestra invisibile che ha sconvolto completamente la mia vita e che ho incontrato diverse volte in esperienze varie attraverso sogni o in stati modificati di coscienza. Per diffondere il suo messaggio di unione tra corpo, mente e spirito e i suoi insegnamenti universali improntati sulla gioia e nella pienezza, ho fondato nel 1994, insieme a medici e terapeutici, l’associazione Viriditas. Ognuna di queste figure ha costituito un tassello del disegno più grande del mio progetto di vita.

Anche l’incontro con l’oncologo americano Carl Simonton è stato determinante. Uno dei pionieri della psico neuro endocrino immunologia, ha creato delle tecniche per aiutare i pazienti malati di cancro, dimostrando l’importanza della mente e delle credenze sullo stato di salute. Ho seguito la formazione per diventare counselor del suo metodo e nel 2004 ho aperto in Italia una sua scuola. Con i suoi insegnamenti ho capito quanto la sofferenza che viviamo possa essere generata dalle convinzioni e dalle credenze insite in noi.

Nonostante la grandezza dei suoi insegnamenti e la validità delle sue cure, avevo bisogno di andare oltre. I suoi strumenti permettevano un cambiamento con strumenti razionali. Per cambiare le credenze bisogna agire sull’inconscio. Come diceva Einstein, non possiamo cambiare qualcosa allo stesso livello in cui è stato creato. È così che ho messo a punto tutti questi approcci e oggi insegno il mio metodo. 

Cosa l’ha portata a definire un metodo?

Il contatto con centinaia di persone che ho avuto negli anni, pazienti oncologici e non. Attraverso loro mi sono accorta dei punti di forza e dei punti deboli da cambiare, di cosa integrare. Ad esempio l’attenzione sul corpo. Spesso quando le persone fanno un percorso sono concentrate sulla mente o sulla parte spirituale, non pensano mai al corpo. Era urgente invece connettere questi tre livelli di percezione della realtà. Questa è stata l’intuizione maggiore che mi ha portato al metodo. Affrontare le cose da un punto di vista unitario. 

I Sogni e l'Infinito
Dalla dimensione onirica a quella dello spirito
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Nel 2014 ho iniziato con seminari durante il fine settimana, a poco a poco ho messo insieme i vari pezzi del puzzle inserendo anche molti esercizi pratici perché è attraverso l’esperienza che si impara. Si può studiare per allargare lo spirito, ma la formazione ha come caratteristica l’esperienza. Solo dopo la teoria che serve a fare una sintesi. 

Negli articoli precedenti abbiamo approfondito il tema del benessere individuale e del benessere collettivo. Chi vive nella gioia, nella consapevolezza e nella pienezza trasmette benessere a chi sta intorno. Questa è una tappa molto importante del metodo, molto utile anche per i tempi di crisi e difficoltà interiori che stiamo vivendo.

Sì. È un corso articolato non solo per creare professionisti, ma anche per generare una trasformazione nelle persone che lo seguono. Un cambiamento individuale porta senz’altro ad un cambiamento collettivo. Il motto del metodo CCMS è “conosci te stesso per creare un mondo più bello”. Le piccole comunità con cui ci interfacciamo come la famiglia o l’ambiente di lavoro risentono molto dei nostri cambiamenti individuali. Durante il lockdown abbiamo istituito uno sportello gratuito di ascolto e aiuto alle persone.

In alcuni casi sono bastati anche solo tre incontri per alleviare o cambiare prospettiva rispetto al problema. Ci siamo resi conto delle difficoltà soprattutto dei giovani che, da un giorno all’altro, hanno visto imporsi delle regole rigidissime in un’età in cui c’è proprio bisogno della relazione con l’altro. Tutti noi sentiamo di esistere attraverso una comunicazione empatica. Separando le persone si intacca il vero senso dell’esistenza: se non posso parlare o relazionarmi con l’altro, non esisto, l’altro non mi vede, sono annullato. 

Non siamo solo osservatori, ma possiamo anche cambiare il corso degli eventi cambiando il punto di osservazione e lo stato di coscienza

Quali sono i prossimi obiettivi?

Ogni anno ho nuove intuizioni, inserisco nuove riflessioni, ogni trasformazione che vivo al livello interiore si riflette anche sul corso. Non è infatti un protocollo. A settembre verrà pubblicato anche il libro Il metodo CCMS a scuola di vita, edito dall’associazione Viriditas, che spiega l’approccio circolare e analogico del metodo. Ogni cosa porta ad altro per analogia, similitudine. Tra i prossimi obiettivi anche quello di formare nuovi insegnanti così da divulgare il metodo altrove. 

A chi si rivolge il corso?

È consigliato a counselor, educatori, insegnanti, assistenti sociali, psicoterapeuti o chiunque operando nell’ambito delle professioni di aiuto desideri acquisire competenze avanzate di comunicazione o integrare la propria professione con nuovi strumenti.  

Ci sono due livelli. Al termine del primo, che dura 12 mesi, dopo un esame orale,  esercitazioni pratiche anche sui clienti e un esame scritto, si riceve un certificato di competenza. Il percorso successivo del practitioner ha la durata di 5 mesi e si configura come un approfondimento sui temi della relazione corpo e salute, della coppia e dei bambini/adolescenti. In questi anni ho sempre avuto allievi provenienti dal centro e dal nord Italia, mi auguro che una nuova ventata di consapevolezza possa raggiungere anche persone del sud. Ne abbiamo tutti bisogno!

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