2 Nov 2022

Climate of Change: dal festival IT.A.CÀ un appello per affrontare i cambiamenti climatici

Fra i temi più rilevanti dell'edizione 2022 di IT.A.CÀ, il Festival del Turismo Responsabile, c'è quello del cambiamento climatico. Una delle azioni che le realtà aderenti alla rete organizzatrice hanno proposto è stata la diffusione e sottoscrizione della campagna europea Climate of Change, con un invito alla community di viaggiatrici e viaggiatori a contribuire attivamente.

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La Conferenza delle Parti COP27 è alle porte. Il prossimo novembre, dal 6 al 18 a Sharm El Sheikh, i leader di ogni paese saranno chiamati a proporre e mettere in atto nuove misure per affrontare la crisi climatica per garantire un futuro a tutte e tutti attraverso un cambiamento sistemico. Sarà la volta buona? Difficili a dirsi. 

Le vittime del cambiamento climatico sono tante: ogni anno 20 milioni di persone sono costrette ad abbandonare le proprie case. Il fattore principale all’origine dei cambiamenti climatici è rappresentato dai combustibili fossili, quindi da un sistema economico che si basa soprattutto su carbone, petrolio e gas e sui modi di produzione estrattivi.  

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La rete nazionale di IT.A.CÀ Festival del Turismo Responsabile ha deciso di supportare la campagna europea Climate of Change invitando la community di viaggiatrici e viaggiatori a contribuire attivamente firmando la petizione. La rete nazionale del Festival, assieme all’associazione Camera a Sud, partendo dalla volontà di affermare la stretta connessione tra responsabilità e sostenibilità, continua a creare nuove sinergie per favorire consapevolezza e riflessioni sul tema della mobilità e della crisi climatica.

Sono questi gli argomenti sviluppati anche dal progetto europeo End Climate Change, Start Climate of Change, con WeWorld Onlus come capofila, cofinanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma DEAR (Development Education and Awareness Raising), che punta a creare consapevolezza nelle nuove generazioni sulle questioni riguardanti lo sviluppo sostenibile, mobilitare un maggior sostegno pubblico, fornire ai cittadini strumenti per impegnarsi in modo critico in questioni di sviluppo globale e a promuovere quindi nuove idee e cambiamenti.

Il progetto ha sviluppato attività di formazione, disseminazione e ricerca in 13 paesi europei, ha visto il coinvolgimento di oltre 14.000 giovani, sviluppato collaborazione tra 16 partner europei e ha favorito l’emersione di un metodo di ricerca partecipata, implementata dal Dipartimento di Sociologia e diritto dell’economia dell’Università degli Studi di Bologna, attraverso l’attività dei Climate Diaries – strumento di ricerca partecipativa che permette di visualizzare l’impatto che la crisi climatica sta avendo, attraverso l’utilizzo del proprio smartphone, la condivisione e l’emersione di sentimenti e punti di vista di chi vive in zone ad alto rischio climatico. 

Secondo i dati della Banca Mondiale infatti, entro il 2050 216 milioni di persone saranno costrette a lasciare il proprio paese d’origine a causa delle condizioni climatiche ostili. In Senegal, Kenya, Guatemala e Cambogia è già chiara la connessione tra crisi climatica e fattori di crisi sociali, politici ed economici. Chi non vive sulla propria pelle emergenze di questo tipo non si rende conto della drammaticità delle catastrofi climatiche in atto. Dare voce a chi è stato ed è vittima, non solo dei cambiamenti climatici ma anche di una politica cieca e bieca, può essere spunto di riflessione per chi non si sente colpito in prima persona da eventi del genere. 

Secondo il Programma per l’ambiente delle Nazioni Unite (Unep), nonostante le promesse dei governi al vertice Cop26 di Glasgow, il 2022 ha portato solo progressi «tristemente inadeguati» sul taglio delle emissioni di gas serra. Un altro anno quindi è andato «sprecato perché le emissioni rimangono a livelli pericolosi e record e sono ancora in aumento».

Nel messaggio del rapporto dell’Unep sulle emissioni, The Closing Window si legge: “Non esiste un percorso credibile verso un riscaldamento globale di 1,5 gradi rispetto ai livelli preindustriali e siamo lontanissimi dagli obiettivi dell’accordo di Parigi. Andando avanti con le politiche attuali il surriscaldamento globale rischia di raggiungere 2,8 gradi entro la fine del secolo”. Inger Andersen, direttrice esecutiva del Programma Onu per l’ambiente, ha sottolineato l’urgenza di una riforma della finanza che guardi all’ambiente e a interessi a breve termine, si rende conto della difficoltà di riformare l’economia globale e dimezzare le emissioni di gas serra entro il 2030, ma invita a provarci sul serio.

Chi non vive sulla propria pelle emergenze di questo tipo non si rende conto della drammaticità delle catastrofi climatiche in atto

L’11 novembre in Egitto, durante un evento organizzato con associazioni giovanili ambientali, 6 giovani youth ambassadors attivi sui temi della giustizia climatica presenteranno la petizione della campagna Climate of Change. Anche WeWorld Onlus, la rete nazionale di IT.A.CÀ Festival del Turismo Responsabile e tutti gli altri attori coinvolti nella campagna europea Climate of Change chiederanno, durante la COP 27, alla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen di mantenere il riscaldamento globale al di sotto di 1,5°C raggiungendo la neutralità climatica dell’UE entro il 2040, accelerando il processo di transizione verso l’uso di energie pulite e rinnovabili e bloccando il finanziamento ai combustibili fossili.

Verrà chiesto anche di passare a un’economia del benessere socialmente ed ecologicamente giusta, che abbracci altri indicatori oltre il PIL, anteponendo gli interessi della società e della natura a quelli delle imprese; proteggere i migranti climatici con politiche basate sui diritti umani e fornire alle comunità più vulnerabili supporto tecnico e finanziario; permettere la partecipazione dei giovani per integrare una visione dal basso nel processo decisionale politico, creando Consigli di Giovani nell’UE e negli Stati membri. In questo mondo così interconnesso abbiamo il potere di essere parte del cambiamento. Speriamo sia la volta buona!

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