9 Giu 2023

A Centuripe tra i Calanchi del Cannizzola si fa trekking per contrastare la mafia agricola

A marzo a Centuripe è stato inaugurato un nuovo percorso da trekking nell’area dei Calanchi del Cannizzola. Un’iniziativa che rientra nel progetto di tutela, salvaguardia e presidio della zona voluto da Francesco Capizzi, imprenditore siciliano, per limitare i danni subiti dalla cosiddetta “mafia agricola”, che attraverso incendi dolosi, invasioni di pascolo e furti, conquista tacitamente e a costo zero porzioni di terra di proprietà altrui.

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Enna - Di fronte alle difficoltà siamo soliti gettare la spugna e abbandonare idee e progetti a causa di complicazioni che sembrano insormontabili. Spesso lo sono, ma è vero pure che quasi sempre esistono una o più soluzioni a quel problema che ci tormenta. Lo sa bene Francesco Capizzi, 36 anni, giovane imprenditore siciliano. Nella sua azienda, LumaCapizzi, che si estende tra i Monti Erei e la Valle del Simeto, da Centuripe a Biancavilla, dove coltiva agrumi, ulivi e lumache, a partire dal 2017 ha cominciato a subire grossi danni da parte della cosiddetta “mafia agricola”.

Invasioni di animali da pascolo, incendi dolosi, rottura delle tubature per l’irrigazione per intralciare la lavorazione dei terreni. Atti intimidatori che non subisce solo Francesco, ma anche gli altri agricoltori della zona, da parte di chi vuole conquistare, tacitamente e a costo zero, porzioni di terreni considerati abbandonati nonostante siano recintati.

calanchi del cannizzola

Francesco ha sempre denunciato alle forze dell’ordine ogni azione minacciosa nei suoi confronti e ragionato su possibili soluzioni per valorizzare un territorio dall’infinita bellezza. Ha deciso così di creare un presidio che potesse riunire la gente locale, anche perché molti dei terreni limitrofi alla sua proprietà, anche questi occupati abusivamente, sono comunali. E mentre guardava una puntata di Generazione Bellezza ha avuto l’idea: installare una panchina gigante proprio nei territori vicino Centuripe per richiamare l’attenzione dei turisti.

Le ormai famose Big Bench nascono in Piemonte per volontà del designer Chris Bangle, allo scopo di incoraggiare gli adulti a riscoprire l’arte della meraviglia osservando il territorio con occhi diversi. Oggi se ne contano tantissime in giro per l’Italia e l’Europa. Il 28 aprile del 2022 Francesco e sua moglie hanno inaugurato la prima panchina nel territorio Calanchi del Cannizzola e da allora si conta una presenza di turisti mai vista prima per un’area completamente abbandonata, anche e soprattutto dalle istituzioni. Basti pensare che da ben 35 anni la strada provinciale che collega Centuripe a Palermo, passando per Catenanuova, è interrotta e non è mai stata sistemata.

Non lo fanno per male, è una questione culturale. Avanzano con presunzione in terreni che considerano abbandonati per far mangiare i loro animali.

Dall’installazione della panchina si è costituita una rete di ragazzi e ragazze che come Francesco hanno voglia di tutela, salvaguardia e rispetto. L’area dei Calanchi del Cannizzola è diventata così anche meta prescelta per le riprese di videoclip e film, dai Coma_Cose a Di Martino e Colapesce, oltre che per la nascita di un nuovo percorso da trekking intorno all’area. «L’anno scorso per caso mi sono accorto di un gruppo di camminatori nella zona. Sono entrato in contatto con Beppe Biacco, ideatore del percorso, e insieme abbiamo dato vita a nuovi progetti».

«Alla panchina gigante abbiamo aggiunto una piccola area pic-nic, un gazebo in canne e legno per dare ristoro ai turisti e i bagni. In questa area in estate si raggiungono anche 47 gradi, siamo nel “deserto della Sicilia”, serviva qualcosa che potesse permettere alle persone di sostare qui nonostante la calura. Oggi sono anche tanti i camper che si fermano gratuitamente presidiando il territorio anche di notte», racconta Francesco.

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Il 19 marzo è stato ufficialmente inaugurato il trekking dei Calanchi del Cannizzola, della durata di circa 3 ore e 50 minuti, che sta incuriosendo agenzie turistiche e appassionati. Anche i CAI di Roma e di Milano sono venuti a conoscere il percorso. «Questo è uno dei tanti percorsi fattibili nel territorio di Centuripe, ce ne sono molti in zona. Nonostante il paese conti 5000 abitanti, ha il territorio comunale di pertinenza più grande della Sicilia. Siamo in una delle zone più magiche dell’isola, anche la forma del paese – per alcuni l’impianto urbanistico richiama la forma di un uomo sdraiato, per altri quella di una stella marina – è molto particolare, così come la sua storia».

«Si tratta di una delle città più importanti dell’antichità, non a caso reperti archeologici di Centuripe sono sparsi in tutto il mondo. Qui c’è un panorama mozzafiato, un set cinematografico a cielo aperto riscoperto da poco, ma che in realtà era già stato apprezzato dal 1960 durante le riprese de La Bibbia di John Huston», continua Francesco.    

Con l’arrivo della stagione estiva e l’aumentare delle temperature inizieranno anche le escursioni serali, al tramonto, che si concluderanno con un aperitivo a base di arance e/o spremute di arance coltivate nell’azienda di Francesco. Resistere in un territorio così complicato non è semplice, ma la passione e la voglia di non mollare di Francesco e dei ragazzi del presidio comincia a dare i suoi buoni frutti. L’abusivismo del pascolo continua a esserci anche se risulta più controllato e meno aggressivo rispetto al passato. Denunciare resta fondamentale anche se spesso risulta complicato coinvolgere i proprietari dei terreni invasi che spesso sono i primi a non prendersi cura delle proprie terre.

calanco

«Non lo fanno per male, è una questione culturale. Avanzano con presunzione in terreni che considerano abbandonati per far mangiare i loro animali. Ma chi lo dice che sono abbandonati? Sanno che noi agricoltori abbiamo spesso varie difficoltà nelle coltivazioni e sanno pure che un paio di loro invasioni possono completamente annientarci. Consapevoli di queste dinamiche continuano con le loro azioni intimidatorie che non sono mai rivolte alle persone, anzi! Se serve sono sempre pronti ad aiutare i turisti», commenta Francesco.

Ma il vento sembra cambiare direzione. Francesco ha chiesto aiuto anche all’Asaec, l’associazione antiestorsione etnea dedicata a Libero Grassi, e impiega molto del suo tempo per incontrare scuole e giovani per incentivare una cultura che ha voglia e non teme di denunciare. «Hanno capito che ho ragione, seguo la mia strada anche se va contro la loro. Con i furti, gli incendi e le devastazioni si sono fermati, sono rimaste costanti solo le invasioni. La speranza è che anche queste possano, prima o poi, esaurirsi», conclude il coraggioso imprenditore siciliano.

Francesco ha la forza di chi sa di non essere solo. Insieme a lui e alla moglie, l’associazione antiracket ma anche Beppe Biacco, Sergio Nicoloso e molti altri giovani che hanno a cuore la propria terra e i valori della legalità e del rispetto umano e ambientale e donano il loro tempo e il loro impegno con generosità e amore.

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