10 Lug 2023

MewColors, il progetto di una giovane stilista ispirato a slow fashion ed economia circolare

Passione per l’handmade, continua sperimentazione e upcycling, il tutto condensato in un coloratissimo progetto tutto napoletano che porta il nome di MewColors. Abbiamo intervistato Chiara Di Costanzo, la mente creativa da cui nasce un concept di moda sostenibile che non rinuncia alle tendenze, ma anzi ne crea di nuove.

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Campania - MewColors nasce a Napoli e di questa città accoglie i suoi meravigliosi contrasti. Quando si parla di artigianato si presenta sempre la stessa idea di fondo nell’immaginario collettivo, quella del vintage che con le tendenze del momento non ha niente a che vedere. Forse dovremmo chiederci da quando prestare l’attenzione e la pazienza necessarie ai dettagli sia passato di moda…

La realizzazione di un lavoro all’uncinetto, a maglia o più in generale di un capo sartoriale richiede del tempo, in un momento storico in cui la produzione deve procedere inarrestabile per stare al ritmo della logica di consumo della fast fashion. Ma cosa resta poi della possibilità di esprimersi attraverso uno stile d’abbigliamento unico, fatto su misura della propria persona e personalità? Poco o nulla.

Nel ricercare quei brand che si impegnano quotidianamente ad abbattere questo stereotipo sull’handmade può capitare di imbattersi nel coloratissimo mondo nato dalla mente creativa di Chiara Di Costanzo, che con la realizzazione dei capi MewColors ci dimostra come sia possibile conciliare moda sostenibile e tendenze, la finezza dell’uncinetto e l’audacia del punk.

MewColors

Oltre che un brand, MewColors rappresenta un concept innovativo, che unisce alla sperimentazione di tecniche e di stili una ricerca accurata dei materiali da utilizzare. Il senso è dare nuova vita a quei filati e stoffe, ricavati da mercerie di fiducia, che in alternativa rimarrebbero inutilizzati in quanto “scarti”. Abbiamo avuto modo di conoscere meglio questo progetto, così come ce lo ha raccontato la sua fondatrice. Le parole di Chiara sono una dimostrazione di come la sinergia tra creatività e voglia di fare possa dar vita a un’idea di successo, un marchio con una sua propria personalità, che si nutre delle influenze più disparate rendendosi riconoscibile in un panorama del fashion in cui spesso tutto è uguale a sé stesso.

Chiara, come nasce questa tua passione per la moda?

MewColors nacque come un lavoretto da affiancare all’università. Inizialmente mi occupavo solamente di tingere calzini tie dye, poi man mano ho iniziato a sperimentare con uncinetto e macchina per cucire, scattare editoriali e interessarmi al mondo della moda, capendo che in realtà amavo e amo di più fare e studiare questo rispetto al corso universitario che frequentavo, che infatti poi ho lasciato per dedicarmi solamente a MewColors.

Hai imparato da autodidatta?

Sì, ho imparato tutto da sola sperimentando, studiando cartamodelli e riviste, seguendo tutorial e informandomi su esami accademici dati da persone che conosco.

Da quante persone è composto il team di MewColors?

È una domanda alla quale non so rispondere, dato che l’idea di MewColors è quella di dare spazio a qualsiasi artigianæ che voglia esporre un suo lavoro online.

MewColors
Nel corso degli anni hai sperimentato varie tecniche – tie dye, uncinetto, sartoria – e spesso i tuoi lavori sono il risultato di una produzione variegata. Ma come nasce un capo MewColors?

Un capo MewColors nasce da tanta pazienza e tanto amore, indipendentemente dalla tecnica utilizzata.

Quali sono le tue principali fonti d’ispirazione?

Dipende dalla giornata, potrei essere ispirata da altri designer come potrei trovare ispirazione anche semplicemente guardando un tessuto o un filato che mi piace, immaginando cosa potrebbe diventare.

Quali sono le varie tappe di produzione?

C’è prima l’acquisto delle materie prime, ovvero gomitoli e tessuti, che cerco sempre di reperire da mercerie di fiducia. Poi ci sono il design, il cartamodello ricavato dal manichino, il prototipo e infine la produzione del capo stesso.

Amo creare capi d’abbigliamento e amo l’idea che altre persone possano farlo, come amo immaginare un mondo in cui tutti smettano di indossare capi fast fashion e inizino a crearsi vestiti da soli

Attualmente vendi le tue creazioni su Depop o in occasione di festival/eventi; prevedi di aprire un negozio MewColors in futuro?

Assolutamente sì! Il mio sogno è quello di aprire uno store tutto dedicato a Mew, sia online che fisico. Penso di essere ancora lontana da questo obiettivo, ci vogliono pazienza e soprattutto perseveranza.

Quali sono gli ideali che ti hanno spinta a mandare avanti un progetto simile?

Amo creare capi d’abbigliamento e amo l’idea che altre persone possano farlo, come amo immaginare un mondo in cui tutti smettano di indossare capi fast fashion e inizino a crearsi vestiti da soli, acquistare solo slow fashion o vintage e impegnarsi anche sotto questo punto di vista a mobilitarsi per dare una mano all’ambiente. Quindi direi che l’ideale che mi spinge di più è quello appunto della moda sostenibile.

Come scegli tessuti e materiali per gli abiti che realizzi?

Acquisto sempre da mercerie di fiducia, evitando di acquistare online, potendo così sempre avere certezza di ciò che sto acquistando, cercando sempre di scegliere tessuti e filati naturali e/o di fine serie, che sono quelli che più rischiano di diventare rifiuti.

MewColors
Mi parli meglio di MewSafe?

MewSafe è una pratica che si rifà a quello che è conosciuto meglio come “upcycling”, ma senza troppi paroloni è semplicemente utilizzare materiali di scarto per produrre qualcosa di nuovo, dando nuova vita al tessuto ed evitando che diventi un rifiuto. Si tratta quindi di riciclare tutto ciò che può essere riciclato, fino all’ultimo filo.

Credi che a Napoli sia cambiato l’approccio alla slow fashion negli ultimi anni, da quando hai inaugurato questo progetto ad oggi? C’è effettivamente un’attenzione in più alla moda circolare?

Credo che in molti abbiano capito l’importanza dello slow fashion e del suo impatto ambientale, anche e soprattutto dopo le rivelazioni date dai media riguardo le grandi aziende di fast fashion. Purtroppo ho riscontrato che queste persone sono ancora molte meno delle tante che ancora non si sono rese conto della gravità della situazione. Spero che pian piano tutti capiscano quanto sia importante, per il nostro pianeta e per noi stessi, acquistare moda sostenibile.

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