26 Set 2023

Communities’ Sustainable eXperience per progettare il futuro delle Madonie e delle aree interne

Incontri, riflessioni, idee e visioni per progettare il futuro delle Madonie e delle aree interne a partire dal progetto Madonie Living Lab. È stato anche questo Communities’ Sustainable eXperience, l’evento che si è svolto dal 22 al 24 a Petralia Sottana in cui era presente anche Italia che Cambia, che ha portato la propria esperienza di voce del cambiamento che sta rigenerando la Sicilia e l'Italia.

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Palermo - Ho sempre pensato alle Madonie con un misto di curiosità e sogno pur non avendole, fino a qualche giorno fa, mai attraversate. Sono sempre stata attratta da questi territori in una forma insolita e per certi versi incomprensibile ed è anche per questo che quando mi è stato proposto di moderare dei tavoli a nome di Italia che Cambia a un evento proprio in questo territorio non ho avuto dubbi! 

Communities’ Sustainable eXperience si è rivelata un’esperienza umana ricchissima di emozioni, idee, progetti, desideri e voglia di animare questi luoghi che, come tutte le aree interne italiane, vivono molte complessità dovute a uno spopolamento continuo che contribuisce ulteriormente alla sottrazione di servizi primari, ospedali e scuole in primis, e alla mancanza di collegamenti di ogni genere con i centri più grandi.

Dal 22 al 24 settembre, presso l’ex Convento dei Padri Riformati a Petralia Sottana, architetti, ricercatori, ingegneri, dirigenti, professori universitari, politici, project manager, insegnanti, designer, studenti e giovani si sono interrogati sul futuro delle Madonie e sul percorso di Madonie Living Lab ideato e avviato dall’Unione dei Comuni delle Madonie, la Rete Scolastica delle Madonie, So.Svi.Ma, una società privata di sviluppo della zona, il laboratorio di design di Palermo Push e la società Avanzi di Milano. 

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Elisa Cutuli durante la tavola rotonda “Trasformare”

Tra gli oltre 100 relatori e il fitto programma di interventi, workshop e laboratori, anche Italia che Cambia ha partecipato a questo dibattito moderando le tavole rotonde a conclusione delle tre giornate. Restare, trasformare, animare, crescere, nutrire, prototipare, curare, coinvolgere, comunicare, investire, costruire dal basso, acquisire competenze sono stati i temi attorno ai quali si è discusso per affrontare le sfide future che interesseranno le comunità delle Madonie e non solo

Riscoprire i territori delle aree interne, al di là degli stereotipi – nel bene e nel male – è sicuramente il primo passo da fare e per farlo serve ascolto, cura e rispetto delle esigenze delle genti che vivono questi luoghi. Con lo stesso principio che si dovrebbe applicare quando si pensa e si decide di portare delle migliorie nei paesi del Terzo Mondo.

«Spesso, con uno sguardo esterno, si costruiscono pozzi o qualunque altro bene pensando di fornire un aiuto, di alleggerire e migliorare la vita locale, senza pensare che lo si sta facendo in un’ottica più vicina alle esigenze di noi occidentali che non di quelle reali degli abitanti del posto. Lo stesso vale per le Madonie», ha sottolineato Claudio Arestivo di Moltivolti.

La strada migliore per trovare con creatività le soluzioni più giuste per la complessità dei nostri tempi

Il futuro di Madonie Living Lab è ancora tutto da scrivere, ma dopo questi tre giorni non mancheranno di certo le idee e i buoni propositi. Ogni confronto infatti è stato utile per capire come animare anche Spazio Madonie, l’ex convento trasformato in un luogo di innovazione che verrà inaugurato a gennaio, pensato e ideato dopo aver mappato le esigenze del territorio attraverso una serie di interviste agli enti pubblici e locali del territorio e alle realtà associative e imprenditoriali.

All’interno sono previsti uno spazio di coworking, un laboratorio audio con strumenti musicali e attrezzature varie per registrare, una sala posa per foto professionali, un laboratorio di realtà virtuale, uno spazio eventi, un foodlab con cucine per corsi e show cooking, un fablab e una foresteria. «Per arricchire la cultura comune è fondamentale promuovere processi virtuosi e spazi urbani che favoriscano relazioni sociali» è stato sottolineato da chi sui Sicani, a Castelbuono e a Caltanissetta, sta avviando esperienze di living lab e spazi di comunità con l’obiettivo di creare un circolo vizioso di sviluppo di conoscenze, competenze e relazioni. 

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Un momento della tavola rotonda “Animare” a conclusione dei tre giorni

Una sfida che ha bisogno del coinvolgimento di tutti per abbattere le diffidenze e le barriere, non solo fisiche, per un investimento che è tanto infrastrutturale quanto, soprattutto, nel potenziale e capitale umano, oltre a quello materiale e immateriale. Valorizzare un territorio e la sua comunità significa creare una rete di giovani preparati e con le competenze necessarie per relazionarsi con il resto del mondo restando, se lo vogliono, in Sicilia.

Significa promuovere una scuola che abbia una proposta di formazione a passo con i tempi, capace di fornire strumenti economici e imprenditoriali che possano rispondere alla domanda di molte aziende, ma che dia spazio anche alla manualità. Significa attuare un cambiamento profondo di mentalità e priorità in cui superare disparità di genere – anche ad esempio nei confronti di alcune professioni considerate per antonomasia “maschili” –, sociali, culturali ed economiche. 

Significa sostenere una visione politica che promuova una rivoluzione sistemica che abbia una ricaduta positiva sull’occupazione, sugli stili di vita, sulla scala dei valori, sull’economia, sulla finanza e quindi sull’ambiente, che garantisca la salute del singolo individuo e del pianeta per un’economia del benessere senza sprechi.

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Uno scorcio delle Madonie

Per un’economia circolare da applicare ovunque e che oggi trova già tante forme di realizzazione, dagli spazi dismessi e recuperati per nuovi usi comunitari a nuovi parchi e boschi in aree abbandonate, fino a iniziative di recupero del cibo. Riconoscendo la connessione intrinseca tra ambiente e società per uno sviluppo urbano fondato sull’ecologia integrale, al di là delle sole considerazioni economiche.

Questo e molto altro ancora è emerso durante Communities’ Sustainable eXperience, una visione molto in linea con il racconto che Italia che Cambia promuove quotidianamente da dieci anni a questa parte. E con la nostra redazione siciliana vogliamo sempre di più dare voce ai territori e alle loro genti di quest’isola in cambiamento per continuare a fornire un esempio di fiducia e replicabilità.

Nella speranza che anche Madonie Living Lab diventi presto un modello virtuoso da replicare ed esportare altrove, ho percorso la strada del ritorno tra scorci meravigliosi, arcobaleni, trazzere e gioia nel cuore. Quel sogno che avevo sempre immaginato inconsapevolmente. Felice di aver incontrato così tante persone portavoce di una visione che mette al centro e sullo stesso piano l’uomo e l’ambiente: la strada migliore per trovare con creatività le soluzioni più giuste per la complessità dei nostri tempi. In bocca al lupo a Madonie Living Lab!

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