29 Mar 2024

La gestione dei rifiuti in Sicilia, tra esperienze virtuose e assenza di governance

In occasione della Seconda Giornata Internazionale Rifiuti Zero/ Zero Waste, Sicilia che Cambia torna sulla questione "gestione dei rifiuti" ripartendo da alcuni esempi positivi e da alcune battaglie vinte da comitati di cittadini e da Zero Waste Rifiuti Zero Sicilia. Viene fuori l'immagine di un'Isola che, pian piano, presenta progetti virtuosi e non accetta più la distruzione del territorio. Ma non basta. Manuela Leone, Zero Waste Italy: «È prioritaria una governance che guarda allo sviluppo dell’economia circolare e che bandisca le forme di incenerimento e distruzione della materia».

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“La Sicilia verso rifiuti zero” è un obiettivo verso cui puntano associazioni, comitati cittadini e anche qualche Comune ed ente virtuoso. Una strada da percorrere, riconoscendo quanto affrontare l’emergenza della gestione dei rifiuti non solo sia improcrastinabile ma vada anche fatto attraverso una progettualità puntuale che rimetta in discussione il ciclo del prodotto e segua la gerarchia del rifiuto.

Il 30 marzo, in occasione della Seconda Giornata Internazionale Rifiuti Zero/ZeroWaste, Sicilia che Cambia torna su un argomento che ci sta a cuore e lo fa ripartendo da alcuni esempi positivi nonché da alcune battaglie vinte da comitati di cittadini e da Zero Waste e Rifiuti Zero Sicilia. Battaglie che dimostrano come la cittadinanza attiva sia sempre uno strumento potentissimo di protesta e proposta.

In una Sicilia dove lentamente cresce finalmente la raccolta differenziata – complessivamente nel 2022 si attesta al 53,34% superando quindi per la prima volta il 50% – e in cui si incrementano pian piano i progetti virtuosi di riciclo e rigenerazione, per parlare di gestione dei rifiuti e rifiuti zero siamo tornati indietro all’incontro dell’anno scorso, dal titolo La Sicilia verso rifiuti zero a Isola Catania, un’occasione per raccontate anche alcune battaglie in corso, e vedere quali, a distanza di mesi, sono state vinte da cittadini e associazioni.

«Questo anno per Rifiuti Zero Sicilia ha significato molti passi come la nascita dei circoli di Giarre e Gela, la vittoria a Modica/Pozzallo, l’inizio di attività nelle scuole di Catania, città nella quale è forte il bisogno di investire in formazione alla sostenibilità, e la partecipazione a diversi progetti di rete. Celebriamo questa seconda Giornata internazionale combattuti tra la preoccupazione derivata dalle scelte gravi della Regione Sicilia di voler investire sugli inceneritori e uno spirito positivo che arriva dai risultati delle attività sui territori», è il commento di Salvatore Bulla, presidente di Rifiuti Zero Sicilia.

LEONE, ZERO WASTE ITALY: «IMPIANTI SÌ, MA NON SENZA VALUTAZIONE IMPATTO AMBIENTALE»

Una su tutte è quella contro l’impianto di Bellamagna a Modica e Pozzallo. «Per anni i cittadini hanno vissuto con lo spettro dell’impianto di biometano a Modica accanto a un’area archeologica e a 700 metri dal centro abitato. È stata una battaglia iniziata nel 2019 che Rifiuti Zero Sicilia ha condotto assieme al CSPA – Comitato per la Salute Pubblica e l’Ambiente», dice Manuela Leone, referente per la Sicilia di Zero Waste Italy.

«Quell’impianto – continua – era stato presentato come un impianto per i rifiuti urbani ma in realtà, pur trovandosi in una zona non industriale, serviva all’industria. È fondamentale capire che, a livello di tutela ambientale, quando si parla di gestione dei rifiuti non si può pensare a “rifiuti zero, impianti mille”, ma la soluzione deve essere “rifiuti zero, impianti efficienti e non ovunque”».

Fino a quando la regione continuerà a pensare che la gestione dei rifiuti va fatta a valle, gestendo il rifiuto come prodotto da eliminare e non a monte progettando, riducendo e riutilizzando, il passo sarà sempre troppo lento.

«Gli impianti – sottolinea – vanno progettati seguendo le logiche di valutazione di impatto ambientale e devono essere ascoltati i cittadini. Sono fondamentali la chiarezza e trasparenza. Non parliamo di sindrome Nimby [non nel mio cortile, ndr], ma di correttezza nella pianificazione e nel rispetto di esecuzione delle normative. Ecco, in questo caso non esisteva la Valutazione di Impatto Ambientale e Cumulativo e non era stata seguita alcuna procedura partecipativa».

La battaglia sull’impianto di Bellamagna è il simbolo di una Sicilia che non si piega più alla stupro del territorio e non accetta di mettere in pericolo la salute e l’ambiente. Ci sono però altri elementi positivi da raccontare. «A Catania, ad esempio, oltre al lento ma continuo incremento della raccolta differenziata, crescono gli incontri con le scuole e si paventa finalmente la possibilità di istituire un Osservatorio comunale sui rifiuti», continua Leone. Quest’ultimo progetto sostenuto anche da Sicilia che Cambia.

I CASI POSITIVI NELLA GESTIONE DEI RIFIUTI IN SICILIA

In una Sicilia che si muove verso l’obiettivo Rifiuti Zero spiccano alcuni casi virtuosi, come ad esempio alcuni progetti che si sono meritati la menzione speciale per l’economia circolare nell’ambito del Dossier comuni Ricicloni di Legambiente 2023, realizzato con dati parziali: i Comuni, infatti, partecipano al concorso su base volontaria, inviando i dati di produzione dei rifiuti nei tempi e nei modi stabiliti dagli organizzatori e la regione Sicilia non pubblica i dati in modo continuativo.

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Tra queste esperienze, segnaliamo Cristina Falsone, fashion designer e fondatrice del brand Canicattiva, per aver dato consistenza in modo originale ai principi del riutilizzo creativo e sostenibile applicandoli alla moda – riesce, ad esempio, a creare una giacca utilizzando un ombrellone da spiaggia –, nonché la Fattoria Valle dei Templi-Azienda Agricola Terre del Barone, per aver previsto l’utilizzo sperimentale in azienda dello SmartComp, un innovativo compostatore di comunità.

E poi ancora il Comune di Calatafimi-Segesta, per aver fatto nascere, nell’ambito del progetto Re-Né – Relancer une Nouvelle Économie, un Centro del Riuso per la cui gestione sono stati appositamente selezionati e avviati alla formazione 22 giovani che si specializzeranno nel riciclo di indumenti usati e piccoli RAEE, nonché il progetto Generazioni virtuose – Azioni di riciclo mai viste, sostenuto da Fondazione con il Sud, per aver dato vita nelle comunità di Montelepre, San Cipirello, Balestrate, Giardinello, San Giuseppe Jato e Partinico, a un patto intergenerazionale fondato sulla condivisione di pratiche di cittadinanza attiva, con la “bonifica” di sentieri in natura da valorizzare turisticamente.  

Storie positive che si inseriscono nel percorso di progressi che stanno avvenendo nell’isola nella gestione del riciclo integrato dei rifiuti, grazie agli impegni di amministrazioni comunali virtuose e di cittadini attivi e motivati. «È iniziato il cammino inarrestabile verso l’economia circolare, che qualcuno cercherà di ostacolare con proposte stravaganti come i cassonetti intelligenti al posto del porta a porta o con inceneritori e discariche, ma la direzione è tracciata», dichiara Claudia Casa, responsabile economia circolare di Legambiente Sicilia.

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Foto di Jas Min su Unsplash
LA GESTIONE DEI RIFIUTI VIRTUOSA DEVE CONSIDERARE IL RIFIUTO COME RISORSA

«Lo testimoniano – continua – i Comuni siciliani che hanno ottenuto il titolo di “Comuni Ricicloni”.  Lo confermano i sempre più numerosi Comuni Rifiuti Free. È importante quindi accelerare verso questa direzione e mantenere una rotta nella quale i Comuni devono continuare a svolgere insieme ai cittadini un ruolo straordinario». Ma a tutti questi esempi positivi serve il supporto dell’amministrazione regionale. Gli impegni infatti richiedono rimodulazione dei servizi di raccolta, l’implementazione del porta a porta che favorisca sempre più la raccolta monomateriale, l’introduzione della tariffa puntuale, la promozione dei prodotti sfusi e del vuoto a rendere, la realizzazione di centri del riuso e di preparazione al riutilizzo».

È  dunque possibile creare una road map temporale in questo percorso di una Sicilia verso i rifiuti Zero? «È  possibile, certo – sottolinea Manuela Leone – ma per farlo continua a essere prioritaria una governance che guardi allo sviluppo dell’economia circolare e che bandisca le forme di incenerimento e distruzione della materia. Purtroppo in mezzo ai dati positivi ci sono elementi davvero negativi come la volontà della giunta regionale di avanzare verso la realizzazione di inceneritori che rischia di invalidare il percorso che fanno i Comuni».

Per cambiare passo bisogna ripartire dalla progettazione e dalla lungimiranza. «Basti pensare – conclude Leone – che il 98% della vecchia programmazione del trattamento dei rifiuti non è stato speso e si trattava di fondi preziosi da usare per impianti di recupero, di riciclo, centri di riuso, centri di prossimità di raccolta come isole ecologiche o come piccoli centri di compostaggio. Fino a quando la regione continuerà a pensare che la gestione dei rifiuti va fatta a valle, gestendo il rifiuto come prodotto da eliminare e non a monte progettando, riducendo e riutilizzando, il passo sarà sempre troppo lento». 

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