8 Maggio 2025 | Tempo lettura: 5 minuti

In Calabria parte la prima sperimentazione di agrumeti in agroecologia

La Calabria punta all’agrumicoltura, la coltivazione in agroecologia per la rigenerazione della fertilità organica dei suoli, della biodiversità e di relazioni umane giuste.

Autore: Salvina Elisa Cutuli
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La crisi climatica mette sotto pressione l’agricoltura in ogni sua forma, compresa quella biologica. Ma in mezzo alle difficoltà, si fanno strada pratiche e visioni nuove, capaci di rispondere in modo più profondo e sistemico. È il caso della sperimentazione di agrumeti in agroecologia in Calabria, dove un gruppo di realtà agricole e associazioni ha deciso di unire biodiversità, giustizia sociale e rigenerazione del suolo in un progetto pionieristico.

L’agroecologia consiste in un insieme di tecniche che oltre alla produzione di cibo, favoriscono la biodiversità, la rigenerazione del suolo e un approccio democratico al cibo, che considera un diritto, ed è oggi oggi uno degli approcci più significativi nella promozione di produzioni agricole e sistemi alimentari sostenibili, di qualità e che rispettano l’ambiente, la biodiversità e le comunità in cui operano. I tanti esempi virtuosi sparsi in giro per il mondo lo testimoniano – Spagna, Brasile, Burkina Faso per citarne alcuni – ma anche in Italia non mancano posizioni o progetti innovativi. In Sicilia, ad esempio, dopo circa tre anni è diventata operativa la legge regionale sull’agroecologia e anche la Calabria si sta muovendo in questa direzione.

La regione ha ospitato di recente l’evento “Agrumeti in agroecologia. La coltivazione agrumicola per la rigenerazione della fertilità organica dei suoli, della biodiversità e di relazioni umane giuste”. Un’iniziativa formativa di UpBio, ABC Calabria, Rete Humus e Carpe Naturam, nell’ambito del progetto NATUR BIO che punta a sensibilizzare i cambiamenti in ambito agroecologico dovuti all’evoluzione climatica. La Calabria avrà la sua prima sperimentazione di agrumeti in agroecologia e i terreni saranno quelli della OP Carpe Naturam a Corigliano Rossano. 

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Sono tanti i progetti virtuosi di agroecologia sparsi in giro per il mondo

La coltivazione agrumicola in biologico in Italia copre una superficie di 33.007 ettari, il 29,5% della superficie agrumicola totale. Si tratta dell’incidenza più alta fra le colture presenti nel nostro Paese sul totale coltivato. I dati, forniti dal Sistema di Informazione Nazionale sull’ Agricoltura Biologica (SINAB), ci restituiscono un panorama agricolo che vede la Calabria coltivata per 10.685 ettari di agrumi biologici, circa un terzo della superficie agrumicola calabrese.

«Oggi sono 33.000 gli ettari di agrumi coltivati in agricoltura biologica, sugli oltre 100.000 ettari complessivamente coltivati in Italia», ha sottolineato Maurizio Agostino, presidente di Agricoltura Biologica Calabria (ABC) e di Rete Humus. «Si tratta di un primo passo che ha comportato l’eliminazione dei mezzi chimici di sintesi ma che da sola non riesce ad assicurare produzioni sostenibili e durature. Adesso serve mettere in pratica strategie di miglioramento della fertilità organica dei suoli e di incremento della biodiversità degli agrumeti, soprattutto con sistemi di agroforestazione».

La Calabria avrà la sua prima sperimentazione di agrumeti in agroecologia e i terreni saranno quelli della OP Carpe Naturam a Corigliano Rossano

La necessità di una prima sperimentazione di agrumeti in agroecologia nasce proprio da questa riflessione. E secondo Miguel Altieri e Clara Nichols, ricercatori di esperienza internazionale e docenti dell’Università di Berkeley, in California, bisogna cogliere l’opportunità. «È un’esigenza urgente, bisogna pensare al cambiamento climatico come un’evoluzione trasversale in cui tutti gli elementi ambientali sono coinvolti. L’interrelazione richiede un’attenta osservazione del comportamento del suolo, della vegetazione delle piante coltivate e spontanee e della fruttificazione, tenendo presente la sempre minore quantità di acqua disponibile e l’innalzamento delle temperature. Osservati speciali sono anche gli eventi climatici estremi».

L’agroecologia punta a rigenerare la fertilità organica dei suoli, la biodiversità e le relazioni umane giuste. La stessa produzione degli agrumi non viene riconosciuta solo per la capacità produttiva, ma anche per il valore sociale che nel tempo ha saputo incentivare in Calabria e non solo. La sperimentazione di agrumeti in agroecologia acquista quindi ancora più valore.

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La sperimentazione di agrumeti in agroecologia è un’importante opportunità per la Calabria

SOS Rosarno e Biosmurra sono solo due tra le eccellenze del territorio calabrese attente all’aspetto umano. SOS Rosarno nasce come una campagna per mettere in regola i lavoratori stagionali a nero e si basa su tre pilastri: la piccola agricoltura biologica, la dignità del lavoro e la solidarietà. Capire perché due categorie di sfruttati, i piccoli produttori e i lavoratori stagionali, si facevano la guerra fra loro invece di coalizzarsi, è stato il punto di partenza. 

La seconda è invece un’azienda di agricoltura sostenibile dalla gestione tutta al femminile che nasce dal confronto tra sensibilità differenti, quelle di una madre e due figlie, con un obiettivo condiviso: contribuire a difendere un’idea di agricoltura e di alimentazione rispettose della Terra e delle persone, nella convinzione che, oggi come ieri, produrre sano è possibile.

Ed ecco che giustizia sociale e giustizia climatica tornano ad essere il filo conduttore di una lettura più attenta dei nostri tempi. Fondamentale è la circolarità sociale e non solo quella produttiva che il mondo dell’agricoltura rappresenta, così come le azioni finalizzate all’inclusione responsabile di ogni figura sociale e di maestranza, interessata alla conduzione delle coltivazioni, fino ai consumatori finali.