Il candidato, il nuovo romanzo di Maurizio Onnis sulla resistenza sarda alla speculazione energetica
Il romanzo “Il candidato” di Maurizio Onnis racconta una Sardegna complessa e viva, attraversata da interessi contrapposti, visioni diverse e da un desiderio profondo di riscatto collettivo.
Il 21 maggio presso la Fondazione di Sardegna a Cagliari, verrà presentato Il candidato, romanzo di Maurizio Onnis. L’autore, sindaco di Villanovaforru – piccolo Comune del Sud Sardegna di circa 850 abitanti – e penna della nostra redazione, affronta con sguardo critico e polifonico uno dei temi più attuali e controversi dell’isola: la transizione trasformata in speculazione energetica. Lo fa dando voce a molteplici prospettive – quelle delle persone sarde e non, dei politici, degli agricoltori e dei commercianti – e tratteggiando un quadro complesso, dove ogni punto di vista contribuisce a disegnare una realtà contraddittoria, attraversata da interessi divergenti e conflitti irrisolti.
Da anni in Sardegna si discute dell’impatto delle opere legate alla transizione energetica e del rapporto tra impianti di produzione di energia rinnovabile e sostenibilità ambientale. La transizione energetica è una necessità globale, ma ciò che per molti appare come un inevitabile passo verso un futuro più verde, per altri solleva interrogativi che riguardano la storia, il paesaggio e l’identità dell’Isola.
L’Isola, già fortemente segnata da servitù di vario genere – come quelle militari – e da decisioni imposte dall’alto, si trova ancora una volta a fare i conti con interventi che rischiano di non tener conto delle esigenze delle comunità locali. L’installazione massiccia di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili senza tener conto delle varie peculiarità e vocazioni territoriali, lungi dall’essere solo una questione ambientale, si carica quindi di implicazioni sociali, politiche e culturali.

Non si tratta solo di trasformare pezzi di territorio in “centrali del vento”. C’è in gioco qualcosa di più profondo: la memoria storica, il legame con la terra, un’identità culturale che rischia di essere smantellata a colpi di espropri e concessioni. Per cui le questioni relative le rinnovabili in Sardegna, sebbene si presentino a primo impatto come ambientali, sono anche e soprattutto politiche, sociali e comunitarie.
La storia de Il Candidato
Il romanzo inizia con l’arresto del Presidente della Regione Sardegna, Marco Satta. A tentare di fare chiarezza sulla vicenda è un giornalista piemontese, voce narrante del romanzo, che si reca nell’Isola con l’intento di ricostruire i fatti. Fin dai primi passi dell’indagine la situazione appare poco limpida. Il viaggio del giornalista parte dal paese natale di Satta, Saffule, dove raccoglie le prime testimonianze. Le persone intervistate – che operano in settori diversi – sono accomunate da una realtà diffusa di clientelismo, in cui il voto viene spesso scambiato per favori, promesse di lavoro o altri vantaggi.
Questo tema si ripete in molte delle interviste successive: tutti in qualche modo sembrano coinvolti in un sistema in cui ogni cosa ha un prezzo, ogni bene o servizio è “vendibile”. Tra i testimoni ci sono un commerciante, un agricoltore che ha dedicato la vita alla sua terra, un professore disinteressato ai terreni ereditati, un archeologo, politici dalle alleanze incerte e infine le voci ribelli dei manifestanti. Proprio questi ultimi rappresentano una delle poche speranze per un cambiamento reale: sono coloro che si oppongono apertamente alla speculazione energetica e ai giochi di potere che minacciano di snaturare la Sardegna.

A dare maggiore profondità al racconto è proprio lo sguardo del giornalista, estraneo alla realtà sarda. Il suo punto di vista esterno diventa uno strumento narrativo capace di evidenziare, con ironia e tratti talvolta caricaturali, le contraddizioni e le complessità di un contesto sociale poco compreso oltre il mare. Durante la sua permanenza sull’Isola, il giornalista scopre una Sardegna ben diversa da quella rappresentata nelle cartoline: non solo spiagge da sogno, ma anche zone interne, paesi dimenticati, comunità che lottano per sopravvivere e per conservare la propria identità.
Emblematica in questo senso è la scena dello sbarco dei crocieristi: accolti da figuranti in abiti tradizionali sardi che mettono in scena riti per intrattenere i turisti, questi ultimi tuttavia si mostrano disinteressati e si dirigono subito verso le spiagge, unica attrazione realmente percepita dell’Isola. Un episodio che sbatte in faccia a chi legge una cultura esibita come mero folklore, ma non realmente compresa o valorizzata.
La Sardegna centro e/o periferia del Mediterraneo
“Il Candidato” dipinge una Sardegna dove lo Stato è assente e dove i cittadini non hanno altro a cui aggrapparsi se non a personalità influenti locali, disposte a concedere aiuti in cambio di consenso politico. Talvolta, tutto ciò avviene in buona fede, sotto la pressione della paura della povertà e della disoccupazione, armi sistematicamente usate come leva per ottenere qualsiasi compromesso. La maggior parte delle persone, per necessità o rassegnazione, finisce per rinchiudersi in una visione individualistica, preoccupandosi solo del proprio “orticello”.
Ciò che conta davvero in “Il Candidato” non è tanto il colpevole, quanto il contesto: una Sardegna complessa, contraddittoria, viva
Ma attenzione: il messaggio veicolato dalle parole di Onnis non è quello condanna del popolo sardo. Al contrario, l’autore mette per iscritto, con uno stile ironico e pungente, la realtà di una popolazione che, pur trovandosi al centro del Mediterraneo, è da sempre relegata a un ruolo periferico e marginale. Una popolazione in lotta anche perché dimenticata dalle istituzioni, che si trova costretta ad accettare compromessi nella speranza, spesso disattesa, di una futura ricchezza collettiva.
Nelle pagine del romanzo prende forma il rimbalzo continuo delle responsabilità, creando un sentimento di rassegnazione e di impotenza in coloro che ne subiranno le ennesime conseguenze: i sardi. La corruzione e gli abusi negli appalti pubblici aventi come sfondo e fine la speculazione energetica coinvolgono tutti. Nessuno ne è veramente escluso: la sensazione che si avverte è quella di un’intera comunità, volente o nolente, compromessa in un sistema che ha smarrito il senso dell’interesse comune.
Ma il quesito che sorge è anche un altro: perché viene arrestato Marco Satta? Beh, per rispondere alla domanda non resta che leggere il libro. Ma ciò che conta davvero in “Il Candidato” non è tanto il colpevole, quanto il contesto: una Sardegna complessa, contraddittoria, viva, che merita di essere ascoltata e rispettata.

Perché leggere Il candidato?
A una prima lettura, “Il candidato” di Maurizio Onnis restituisce l’immagine di una realtà spesso corrotta, in cui le dinamiche sociali e politiche appaiono confuse, difficili da decifrare. Ed è proprio per questo che vale la pena leggerlo. Perché ci permette di toccare con mano quel senso di spaesamento condiviso, quella sensazione di essere al tempo stesso coinvolti e marginalizzati. Il romanzo ci accompagna a prendere consapevolezza del fatto che vivere in una regione geograficamente centrale come la Sardegna, non significa godere di centralità politica, economica o culturale. Anzi: il trattamento riservato all’Isola da parte delle istituzioni appare spesso quello di una periferia sacrificabile.
Onnis riesce a restituire questo sentimento di esclusione insinuandolo nei suoi personaggi, nelle loro storie, nelle loro scelte. Leggendo “Il candidato” si può comprendere la fatica di chi ha dovuto cedere le proprie terre per sopravvivere o di chi ha accettato un voto di scambio nella speranza di garantire un futuro ai propri figli. Scelte che, seppur discutibili, rivelano la fragilità e l’isolamento in cui molte persone si trovano.
Quindi, come già detto, in qualche modo siamo tutte e tutti coinvolti e solo con consapevolezza e collaborazione, uscendo quindi dalla propria condizione individualistica, si possono effettivamente preservare l’identità e la sopravvivenza del popolo sardo stesso. Il concetto di sopravvivenza non è assolutamente estremizzato se si pensa alla minaccia dello spopolamento o al rischio di perdere la propria memoria storica in favore dell’arricchimento di multinazionali che fanno a gara per arraffare quanto più possibile.
Sebbene il libro contenga anche toni che sanno di disillusione, a tratti accompagnati da un senso di impotenza, allo stesso tempo ci pone davanti il concetto di responsabilità, che non va confusa con la colpa, ma con il potere di riappropriarsi del proprio ruolo e di rivendicarlo e tutto ciò solo attraverso comunicazione e collaborazione comunitaria potrà avvenire.
L’invito, dunque, è anche a partecipare domani, 21 maggio, a partire dalle 18 alla Fondazione di Sardegna, alla presentazione del libro organizzata da Lìberos ed Éntula, durante la quale Maurizio Onnis dialogherà col giornalista Piero Loi di Indip. Un evento da non perdere, anche perché – nota a margine, ma non per questo meno importante – i diritti d’autore ricavati dalle vendite del libro saranno interamente devoluti all’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG).










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