4 Nov 2024

La lettera del movimento per la Pratobello ’24: “Della legge di iniziativa popolare adesso parliamo noi”

Il Movimento per la Pratobello '24 ha realizzato un testo – che pubblichiamo integralmente – che replica a una serie di dubbi rispetto alla proposta di legge, sui quali anche noi ci siamo soffermati nel corso di questi mesi in cui il tema della speculazione energetica si è affermato in maniera prioritaria all'interno dell'agenda politica e mediatica sarda e non solo.

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L’estate 2024 per tutti noi è stata quella della raccolta firme, dei banchetti e dei lunghi discorsi tra noi e con la popolazione. Si tratta di una visione chiara e indelebile sul valore profondo dell’espressione democratica. La legge d’iniziativa popolare Pratobello 24 nasce da un crogiolo di sensibilità e retroterra differenti, ma uniti dal grande e coraggioso scopo di dare voce agli abitanti dell’Isola, a coloro che subiranno sulla loro pelle qualunque decisione calata dall’alto. Difendere la nostra terra è prioritario perché da questo dipendono le sorti della nostra identità e cultura.

Il 2 ottobre abbiamo consegnato 210.729 firme con un evento festoso, vissuto attraverso suoni, gesti e parole che ci hanno stretti gli uni alle altre come radici della nostra splendida Isola sarda. Già in quell’occasione abbiamo sottolineato lo scollamento tra la politica istituzionalizzata e quella popolare, ma successivamente il muro di gomma è stato chiaro per tutti. All’entusiasmo è subentrata la perplessità dell’essere sminuiti nella forza della voce popolare. Il dibattito sulla speculazione energetica nell’Isola è molto acceso e vivido, quindi ora vogliamo parlare noi comitati e gruppi promotori parte di un movimento che si oppone fermamente alle aree idonee esprimendosi attraverso la legge Pratobello 24.

Pratobello
Un’immagine dalla consegna firme per la Pratobello ’24
TRANSIZIONE ENERGETICA IN SARDEGNA

Ciò che sta accadendo in Sardegna è una grande “transazione economica”. Gli speculatori di tutto il mondo, in nome del green, intascano cifre colossali derivanti da ingenti finanziamenti pubblici, sottraendoci la terra e privandoci di ogni risorsa. La dimensione ciclopica degli impianti e l’enorme quantità di energia da produrre non rispondono assolutamente ai bisogni dei sardi ma sono funzionali all’esportazione, ovvero a una nuova servitù della Sardegna. Vogliamo che sia onorato il principio di “democrazia energetica”, fondamento della transizione energetica voluta e definita dall’Unione Europea: conservazione del suolo, rispetto del paesaggio e coinvolgimento delle comunità, produzione dell’energia in prossimità del luogo del consumo.

Lo strumento per garantire una transizione energetica democratica è per noi la legge di iniziativa popolare Pratobello24. Un testo giuridico-politico snello e di facile comprensione attraverso il quale i sardi esercitano la propria specialità statutaria per contrastare la speculazione e garantire un processo partecipato di transizione che sia non solo energetica ma ecologica e democratica. La Pratobello24 nasce dalla collaborazione di giuristi e attivisti nel rispetto dei principi fondamentali di democrazia, autonomia, indipendenza e autodeterminazione. Nessuno – tanto meno un Governo regionale o statale – può imporre al popolo sardo una nuova umiliante forma di subalternità.

Siamo a favore di progetti di ricerca per lo sviluppo di un innovativo sistema di produzione di idrogeno verde che sia efficiente ed economico

MODELLO DI TRANSIZIONE ENERGETICA

Un modello “ecologico e democratico” da conseguire attraverso la realizzazione di un sistema interconnesso di comunità energetiche e di reti intelligenti che ripartiscano la produzione di energia in piccoli impianti distribuiti sul territorio regionale. A favore dei cittadini e delle imprese sarde, non degli speculatori, con la pannellizzazione di tutte le superfici irreversibilmente impermeabilizzate e delle pertinenze stradali, l’ammodernamento tecnologico e potenziamento senza aumento di superficie occupata del fotovoltaico esistente, dell’idroelettrico esistente e l’utilizzo del biogas da economia circolare – scarti organici biodegradabili.

Le superfici e le tecnologie descritte consentiranno di sostituire efficacemente la produzione di energia attualmente garantita dalle centrali a carbone, destinate alla dismissione. Vogliamo infatti che le centrali a carbone vengano chiuse il prima possibile. La loro operatività è voluta dallo Stato italiano per garantire la stabilità della rete elettrica nazionale. Per i sardi costituiscono un grave problema in termini di devastazione del territorio e di salute pubblica. Con la Legge Pratobello24 vietiamo altresì la nuova installazione di impianti fossili, compreso il metano. E siamo a favore di progetti di ricerca pubblica per lo sviluppo di un innovativo sistema di produzione di idrogeno verde che sia necessariamente efficiente ed economico.

PRATOBELLO ’24 E AREE IDONEE

Per noi non esistono aree idonee, ovvero aree di “accelerazione” del processo autorizzativo degli impianti. Il territorio sardo, per le sue peculiarità geomorfologiche, naturalistiche e archeologiche, non può essere assoggettato a procedure di autorizzazione semplificata e accelerata, senza previe e approfondite analisi dei potenziali danni a territorio, sottosuolo, beni archeologici, flora, fauna e salute delle comunità. Riteniamo poi inaccettabile che un cittadino debba far fronte a lunghissime e complesse procedure autorizzative per semplici opere da realizzare nella propria abitazione mentre le multinazionali dell’energia possano, grazie al benestare dei Decreti Draghi, bypassarle e/o semplificarle.

speculazione energetica

Le differenze tra DDL 45 sulle aree idonee e legge Pratobello 24 sono varie. La Legge Pratobello24 è un atto politico, espressione del diritto all’autodeterminazione dei sardi. Attraverso l’esercizio della propria autonomia statutaria, chiude le porte alla speculazione energetica e pone le basi per impedire future politiche energetiche coloniali. Il DDL 45 della Regione Sardegna è un atto normativo, espressione della subordinazione della politica sarda a quella italiana. È frutto della politica coloniale statale mai interrotta, anzi consolidata proprio dal Decreto Draghi – D.lgs 199/2021– al quale il DDL 45 ubbidisce supinamente.

La Pratobello ’24 permette deroghe per estendere le aree non idonee, cioè per ampliare la tutela del territorio e del paesaggio. Il DDL 45 prevede al contrario deroghe per poter realizzare impianti in aree non idonee, cioè per ridurre la tutela del territorio e del paesaggio. Pratobello ’24 poi vieta la realizzazione di impianti di connessione, distribuzione e trasformazione elettrica e in generale ogni rete infrastrutturale non prevista dal Piano Energetico Regionale e non necessaria alla gestione del sistema elettrico sardo. Il DDL 45, non inserendo alcuna norma di riferimento, accetta con convinzione le infrastrutture di connessione tra Sardegna e Penisola imposte dal PNIEC, in primis il Tyrrhenian Link, simbolo di una nuova servitù energetica!

La Legge Pratobello24 si basa sulla competenza esclusiva della Regione Sardegna in materia di gestione e governo del territorio, la famosa competenza urbanistica ovvero una competenza primaria della Sardegna alla quale le leggi dello Stato Italiano sono subordinate. Non si tratta di interpretazione di norme, ma di dati normativi oggettivi riscontrabili dalla lettura dello Statuto Sardo e della Costituzione Italiana.

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Foto di Domenico Melis durante la manifestazione “è-vento di Saccargia”
MOVIMENTO PRATOBELLO ’24 E POLITICA

Il Movimento rifiuta qualsiasi colore partitico e si confronta – nella conservazione della propria autonomia e libertà – con tutti gli attori politici e istituzionali, senza per questo schierarsi con alcuno. Il Movimento risponde esclusivamente ai cittadini che sostengono la Legge Pratobello24, vera anima del Movimento stesso. Le quasi 211mila firme non rappresentano un massimo, ma il minimo della partecipazione concreta dei sardi alla lotta contro la speculazione energetica. Un numero che, nonostante le grandi difficoltà, non ha precedenti nella storia della partecipazione democratica sarda e italiana e si configura come un indicatore fondamentale della volontà politica e del futuro della Sardegna.

Sui rapporti con la stampa, storicamente il punto debole delle mobilitazioni collettive, portatrici di istanze a cui il sistema politico-istituzionale non è in grado di dare adeguata risposta, è stato l’indifferenza dei mezzi di comunicazione mainstream. Rispetto all’attuale panorama informativo sardo, paradossalmente, a suscitare polemiche, non è l’assordante e interessato silenzio della Stampa italiana ma l’esposizione – riflesso della grande preoccupazione e mobilitazione popolare – di un gruppo editoriale locale.

La nostra posizione in tal senso parte dalla nostra autonomia, indipendenza e libertà e segue ringraziando tutti gli organi di stampa e del web, che seguono costantemente l’evolversi del dibattito e delle iniziative, per la piena assunzione dell’unico compito che ogni media dovrebbe avere: informare!

Non accettiamo di essere terra di conquista energetica. Rivendichiamo il diritto ad una gestione sovrana e partecipata delle nostre risorse naturali. Vogliamo una Sardegna che guardi al proprio benessere e non sia più subordinata agli interessi di pochi, in un sistema che ci condannerebbe ad un ruolo di servitù energetica. La nostra lotta è per una vera transizione ecologica basata sull’autoconsumo e sulla giustizia sociale, non su un nuovo modello di sfruttamento.

Per la lettura degli articoli o l’ascolto delle rassegne stampa in cui abbiamo affrontato il tema della speculazione energetica, guarda qui.

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