4 Agosto 2025 | Tempo lettura: 8 minuti

Festival della Sacralità Femminile: un cerchio di donne tra corpo, spirito e trasformazione

Il Festival della Sacralità Femminile torna dal 4 al 7 settembre 2025 al Centro Panta Rei, in Umbria. Un cerchio di donne, pratiche e trasformazioni guidato dalla terapeuta Federica Clemente.

Autore: Paolo Cignini
Donne in cerchio durante il Festival della Sacralità Femminile 2025 al Centro Panta Rei
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Cosa succede quando un gruppo di donne si riunisce per quattro giorni in cerchio, immerso nella natura, per danzare, respirare, condividere e ascoltare? Nasce uno spazio di trasformazione, un tempo sospeso dove la sacralità del femminile prende forma concreta. È ciò che accade ogni anno al Festival della Sacralità Femminile, che quest’anno giunge alla sua quarta edizione, in programma dal 4 al 7 settembre 2025 presso il Centro Panta Rei, a Passignano sul Trasimeno, in provincia di Perugia.

Un luogo già di per sé simbolico, immerso nel verde e pensato per favorire pratiche ecologiche, percorsi formativi e stili di vita consapevoli. Ed è proprio in questo contesto che si svolgerà un’esperienza intensa e profonda, fatta di cerchi di parola, meditazione, ritualità, danza, ascolto e riconnessione. Un viaggio collettivo e personale dedicato al corpo e allo spirito, alla sorellanza e alla trasformazione. Un festival, sì, ma anche qualcosa di più: una visione.

Un cerchio che nutre

Non è una vacanza né un semplice ritiro spirituale. Il Festival della Sacralità Femminile è uno spazio protetto in cui le donne possono riunirsi, conoscersi, riconoscersi. Un tempo lento e profondo per prendersi cura di sé attraverso il corpo, la voce, la danza, la natura, il silenzio, la parola. Ogni giornata è scandita da pratiche trasformative guidate da operatrici esperte, che invitano a riconnettersi con le proprie emozioni, con la ciclicità e con la forza gentile del femminile.

Abbracci profondi tra donne al Festival della Sacralità Femminile 2025
Un momento di abbraccio profondo tra partecipanti al Festival della Sacralità Femminile.

Il Festival si fonda sulla dimensione del cerchio, simbolo antico di uguaglianza e condivisione. Non esiste un palco da cui si insegna, ma una forma circolare in cui si ascolta e si accoglie. Nei cerchi di parola ogni partecipante è invitata a raccontarsi e ascoltare senza giudizio. Nelle pratiche corporee – dalla danza alla meditazione, dal respiro al contatto – si sciolgono tensioni e si liberano intuizioni.

Come racconta Federica Clemente, ideatrice del Festival, «le donne hanno bisogno di altre donne per specchiarsi, per ritrovarsi, per riconoscersi. Per far cadere le maschere e aprire il cuore. Per abbracciare la sorellanza come luogo sicuro dove esprimere se stesse, trovare riparo sincero, mollare il giudizio, la rigidità, la paura». Per molte partecipare è un rito di passaggio, per altre un momento di rigenerazione. Per tutte è un’occasione per sentirsi parte di una comunità temporanea fondata su ascolto, empatia, libertà e sorellanza.

Federica Clemente. Corpo, spiritualità e trasformazione

Il cuore del Festival è lei: Federica Clemente, terapeuta e facilitatrice con una lunga esperienza in percorsi di guarigione, corporeità e consapevolezza. È lei ad aver immaginato, anni fa, uno spazio in cui le donne potessero ritrovarsi fuori dai ruoli quotidiani e dalle convenzioni per rientrare in contatto con il proprio corpo, con la propria ciclicità, con il proprio sentire profondo.

L’intuizione le è arrivata in una notte di luna piena, alla fine di un seminario chiamato “La tua vagina ti parla”, che conduce in Italia da alcuni anni. Il Festival nasce come risposta a un impulso potente e collettivo. Alla radice più profonda di questa spinta c’è una ferita personale: la madre di Federica ha lasciato il corpo quando lei aveva vent’anni, ma – come scrive – «aveva lasciato la vita molto prima». La perdita della madre ha generato una fede incrollabile nella vita.

Federica Clemente al Festival della Sacralità Femminile, sorridente in cerchio con altre partecipanti
Federica Clemente durante il Festival della Sacralità Femminile, in un momento di condivisione con le partecipanti.

Nel suo percorso, iniziato giovanissima e attraversato da esperienze in Italia, Stati Uniti e Sud America, ha unito diverse discipline: la psicoterapia corporea, la psicosomatica, la gestalt, il tantra sciamanico e lo sciamanesimo femminile. Federica lavora sull’integrazione tra corpo, emozione e visione spirituale. Accanto agli strumenti terapeutici occidentali, porta avanti una ricerca spirituale che ha come centro la sessualità come energia sacra. Sessualità e spiritualità per lei sono vie interconnesse verso la guarigione.

Il suo lavoro è oggi una sintesi tra profondità psicologica e ritualità esperienziale. Al Festival propone percorsi che partono dal corpo, attraversano l’emozione e arrivano al cuore del mistero. Il corpo è il luogo dove l’anima si radica e si trasforma. Oltre al Festival, Federica propone percorsi simili in Italia e all’estero, offrendo seminari e laboratori dedicati alla trasformazione attraverso il corpo, l’ascolto e la relazione.

Un progetto che cammina

«Il festival è un organismo vivo, si espande, si contrae, cambia, si rigenera, muore e rinasce. Ho imparato a conoscerlo». Così Federica Clemente descrive l’anima del progetto. Un festival sulla sacralità femminile non è un progetto che puoi domare dall’alto. Non si può pensare a tavolino né costruire con la fretta del fare: chiede ascolto, tempo, intimità. Questa visione è condivisa fin dall’inizio con Jennifer Pipolo, co-creatrice del Festival. «Jennifer è una donna straordinaria, amorevole terapeuta, eccezionale insegnante. La nostra collaborazione si basa su un grande amore profondo l’una per l’altra». Accanto a loro c’è una squadra di facilitatrici che si rinnova ogni anno. Ogni donna scelta porta con sé doni, saperi, talenti.

«Ogni anno Jennifer e io lavoriamo sul tema principale del festival e poi lasciamo a ognuna la libertà creativa di portare la propria nota». Il Festival non ha un copione: è un’opera viva. «Portiamo noi stesse. E quanto più facciamo il sacro lavoro su di noi, tanto più possiamo insegnare qualcosa agli altri». La preparazione avviene in modo essenziale. «Prima del festival lavoriamo attraverso delle chiamate, ma se devo dire la verità molto poco. Io ho grande fiducia nelle facilitatrici del festival e so che sono maestre in ciò che fanno». La forza del gruppo nasce dalla fiducia e da una sorellanza concreta, nutrita giorno per giorno.

Donne in cerchio con le braccia alzate durante un rituale al Festival della Sacralità Femminile 2025
Donne in cerchio al Festival della Sacralità Femminile, immerse in un rituale condiviso

Cosa aspettarsi dalla quarta edizione

Anche l’edizione 2025 del Festival della Sacralità Femminile sarà un’esperienza corale e in continua trasformazione. Il programma prenderà forma giorno per giorno attraverso pratiche corporee, meditazioni, cerchi di parola, rituali e momenti di ascolto profondo. Come ogni anno, saranno le operatrici invitate a proporre percorsi diversi, lasciando spazio all’imprevisto e all’emergere spontaneo. Federica Clemente parteciperà anche quest’anno con la conduzione di laboratori e cerchi. Al centro di questa edizione ci sarà l’elemento Aria, scelto come guida del processo di trasformazione. Dopo aver lavorato negli anni passati sul fuoco, la terra e l’acqua, il Festival si sposta verso una dimensione più sottile: quella della mente, della visione, della parola.

«L’energia che ci accompagna è quella della Crone, la donna saggia, l’anziana, la donna medicina», scrive Federica. «Negli anni passati abbiamo lavorato molto sugli aspetti emotivi, sessuali, primordiali del femminile. Quest’anno il viaggio ci porta a centri energetici più alti: il cuore, il terzo occhio, il cranio». L’elemento Aria, filo conduttore dell’edizione 2025, ispirerà ogni momento del Festival: dalle pratiche corporee ai cerchi di parola. È ciò che Federica chiama Medicina dell’Aria: «Il respiro consapevole che ti ricorda che sei viva, il silenzio che fa spazio alla verità, la parola che cura e quella che distrugge, il pensiero che si trasforma in visione».

Uno spazio anche per le più giovani

All’interno del Festival esiste anche uno spazio pensato per le adolescenti. Sono benvenute le ragazze che hanno già avuto il menarca e per loro è previsto un accompagnamento dedicato. Due facilitatrici si prendono cura di questo cerchio parallelo, in dialogo con il resto del Festival, ma con tempi e modalità pensate su misura. Il lavoro che si fa è profondo ma accessibile: si parla di ciclo, corpo, emozioni, simboli, sorellanza. Le ragazze vengono coinvolte in pratiche leggere ma significative, che aprono uno spazio di ascolto e di presenza. È un’occasione preziosa per iniziare a riconoscere il valore del proprio sentire.

Adolescenti condividono emozioni e momenti di ascolto al Festival della Sacralità Femminile
Spazio dedicato alle adolescenti al Festival della Sacralità Femminile: ascolto, gioco e crescita condivisa.

Federica racconta che ogni anno questo spazio si rinnova, in base all’età, all’energia e ai bisogni delle partecipanti. «Facciamo un lavoro bellissimo con loro», spiega. Un tempo protetto, di qualità, che le aiuta a radicarsi e a esplorare la propria identità con rispetto e curiosità.

Oltre il Festival, la visione

Negli anni, il Festival della Sacralità Femminile ha preso forma come un processo vivo e collettivo. Ogni edizione è diversa, ogni cerchio è unico, ogni donna che partecipa porta con sé qualcosa che trasforma l’esperienza di tutte. Ma a restare, ed è forse ciò che conta di più, è lo spazio condiviso: un tempo fuori dal tempo dove ascoltare, lasciarsi attraversare, riemergere. Federica Clemente sogna che il Festival possa continuare a camminare anche oltre di lei. Che resti come un luogo fertile di trasformazione, relazione e presenza, in cui le donne possano ritrovarsi e riconoscersi. Perché, come lei stessa afferma, «abbiamo bisogno di cerchi dove possiamo cadere, respirare, rialzarci, guardarci negli occhi. E sapere che siamo a casa».

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Informazioni chiave

Un Festival tra terra e spirito

Un cerchio di donne che si ritrovano per esplorare il corpo, la voce, la presenza e la sacralità del femminile.

La visione di Federica Clemente

Terapeuta e facilitatrice, ha creato il Festival come spazio di trasformazione collettiva e consapevolezza.

Un’esperienza co-creata

Ogni edizione nasce dal contributo di operatrici diverse, in un processo dinamico e condiviso.

Non solo evento, ma comunità

Intorno al Festival cresce una rete di relazioni, ascolto, sorellanza e nuovi modi di abitare il femminile.