“Fuori dagli schermi”, la campagna per spegnere la tecnologia e accendere la vita reale
Grazie alla compagnia e all’osservazione dei comportamenti della nipotina, Donato Salvia ha creato la campagna “Fuori dagli schermi” per offrire ai genitori strumenti concreti contro la dipendenza tecnologica.
«All’inizio della pandemia non sapevamo ancora quanto tempo le scuole sarebbero state chiuse. Mia nipote aveva appena iniziato la prima elementare, interrompere le lezioni avrebbe causato un vuoto importante nel suo processo di apprendimento. Un’amica che gestisce una scuola parentale mi ha dato delle indicazioni e attraverso questa esperienza ho cominciato a sviluppare dei giochi, a cercare soluzioni per permettere a mia nipote di imparare a leggere, di riconoscere il corsivo. Osservandola mi accorgevo che quando passava più tempo davanti a uno schermo era distratta e assente e lo stesso accadeva quando mangiava più zuccheri. Nei mesi successivi, durante l’estate, mentre mi trovavo in vacanza mi sono accorto di quanti bambini avessero in mano il cellulare e così…»
E così è nata la campagna “Fuori dagli schermi è tutto un altro mondo” di Donato Salva, scrittore, genitore e nonno che dedica il suo tempo a promuovere un uso consapevole della tecnologia in famiglia. I bambini, attaccati agli schemi e isolati dal mondo reale, si sono ritrovati in mano la tecnologia, vittime della poca consapevolezza degli adulti. La campagna “Fuori dagli schermi” è rivolta infatti soprattutto ai genitori e fornisce loro informazioni e strumenti sulle conseguenze generate da una dipendenza tecnologica.
Donato offre risorse, attraverso i suoi libri, e strumenti pratici per aiutare i genitori a ridurre il tempo che i figli trascorrono davanti agli schermi, favorendo una maggiore connessione con la realtà e rafforzando i legami familiari. Consigli e strategie per creare un equilibrio sano tra mondo digitale e vita reale. Per Donato infatti non si tratta solo di spegnere gli schermi, ma di accendere la vita.

Uno degli obiettivi della campagna “Fuori dagli schermi” è aiutare i genitori a ritrovare il dialogo con i propri figli. Molti genitori si sentono soli e incompresi nella loro preoccupazione e pensano di essere gli unici a porsi il problema, fino a quando non scoprono che tanti altri condividono lo stesso timore. La campagna “Fuori dagli schermi” non è una guerra contro la tecnologia, ma un percorso per riportare l’equilibrio nella vita familiare, insegnando ai genitori come sostituire il tempo davanti agli schermi con momenti autentici di relazione e crescita.
Così sono nati libri progettati per un uso più consapevole della tecnologia e una guida pratica facilmente scaricabile dal sito della campagna. Donato ha studiato, letto, osservato, è tornato anche a scuola. Guarda i bambini e propone soluzioni da mettere in pratica. Maria Montessori e Don Milani sono alcuni degli educatori che hanno ispirato soluzioni da condividere con altri genitori.
La campagna non vuole contribuire ad acuire lo scontro generazionale genitori e figlie e neanche quello tra scuola e famiglia. Ognuno ha il proprio compito da svolgere: «La differenza generazionale è normale, ma è opportuno che gli adulti non biasimino i propri figli. Il biasimo non aiuta a creare comunicazione. I figli sono il prodotto dell’educazione che diamo loro, del dialogo che intessiamo con loro e del tempo che gli dedichiamo. Ci sono anche fattori esterni, ma principalmente è condizionato dall’aria che respira in casa», sottolinea Donato.
“Fuori dagli schermi” è una campagna rivolta soprattutto ai genitori e fornisce loro informazioni e strumenti sulle conseguenze generate da una dipendenza tecnologica
Tra le soluzioni proposte dalla campagna “Fuori dagli schermi”, ad esempio, c’è l’invito a una presa di coscienza dell’adulto rispetto al tempo trascorso al cellulare. Spesso sono proprio gli adulti a dare il “cattivo” esempio. Ecco che alcune regole – come il silenzio digitale durante la cena, spegnendo televisione e cellulari – vengono subito apprezzate da grandi e piccoli, che poi si ritrovano a scrivere insieme il tempo guadagnato, giorno dopo giorno, dalla tecnologia.
Come si fa a instaurare un dialogo se i primi a essere assenti sono proprio gli adulti? Recenti studi dimostrano che, oltre all’invito dei genitori di non passare troppo tempo sui social media, le esperienze personali nel mondo virtuale non sempre positive, stanno spingendo parecchi giovani a prendersi una pausa dai social per tutelare la propria salute mentale, la propria sicurezza personale e la propria concentrazione. GWI ha condotto un sondaggio su un campione di 20.000 giovani e i loro genitori in 18 Paesi.: il numero di ragazzi tra i 12 e i 15 anni che vogliono prendersi una pausa dalla tecnologia è aumentato dal 18% al 40% dal 2022.
Sonia Livingstone, direttrice del centro Digital Futures for Children della LSE, rivela che i bambini e i ragazzi sono alla ricerca di varie opzioni per distrarsi dalla realtà dei social media e in generale da Internet. I cosiddetti nativi digitali stanno diventando sempre più scettici nei confronti dell’accesso pressoché illimitato alla tecnologia con cui sono cresciuti. Non aspettano infatti che siano i genitori o le autorità a dettare regole o limiti, sembrano in grado di gestire meglio e da soli il proprio tempo impiegato sui social media.

Secondo la ricerca condotta dal British Standards Institution, la metà dei ragazzi e delle ragazze del Regno Unito vorrebbe un mondo senza internet. La fascia d’età 16-21 anni auspica il ritorno a un mondo disconnesso, un mondo che non ha mai vissuto se non nei racconti degli adulti. La consapevolezza dei rischi e del tempo perduto non manca, ma spesso i giovani sono vittime degli algoritmi che catturano la loro attenzione e quindi ricerche e tempo.
Donato, grazie anche a un team dedicato di professionisti e volontari, ha incontrato molti giovani nelle scuole, ma anche tanti adulti in conferenze, laboratori, letture e incontri dal vivo pensati per famiglie, docenti e genitori attenti per sottolineare che la tecnologia, se usata in modo consapevole, è una grande risorsa. Come spesso accade, il problema non è lo strumento in sé, ma l’uso che se ne fa. Ma per fortuna non mancano i rimedi e le strategie per metterli in pratica.
Informazioni chiave
Tecnologia e relazioni
La tecnologia, se usata in modo consapevole, è una grande risorsa, ma quando diventa una dipendenza rischia di spegnere la comunicazione familiare e isolare i bambini e i ragazzi dal mondo reale.
Cosa pensano i giovani
Secondo alcuni sondaggi, molti appartenenti alle fasce d’età più basse della popolazione vorrebbero tornare a un mondo disconnesso, che pure non hanno mai conosciuto.
La campagna “Fuori dagli schermi”
Da un’idea di Donato Salva è nato un percorso per riportare l’equilibrio nella vita familiare insegnando ai genitori come sostituire il tempo trascorso, da loro e dai propri figli, davanti agli schermi con momenti autentici di relazione e crescita.
Azioni semplici
Per ridurre la dipendenza dalla tecnologia dei bambini è importante dare il buon esempio con azioni come il “silenzio digitale” durante i pasti.










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