30 Settembre 2025 | Tempo lettura: 5 minuti
Ispirazioni / Io faccio così

Il bosco di Monte Caucciù, da area abbandonata a centro di ecologia e socialità

Quello di Monte Caucciù non è solo un progetto di rimboschimento di un’area verde, ma anche un potente catalizzatore di buone pratiche sociali e ambientali. Ce le presenta Franco Contu.

Autore: Redazione
monte caucciu
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In breve

La rinascita del bosco di Monte Caucciù, nel cuore delle Marche.

  • Un’area boschiva abbandonata nei pressi di Fermo è stata rimboschita e riconsegnata alla comunità.
  • Quattro i pilastri su cui si fonda il progetto: municipalità, associazioni, comunità economiche locali e cittadini.
  • Le attività sono incentrate sulla rigenerazione del legame ma essere umano e natura.
  • Il bosco ospita diversi progetti di educazione ambientale, portati avanti anche in sinergia con le scuole del territorio.
  • Un altro elemento centrale è il percorso per rendere questo luogo un modello di sostenibilità e partecipazione civica.

Tra le dolci colline marchigiane, a pochi chilometri dal centro di Fermo, si trova Monte Cacciù, un bosco che oggi è simbolo di rinascita, partecipazione e benessere collettivo. Un tempo in stato di abbandono, l’area è stata rimboschita dall’amministrazione provinciale e trasformata grazie a un progetto di riqualifica sociale e ambientale. Qui natura, arte, cultura e socialità si intrecciano, rendendo il bosco uno spazio vivo e accogliente per tutta la comunità.

I quattro pilastri di Monte Caucciù

Il progetto Monte Cacciù si fonda su quattro pilastri fondamentali. Il primo è la Municipalità, che ha guidato il recupero dell’area e garantito il sostegno istituzionale, gli investimenti e il supporto del corpo forestale. Il secondo pilastro è rappresentato dalle Associazioni, guidate dall’Università Popolare di Fermo (UNIPOP): i volontari costituiscono il cuore del progetto, animando le attività quotidiane, dall’arte alla botanica, dalla lettura alla ginnastica all’aperto.

Il terzo pilastro riguarda il coinvolgimento delle Comunità Economiche Locali (CEL), ovvero aziende e piccole realtà produttive che, attraverso donazioni con la moneta sociale complementare, danno il loro contributo alla manutenzione, alla comunicazione e alla realizzazione delle infrastrutture. Infine, il quarto pilastro è rappresentato dai Cittadini, la cui partecipazione attiva viene incentivata tramite un sistema premiante delle azioni in linea con i valori del progetto, rafforzando il senso di appartenenza e la responsabilità verso l’ambiente.

Monte Caucciù
Foto tratta dalla pagina facebook del Comitato Bosco Monte Caucciù

Le attività

Monte Cacciù non è solo un bosco, ma un vero e proprio laboratorio di esperienze. Nel maggio 2025, migliaia di persone hanno partecipato all’inaugurazione del programma “Monte Cacciù come area di benessere attraverso la Natura, l’Arte e la Cultura”. Il bosco si è trasformato in un luogo di scoperta: attività di botanica, pittura, lettura, osservazione astronomica e ginnastica hanno coinvolto adulti e bambini, mentre le famiglie hanno potuto sperimentare la natura come strumento educativo e culturale. A giugno, la Festa della Repubblica delle Piante ha celebrato la vitalità del bosco, consolidando il legame tra essere umano e natura.

Il valore simbolico del bosco è particolarmente evidente nei piccoli grandi momenti della comunità. Ettore Fedeli, presidente di UNIPOP, racconta il compleanno di una bambina: per festeggiarla le è stata donata una sezione di tronco il cui numero di anelli corrispondeva ai suoi anni, oggi appesa a un albero come simbolo di crescita e continuità. In un’altra occasione, un momento di raccoglimento ha permesso di ricordare una figura cara alla comunità fermana, dimostrando come Monte Cacciù possa diventare un luogo di memoria condivisa, dove l’esperienza umana si intreccia con quella della natura.

I progetti educativi…

Il bosco di Monte Caucciù svolge anche un ruolo educativo. Le scuole del territorio sono coinvolte in attività di PCTO – i Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento previsti dal piano didattico –, dove gli studenti diventano protagonisti: alcuni guidano laboratori di alfabetizzazione digitale per anziani, altri corsi di musica per bambini. UNIPOP coordina inoltre un’attività di fundraising innovativa, producendo biografie in crediti grazie al lavoro dei volontari, creando un legame unico tra esperienza educativa e sociale.

Monte Caucciù
Foto tratta dalla pagina facebook del Comitato Bosco Monte Caucciù

L’aspetto più profondo di Monte Cacciù emerge nella riflessione di Matilde Morrone Mozzi, nel discorso “Educazione del cuore: il bosco dentro di noi”. Il bosco, ci dice, è un maestro dei sensi e del cuore. Non esistono strade dritte: ogni sentiero invita a interrogarsi, a esplorare e a conoscere se stessi. La cura per la natura diventa cura di sé e l’impegno costante per la crescita del bosco diventa un gesto di amicizia verso la vita e le sue creature.

…e quelli sociali

Monte Cacciù rappresenta anche un modello di sostenibilità e partecipazione civica. Natura, cultura e comunità si rafforzano a vicenda: ogni attività, ogni evento, ogni gesto volontario contribuisce a costruire un tessuto sociale più coeso e consapevole. Le società benefit e le imprese che partecipano al progetto non aiutano solo il bosco, ma sostengono il benessere del territorio e dei propri dipendenti, promuovendo uno sviluppo responsabile, sostenibile e condiviso.

Camminare tra i sentieri di Monte Cacciù significa immergersi in un paesaggio vivo, respirare l’aria profumata di erbe aromatiche, ascoltare il canto degli uccelli e il fruscio delle foglie. Significa sentirsi parte di una comunità che sa apprezzare e custodire il proprio territorio. Qui ogni albero, ogni tronco, ogni foglia diventa simbolo di connessione, cura e benessere condiviso.

Monte Cacciù non è quindi solo un bosco rimboschito: è un luogo di scoperta, crescita e socialità, dove l’esperienza diretta con la natura si unisce alla cultura e alla partecipazione civica. È un progetto che insegna a rallentare, a osservare e a prendersi cura, ricordandoci che la protezione della natura è anche la protezione di noi stessi e della società in cui viviamo.