Come la paulonia sta aiutando i piccoli agricoltori del Costa Rica
Bufali che fertilizzano i campi, colture che crescono più forti all’ombra degli alberi, suoli che si rigenerano. Sono le storie delle piccole aziende agricole che hanno piantato la paulonia grazie a World Tree.
In breve
La paulonia, se coltivata in sistemi misti e non in monocoltura, può garantire reddito agricolo e benefici ambientali.
- È un albero a crescita rapida, ricaccia dal ceppo e assorbe grandi quantità di CO₂.
- Inserita in sistemi agroforestali o silvopastorali, rigenera il suolo e aumenta la biodiversità.
- World Tree collabora con oltre 375 aziende agricole in America Latina e Stati Uniti.
- I profitti della vendita del legno vengono divisi tra agricoltori, investitori e l’impresa.
- Storie come quelle di Rodrigo e Samuel mostrano i benefici concreti per reddito e ambiente.
- L’Eco-Tree Program consente di investire in piantumazioni che uniscono ritorno economico e impatto positivo sul clima.
Rodrigo Mora conduce una piccola finca – cioè una fattoria – in Costa Rica. Tra le file di giovani alberi di paulonia pascolano i suoi bufali. Non è un’immagine comune: gli animali brucano l’erba, riducono la necessità di prodotti chimici e fertilizzano naturalmente il terreno. «La paulonia è un investimento di lungo periodo e nei primi anni non porta reddito», racconta. «Così ho mantenuto il pascolo tra gli alberi. I bufali garantiscono un flusso di cassa costante e allo stesso tempo migliorano il suolo».
Rodrigo non è un caso isolato. Insieme a Samuel e a centinaia di altri agricoltori in America Latina e negli Stati Uniti – oltre 375 aziende agricole – ha scelto di piantare paulonia grazie al sostegno di World Tree. L’albero, originario dell’Asia, cresce rapidamente, ricaccia dal ceppo dopo il taglio e assorbe grandi quantità di anidride carbonica (CO₂). Il suo legno è leggero, resistente e molto richiesto per mobili, strumenti musicali, imbarcazioni e tanto altro.

Ed è proprio nel modo in cui viene coltivata che la paulonia rivela il suo potenziale: se inserita in sistemi agricoli complessi, diventa capace di sostenere il reddito familiare e rigenerare i territori.
Bufali e paulonia, un equilibrio sostenibile
Rodrigo ha iniziato a piantare paulonia qualche anno fa. L’idea era diversificare: l’albero avrebbe dato un ritorno solo dopo diversi anni, mentre i bufali garantivano entrate immediate e costanti.
All’inizio non è stato semplice. «Avevo introdotto i bufali troppo presto e avevano danneggiato alcune piante», ricorda. Con l’esperienza ha trovato la soluzione: farli entrare solo per il tempo necessario a nutrirsi, e poi spostarli grazie a recinti elettrici mobili.
Il risultato è un sistema di silvopascolo, cioè l’integrazione tra alberi e animali al pascolo. I bufali non solo riducono i costi di gestione, perché brucano l’erba al posto dei diserbanti, ma arricchiscono il terreno con la loro fertilizzazione naturale.

In questo modo Rodrigo mantiene vivo il flusso di cassa della sua azienda agricola, mentre gli alberi crescono e accumulano valore per il futuro. Un equilibrio che unisce reddito immediato e benefici ambientali. Come sottolinea anche Doug Willmore, CEO di World Tree, «la monocoltura è il nemico della biodiversità. Noi riportiamo insieme colture, alberi e animali».
Diversificazione e agroforestazione tropicale
Samuel Ward lavora in una zona tropicale umida dove dominano le monocolture di banano, ananas e cacao. Per differenziarsi ha scelto di piantare paulonia insieme ad altre colture, creando un sistema agroforestale complesso. «Ho visto più impollinatori nei campi, e questo ha aumentato la produzione – racconta -. Il suolo è più arieggiato e posso coltivare più specie nello stesso spazio. In questo modo diversifico i redditi e riduco i rischi».
Il suo progetto guarda anche al lungo periodo. Ha introdotto alberi di mangostano (un frutto tropicale di pregio), che nei primi anni richiedono ombra parziale. Quando la paulonia verrà raccolta, dopo 8–10 anni, resterà lo spazio per il Mangostano adulto e per un nuovo ciclo di alberi.
Samuel è uno dei tanti agricoltori che, grazie a World Tree, stanno sperimentando modelli agricoli più resilienti. Ad oggi sono oltre 375 le aziende agricole coinvolte, per un totale di più di 7.000 acri piantati – circa 2.800 ettari – in America Latina e Stati Uniti.

Doug Willmore spiega: «Abbiamo monetizzato la natura per distruggere il pianeta. Ora possiamo monetizzarla per guarirlo». Per lui il settore privato è la chiave per dimostrare che impatto ambientale e ritorni economici possono andare di pari passo.
Paulonia tra dubbi e risposte
Ogni innovazione porta con sé anche dei timori. La paulonia non fa eccezione, e spesso viene accusata di essere invasiva, assetata o legata a pratiche di monocoltura.
Sul primo punto, la distinzione è chiara: solo la varietà Paulownia tomentosa ha una leggera tendenza a diffondersi. Le specie coltivate da World Tree – fortunei ed elongata – non mostrano caratteri invasivi e vengono facilmente sostituite dalle piante spontanee.
C’è poi la questione dell’acqua. Nei primi due anni la paulonia richiede irrigazione regolare, finché non mette radici profonde. Una volta stabilizzata, diventa molto resistente alla siccità.
Anzi, in consociazione con altre colture mantiene più umidità nel suolo e riduce il fabbisogno idrico complessivo. «In coltivazioni intercalate, per esempio fagioli e paulonia insieme, l’umidità del suolo resta più alta e le piante richiedono meno acqua», chiarisce Willmore.

Infine il rischio monocoltura. Le esperienze di Rodrigo e Samuel dimostrano il contrario: la paulonia viene piantata insieme a colture alimentari e a sistemi di pascolo, diventando parte di ecosistemi agricoli più complessi e resilienti. «Non piantiamo mai solo paulonie», ribadisce Willmore. «Il nostro obiettivo è integrare colture, alberi e animali per rigenerare la biodiversità».
L’Eco-Tree Program: reddito per gli agricoltori e impatto sul clima
Per Rodrigo, Samuel e centinaia di altri agricoltori la paulonia non è solo un albero, ma una prospettiva concreta di stabilità economica. Oggi i bufali o le colture miste garantiscono entrate immediate, mentre tra 8 e 12 anni il legno di pregio porterà nuovi profitti.
È questo il cuore dell’Eco-Tree Program di World Tree: gli investimenti non servono ad acquistare terreni, ma a finanziare la piantumazione e la cura degli alberi nelle aziende agricole partner.
Quando gli alberi vengono raccolti, i proventi della vendita del legno vengono divisi: il 50% va agli agricoltori, il 30% agli investitori e il 20% all’impresa.
I benefici non si fermano al reddito. Un acro di paulonia – circa 0,4 ettari – è in grado di compensare l’impronta di carbonio di una famiglia media per dieci anni. «World Tree ha la tecnologia di cattura del carbonio più avanzata al mondo: un albero», ha commentato Willmore, citando un articolo di Bloomberg.

Al miglioramento climatico si aggiungono altri effetti: rigenerazione del suolo, maggiore ritenzione idrica, aumento della biodiversità. «Il settore privato è la chiave», ricorda il CEO, «dobbiamo dimostrare che impatto ambientale e ritorni economici possono andare di pari passo».
In fondo, si tratta anche di una scelta personale e valoriale. «Metti i tuoi soldi dove sta il tuo cuore», afferma Willmore. Per gli agricoltori significa dare stabilità alle famiglie e lasciare un’eredità più fertile alle generazioni future; per gli investitori, unire profitto e impatto reale sul pianeta.
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Questo articolo fa parte di una collaborazione con World Tree – Growing Trees for Purpose and Profit.
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