20 Novembre 2025 | Tempo lettura: 10 minuti
Ispirazioni / Io faccio così

Una ragazza ha deciso di pulire il Cammino di Santiago dai rifiuti

Sul Cammino di Santiago i rifiuti abbandonati sono sempre di più, insieme ai pellegrini. Lorie Solis ha deciso di rispondere trasformando il Cammino Francese in un pellegrinaggio di pulizia.

Autore: Andrea Degl'Innocenti
Lorie solis camino limpio

In breve

Una donna, un carrello e 94 chili di rifiuti raccolti sul Cammino di Santiago per restituire cura a un percorso sempre più affollato.

  • Lorie Solis, 41 anni, vive in Portogallo e ha una lunga esperienza di impegno sociale.
  • Nell’estate 2024, sul Cammino Primitivo con la sua famiglia, decide di lasciare il master e dedicarsi a un “Cammino pulito”.
  • Percorre 779 chilometri sul Cammino Francese trascinando un carrello con un bidone e usando bastoncini da trekking con pinze per raccogliere rifiuti.
  • A Santiago de Compostela il bilancio è di 93,7 chili di rifiuti: bottiglie, lattine, involucri di cibo, pacchetti di sigarette e moltissimi fazzoletti.
  • Il suo gesto si inserisce in un contesto di overtourism e di fortissima crescita dei rifiuti sul Cammino di Santiago.
  • Eco-ostelli, associazioni e campagne di pulizia mostrano che i pellegrini possono diventare protagonisti nel ridurre l’impatto del Cammino.
  • Per Lorie, “Cammino pulito” significa soprattutto non lasciare tracce e prendersi cura della Terra, degli altri e di sé stessa.

Lorie Solis cammina trascinando un carrello imbracato all’altezza dei fianchi. Somiglia – il carrello – a quei trolley che si usano per fare la spesa, ma al posto della sacca di tela c’è un cestino per la spazzatura grigio-verde, di quelli che si trovano nei bar, con un’immagine dipinta a mano: rappresenta una conchiglia di San Giacomo, simbolo del Cammino di Santiago, con sotto due bastoni raccogli-rifiuti incrociati e ancora più in basso la scritta “camino limpio, corazón contento”. Ovvero: cammino pulito, cuore felice.

Il motto è anche il nome del suo progetto di pulizia del Cammino di Santiago. La scorsa estate Lorie ha percorso tutti i 779 chilometri del Cammino francese trascinando il suo curioso carretto e pulendo il percorso dai rifiuti grazie a delle speciali racchette modificate con delle pinze alle estremità. Ha raccolto di tutto: bottiglie, carte, lattine, pacchetti di sigarette, fazzoletti. Quando attorno ai primi di ottobre è arrivata a Santiago dopo 41 giorni di cammino, aveva collezionato 94 chili di rifiuti.

Un messaggio dall’Universo

«Lo scorso anno, sul Cammino Primitivo, ho ricevuto un messaggio dall’Universo e era un messaggio molto chiaro: “Fai il cammino francese e raccogli tutta la spazzatura che puoi”». Intervistata dall’esperto di turismo lento Alberto Conte, Lorie commenta così la nascita di questa “folle” idea. E aggiunge: «Poi, lungo il cammino, ho scoperto che avevo anche molte motivazioni personali per farlo».

Lorie Solis intervistata da Alberto Conte, esperto di turismo lento e fondatore di Movimento Lento e Itineraria, entrambi progetti che promuovono il viaggio a piedi

Lorie ha 41 anni, ha vissuto a lungo negli Stati Uniti, è figlia di madre portoricana e padre messicano-americano con origini native, ma da qualche anno vive in Portogallo, nella regione dell’Algarve. Ha un background nell’organizzazione comunitaria all’interno di gruppi ambientalisti, comunità di persone con disabilità e iniziative per la giustizia alimentare, ed è profondamente influenzata dai movimenti per la sovranità dei popoli indigeni. In un’intervista al canale Follow the Camino racconta che tutto è nato nell’estate 2024 mentre percorreva gli ultimi 100 chilometri del Cammino Primitivo – il più antico dei percorsi verso Santiago de Compostela – con la madre di 72 anni, al marito e il figlio di 10.

«Non sapevo davvero cosa stessimo per fare, mio marito aveva organizzato tutto, io avevo solo chiesto di non prendere aerei e di non passare le vacanze in una grande città». Come molti pellegrini, anche lei è partita con una domanda interiore: era iscritta a un secondo master, scelto dopo molte riflessioni, ma dopo un anno di studi sentiva che non era la strada giusta. «Di solito non mollo: se ho deciso, porto a termine. Ma questa volta sentivo che non era più il mio percorso. Camminavo chiedendomi: se non è questo, allora qual è?».

La risposta è arrivata al terzo giorno di cammino. Lorie descrive quel momento come un messaggio chiarissimo, qualcosa che non sembrava neppure un’idea sua: «Ho sentito che avrei dovuto lasciare il master e invece percorrere il Cammino Francese raccogliendo tutti i rifiuti che avrei trovato lungo la via. Una mia amica dice che a volte non siamo noi ad avere le idee, ma sono le idee ad avere noi. Quel giorno ho avuto proprio quella sensazione». Nasce così il progetto “Camino limpio, corazón contento”.

Il problema dei rifiuti lungo il Cammino di Santiago

Negli ultimi anni il Cammino di Santiago è andato incontro a un trend di crescita talmente elevato da presentare tutte le caratteristiche dell’overtourism, fenomeno relativamente nuovo e anomalo per un cammino. Questo ha prodotto un aumento esponenziale dei rifiuti abbandonati lungo il percorso. Già nel 2011, con una presenza di visitatori che era meno della metà degli attuali, la scrittrice e camminatrice Karin Kiser scriveva sul suo blog: “Durante il mio primo Cammino nel 2011, ero scoraggiata dalla quantità di rifiuti che vedevo lungo il percorso”. 

Lorie solis camino limpio

Il problema dei rifiuti lungo il Cammino non è solo una sensazione individuale di chi cammina con lo sguardo a terra. Sebbene non esistano stime ufficiali della quantità di rifiuti abbandonati lungo il percorso, alcuni dati fanno dedurre che siano centinaia di tonnellate ogni anno. Lorie racconta un elenco dettagliato di “ritrovamenti”: bottiglie di plastica, involucri di cibo – formaggi, salumi, snack –, lattine di bibite e birra, bottiglie di vino, pacchetti di sigarette, carte varie e una quantità apparentemente inesauribile di fazzoletti e salviette umidificate usati per fare i propri bisogni dietro i cespugli.

Le organizzazioni legate al Cammino di Santiago hanno provato a rispondere con una serie di iniziative tese a diminuire la mole di rifiuti prodotti e spingere le persone a raccogliere quelli già abbandonati. Nel 2023 sono state installate nuove fontanelle per l’acqua alimentate da pozzi e sorgenti naturali lungo la via inglese per consentire ai pellegrini di riempire le bottiglie d’acqua e ridurre l’impatto delle bottigliette di plastica monouso.

In precedenza erano stati introdotti contenitori da dare in dotazione ai pellegrini e punti dove depositare i propri rifiuti, anche in collaborazione con organizzazioni come Ecoembes, che fornisce borse riutilizzabili per accumulare i rifiuti, e alla rete degli “eco-ostelli”, strutture che si sono rese disponibili a mettere assieme e conferire i rifiuti raccolti dai pellegrini durante la giornata.

Una mia amica dice che a volte non siamo noi ad avere le idee, ma sono le idee ad avere noi. Quel giorno ho avuto proprio quella sensazione

Solo nell’estate del 2022, grazie a questa struttura capillare, i pellegrini hanno conferito e fatto riciclare circa 276 tonnellate di imballaggi nei 555 eco-albergue aderenti, mentre nel 2021 erano state 186 tonnellate in poco più di 350 strutture. A queste cifre si aggiungono le campagne di pulizia della cosiddetta basuraleza – i rifiuti abbandonati in natura – che in pochi giorni di volontariato su singoli tratti del Cammino portano a raccogliere migliaia di chili di scarti

Un’attrezzatura particolare

Lorie Solis però ha fatto di più che partecipare a un’iniziativa. Non si è limitata a raccogliere rifiuti mentre conduceva il pellegrinaggio: ha trasformato la raccolta di rifiuti nel motivo stesso del suo camminare. Per farlo si è dotata di un’attrezzatura particolare. Oltre al carrello su cui è fissato il bidone che serve per trasportare i rifiuti raccolti, ha implementato un sistema di pinze montate sui bastoncini da trekking per raccogliere la spazzatura.

Si tratta di un accessorio chiamato Clean Trek, ideato da John McShane in California, che si aggancia ai bastoncini da trekking. Con una mano si stringe un grilletto e in basso una piccola pinza raccoglie i rifiuti, che finiscono in un contenitore della dimensione di un sacchetto per cani. «Non devi chinarti, non devi toccare niente: rende tutto più facile e persino divertente. Basterebbe che ogni pellegrino decidesse di raccogliere pochi pezzi al giorno perché il Cammino fosse già molto più pulito».

Incontri speciali

Camminare con un’attrezzatura così appariscente e con un proposito così forte e “pulito” apre la porta a incontri eccezionali. O perlomeno, così è stato per Lorie. La donna racconta a Follow the Camino che molti anziani spagnoli, quando capiscono cosa sta facendo, la ringraziano per avere cura del Cammino e per il suo esempio: «Molti vedono da anni crescere i flussi di pellegrini e con loro la quantità di rifiuti; sento che per loro questo gesto ha un valore profondo».

Lorie solis camino limpio 3
Lorie Solis con il suo iconico carrello porta rifiuti

Anche gli altri pellegrini sono spesso colpiti: c’è chi la ringrazia, chi la chiama ángel del Camino, chi dà per scontato che faccia parte di un progetto istituzionale o sia pagata da qualche organizzazione. «Restano stupiti quando scoprono che lo faccio solo perché ci credo – sorride –, per molti è difficile immaginare che qualcuno dedichi tempo ed energie a qualcosa senza un tornaconto diretto». Lorie racconta anche incontri con chi porta avanti esperienze simili. Ad esempio quello con Rebecca Scott, americana che vive a Moratinos e da anni organizza squadre di volontari per pulire il Cammino e accoglie pellegrini e migranti in casa. 

Imparare a non lasciare traccia

Quella di Lorie in effetti non è un’iniziativa unica. Altre persone prima di lei hanno sentito l’impulso a pulire il Cammino di Santiago, come la scrittrice Karin Kiser che nel 2011 lanciò l’iniziativa “Camino Cleanup Program & Retreat”. Altre forse lo sentiranno in futuro. Per Lorie, fare un “Cammino pulito” non riguarda solo i rifiuti: è la pratica quotidiana di “tenere pulito il proprio lato della strada”, riducendo il danno che generiamo nel mondo, verso la Terra, verso le altre persone, verso noi stessi.

Un approccio simile a quello della campagna statunitense Leave no trace, che sta prendendo piede in molti luoghi del mondo – è da poco sbarcata anche in Italia con il nome Io non lascio tracce – e punta a fornire ai camminatori gli strumenti per ridurre il proprio impatto. La cosa che l’ha sorpresa di più, conclude Lorie, è la pace interiore che ha sperimentato nel fare questa esperienza: «Temevo di passare il cammino arrabbiata e disgustata. Invece, mentre raccolgo fazzoletti, plastica, lattine, mi sento tranquilla. Vedo qualcosa che non va, faccio la mia parte».

Informazioni chiave

Un Cammino sempre più affollato

Il Cammino di Santiago vive un forte aumento di pellegrini e pellegrine, fino a mostrare tratti di overtourism: più persone significa anche più rifiuti abbandonati lungo i sentieri, nei boschi e ai margini delle strade.

Raccogliere rifiuti come forma di gratitudine

Lorie trasforma il pellegrinaggio in un atto di cura: il suo progetto “Camino limpio, corazón contento” nasce come risposta a un messaggio interiore e diventa un modo concreto di ringraziare il Cammino, un passo e un rifiuto alla volta.

Non solo un gesto individuale

La sua esperienza si collega a una rete più ampia di iniziative: eco-ostelli, campagne di pulizia e progetti come quelli di Ecoembes, che dimostrano quanto i pellegrini possano contribuire concretamente a ridurre l’impatto ambientale del Cammino di Santiago.

Cosa possiamo fare noi

Portare una borraccia e un sacchetto riutilizzabile, raccogliere qualche rifiuto ogni giorno, usare i punti acqua e informarsi sui principi “Leave No Trace / Io non lascio tracce” sono piccoli gesti che, moltiplicati per migliaia di persone, cambiano davvero il volto del Cammino.