In Piemonte il primo cammino a impatto (quasi) zero in Italia
Sul Cammino di Oropa, nel biellese, è partita una sperimentazione per l’attuazione di “Io non lascio tracce”, la campagna per ridurre l’impatto ecologico, ma anche sociale, del turismo lento.
Come vi abbiamo raccontato in questo articolo, l’idea di “Io non lascio tracce” nasce negli anni ’90 negli Stati Uniti, dove con la campagna Leave No Trace si è messo a sistema un modello di collaborazione fra enti parco, istituzioni, associazioni che si occupano di cammino e persone appassionate di viaggio lento per ridurre, attraverso un’articolata serie di azioni individuali e collettive, l’impatto turistico su luoghi particolarmente delicati come gli ambienti naturali.
In Italia la campagna è stata recepita nella primavera del 2024 con il Manifesto condiviso della sostenibilità a piedi e in bicicletta, che attraverso dieci punti chiave spiega come ridurre il proprio impatto ecologico e sociale quando ci si mette in cammino. Ed proprio in Piemonte, per l’esattezza lungo il Cammino di Oropa, che attraversa il territorio del biellese, che viene proposta la prima iniziativa pratica ispirata al Manifesto.
Lungo il tracciato infatti verranno distribuiti dei sacchetti biodegradabili dotati di un QR Code e insieme a essi l’invito, rivolto camminatrici e camminatori, non solo a portare a casa i propri rifiuti, ma anche a raccogliere l’immondizia che troveranno lungo il percorso. «Non ci accontenteremo dell’impatto zero ma cercheremo di ottenere un impatto positivo almeno per quello che riguarda le tracce lasciate lungo il cammino», spiega Alberto Conte, imprenditore e appassionato divulgatore di cammini e turismo lento, che è fra le persone che gestiscono il Cammino di Oropa.

Ma cosa succederà con il materiale raccolto da camminatrici e camminatori? Dati e informazioni sul materiale raccolto verranno caricati su una piattaforma digitale che li elaborerà, permettendo così di quantificare l’impatto concreto della pulizia condivisa. Il sistema prevede anche un meccanismo di premialità – ovvero sconti o piccoli vantaggi presso i partner che sostengono il progetto – per ringraziare chi si mette in gioco. L’idea è di trasformare un gesto semplice, alla portata di tutti, in una pratica collettiva visibile e misurabile.
Un esempio significativo in tal senso arriva da uno dei cammini più famosi di mondo, quello di Santiago, dove l’americana Lorie Solis ha lanciato l’iniziativa “Cammino pulito”: con un carrello-bidone della spazzatura e degli strumenti ideati per raccogliere i rifiuti da terra, percorre il Cammino di Santiago pulendolo. Oltre all’impatto reale e concreto, l’obiettivo di Lorie – la cui storia abbiamo raccontato qui – è sensibilizzare le persone in cammino sull’importanza di tenere pulite strade e sentieri.
Anche l’esperimento di “Io non lascio tracce” sul Cammino di Oropa si inserisce in una visione più ampia di equilibrio spirituale, ecologico e sociale del mondo del turismo lento finalizzata a generare un impatto dolce sui territori attraversati. Oltre al plogging infatti, il progetto prevede altre attività che si ispirano al concetto di benessere one health, secondo il quale la salute delle persone e la salute degli ecosistemi non sono due piani separati. Camminare, respirare aria pulita, fermarsi nel bosco, ascoltare il proprio corpo ha senso solo se l’ambiente è curato, vivo, in equilibrio. E allo stesso tempo, una persona che sta meglio è più disposta a prendersi cura del luogo in cui si trova.

Alberto Conte entra nel dettaglio spiegando che dalla scorsa estate sono state organizzate le prime escursioni guidate con le guide de Il Richiamo del Bosco, in cui il camminare è alternato con pratiche di benessere in natura: meditazione camminata, bagno di foresta, momenti di ascolto del paesaggio. «Queste esperienze saranno la base per una serie di podcast georeferenziati, collegati a punti precisi del cammino, che accompagneranno i viandanti in attività di consapevolezza e rilassamento. L’idea è che il Cammino di Oropa diventi un’infrastruttura di benessere accessibile».
L’omonimo Festival, di cui Italia che Cambia è partner sin dalla prima edizione, sarà l’occasione per tirare le somme di questa sperimentazione. In programma per giugno 2026, il Festival Richiamo del Bosco «diventerà il momento di sintesi e di restituzione dei risultati, incontri, escursioni, attività di benessere in natura aperte a residenti e viandanti, proiezione del documentario e confronto su come estendere questo modello ad altri territori», spiega Alberto Conte, che conclude ricordando che «se l’esperimento riuscirà, il Biellese avrà dimostrato che è possibile tenere insieme tre elementi: un cammino molto frequentato, una comunità che si prende cura dei luoghi, un approccio che mette in relazione la salute delle persone con quella dei paesaggi che attraversano».
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Se desideri anche tu provare o regalare l’esperienza del cammino, é possibile acquistare la Slow Card – qui le info tecniche – con il 10% di sconto grazie al codice ITALIASLOW. Questa iniziativa fa parte della collaborazione fra Movimento Lento e Italia Che Cambia per supportare il turismo lento e i progetti che possono avvicinare le persone a un nuovo modo di viaggiare più consapevole, responsabile e rispettoso dei luoghi e delle persone.










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