Parliamo di elezioni. Quelle in Cile – soprattutto – e quelle in Venezuela. Due paesi simbolo, in modi diversi del passato recente e del prossimo futuro di modelli economico-democratici. Elezioni sorprendenti, assurde sotto alcuni aspetti, che ci dicono molto sui due paesi e sul mondo che stiamo vivendo.
L’India, a sorpresa, decide di revocare le tre contestatissime leggi sull’agricoltura, che avevano dato vita alla più grande protesta della storia, portata avanti per oltre un anno da milioni di contadini. Intanto nei Balcani la Bosnia-Erzegovina soffre di un’instabilità sempre più endemica, con venti di guerra che tornano a soffiare sulla regione e il clima che si fa sempre più pesante.
Sta per arrivare, un po’ in sordina, il bonus per prodotti sfusi e alla spina, di cui potranno usufruire oltre 10mila commercianti. Intanto il cibo nei supermercati si fa sempre più caro e un nuovo studio dell’Unione nazionale dei consumatori mostra un trend preoccupante anche da noi. Le origini del rincaro le conosciamo, e sono strutturali, ma cosa possiamo fare per fronteggiare la crisi e non farci prendere dal panico?
Migliaia di migranti bloccati al confine fra Bielorussia e Polonia, con la Polizia polacca che usa i cannoni d’acqua nonostante il freddo pungente. Inghilterra e Francia che rischiano una crisi diplomatica per motivi simili. Se poche migliaia di migranti scatenano reazioni e tensioni fra paesi, cosa pensano di fare i nostri governanti per i 216 milioni di migranti climatici previsti entro il 2050? Intanto gli ecosistemi e il clima continuano a dare segnali critici: Nuova Delhi va in lockdown per le polveri sottili, mentre ci sono alluvioni in Canada e trombe d’aria in Sicilia.
In Afghanistan milioni di persone rischiano di morire di stenti alle porte dell’inverno. I diritti umani sono calpestati quotidianamente, l’economia è al collasso e solo le piantagioni di oppio e il commercio di eroina portano entrate al governo dei talebani. E c’è un’altra misura, voluta dal governo americano, che rischia di essere la mazzata definitiva su una popolazione già stremata.
Con una nuova legge la Groenlandia rinuncia all’estrazione di uranio e terre rare, dopo aver bloccato quelle di petrolio e gas. Intanto il Brasile, che afferma di voler raggiungere il disboscamento zero entro il 2030, si avvia verso un anno nero per la foresta Amazzonica. In Italia entrano in vigore nuove normative Covid, fra cui il divieto di manifestare nei centri delle città, mentre in Austria scatta il primo lockdown per i soli non vaccinati. E in Bulgaria, alla terza elezione in un anno, va al governo un partito nuovo nuovo eletto con una maggioranza non proprio bulgara.
Sono state ultime ore frenetiche alla COP26 sul clima di Glasgow, in cui ondate di sensazioni contrastanti hanno attraversato la sala dell’assemblea plenaria dove erano riuniti i delegati. Frustrazione, entusiasmo, stanchezza, di nuovo frustrazione, speranza, infine un accordo acciuffato in extremis, il Glasgow Climate Pact, che lascia molti insoddisfatti. E che… è piuttosto difficile da commentare, ma ci proveremo!
Svolta alla COP26: Usa e Cina in una dichiarazione congiunta annunciano un accordo sul clima. Il contenuto dell’accordo? Poca cosa, ma il valore simbolico e politico del gesto resta importante. Intanto il nostro paese annuncia l’adesione al BOGA, il trattato che mette fine a petrolio e gas, ma solo come “amico”. E Xi Jinping, in Cina, viene incoronato dal Partito comunista cinese come un grande della storia.
Ieri notte è circolata la seconda bozza di accordo della COP26, in cui possiamo riconoscere uno sforzo di ambizione in più rispetto alla prima, ma anche una certa, persistente, mancanza di concretezza. Che cosa prevede e che giudizio possiamo dargli? Intanto il nucleare torna a fare capolino nelle strategie di decarbonizzazione di molti paesi, quello di quarta generazione, spacciato per sicuro e pulito. Ma è davvero così? E abbiamo alternative?
Dal recepimento disastroso della direttiva sulle plastiche monouso da parte del governo italiano agli esempi virtuosi in Francia, Spagna e Germania. Dalla deludente bozza di accordo dei paesi alla COP26 per il clima, in cui non vengono nominati combustibili fossili né gli allevamenti intensivi, alla delibera dell’amministrazione di Helsinki che smetterà di servire carne negli eventi pubblici. Dall’invasione di mascherine negli oceani alla condanna di Eni per Greenwashing, alle prime condanne del maxiprocesso contro la ‘ndrangheta. Tanta carne sul fuoco oggi, o forse no!
La Cina è il grande spauracchio per quanto riguarda le emissioni di CO2. Il grande inquinatore globale, il paese che non si presenta alla COP26. Ma è davvero così? Un’intervista del Guardian a un funzionario e responsabile della strategia di decarbonizzazione cinese mostra una realtà piuttosto diversa. Intanto Xi Jinping è impegnato nella sesta assemblea plenaria del Partito comunista cinese, dove ha intenzione nientemeno che di riscrivere la storia.
Che cos’è l’ADBlue e perché sta mettendo in ginocchio i trasporti e la catena di distribuzione nel nostro paese? Che cosa c’entra con la crisi del metano? Siamo forse all’inizio di un Seneca cliff, un collasso del sistema di produzione, distribuzione e consumo mondiale così come lo conosciamo?
Negli ultimi giorni la Cina sta razionando l’energia e ha consigliato alle famiglie di mettere da parte il cibo per il sostentamento quotidiano da qui fino a primavera, gettando nel panico milioni di persone. Ma quali sono le cause di questa crisi? Intanto a Glasgow proseguono i lavori della COP26, ieri si è parlato di energia ed è stato siglato un trattato per smettere di finanziare progetti di estrazione di combustibili fossili all’estero. Ma queste misure sono sufficienti? E in generale quanto possiamo confidare nelle svolte che arrivano dai vertici del sistema?
Nella dichiarazione finale del G20 si legge che i paesi si prendono l’impegno concreto di piantare alberi, 1000 miliardi, entro il 2030. Una decisione che fino a qualche anno fa sarebbe apparsa impensabile! Ma cosa significa piantare così tanti alberi? Dove e come ha senso farlo e come possiamo farlo bene? E che dire di un’altra decisione presa dai leader alla COP26 sulla riduzione delle emissioni di metano? Parliamo anche di Covid e di vaccini.
I leader mondiali sono volati a Glasgow per partecipare alla Cop26 sul clima. La lotta al cambiamento climatico è diventata centrale nelle agende politiche di molti governi, ma cosa possiamo aspettarci da questo incontro? E come ci arriviamo dal punto di vista climatico, politico e sociale? Ne parliamo in questa prima puntata della seconda stagione di Io Non Mi Rassegno!
Cosa significa essere padri oggi? Come è cambiata la figura del padre negli anni? E quali sfide culturali, lavorative, organizzative pone di fronte all’individuo, ma anche alla società nel suo complesso questa nuova figura paterna?
La nuova PAC, la politica agricola comune, non risolve i suoi problemi strutturali e rischia di non dare una mano alla transizione ecologica, anzi di far finire i soldi nelle tasche dei soliti. Intanto la Cina lancia il suo sistema Ets di Scambio di crediti di carbonio, senza però prevedere un tetto massimo di emissioni. E sul Mar Nero, le esercitazioni Nato gettano nuovo combustibile sul fuoco del conflitto con la Russia.
La versione completa del rapporto del pentagono sugli Ufo non svela molto di più rispetto a quanto sapevamo già, ma diversi dettagli vengono resi noti. Intanto negli Usa la casa farmaceutica Johnson & Johnson è si accorda con lo stato di New York per porre fine al commercio di oppioidi, che ha causato una vera e propria strage silenziosa negli ultimi anni. In Canada la scoperta di nuove tombe senza nome vicino a un collegio fa luce sull’agghiacciante trattamento che veniva riservato alle popolazioni native nell’Ottocento e per buona parte del 900, mentre in Gabon prende piede la strategia nazionale di farsi pagare dai paesi ricchi per proteggere le proprie foreste.
Anche mantenendo il riscaldamento globale attorno al grado e mezzo, vivremo in un mondo profondamente diverso da quello che conosciamo, caratterizzato da eventi climatici estremi, lo scioglimento dell’artico, siccità, povertà e carestie: è apocalittico lo scenario descritto dall’ultimo report Ipcc, o perlomeno così appare dall’anticipazione pubblicata due giorni fa. Intanto il parlamento Ue approva formalmente i nuovi obiettivi climatici mentre il Belgio vieta le auto a diesel e a benzina a partire rispettivamente dal 2030 e dal 2035. Ma la transizione ecologica, quella vera, è un percorso ricco di ostacoli e incertezze. In Canada piovono arresti contro i manifestanti che si oppongono all’abbattimento di alberi secolari, mentre in Mugello fa discutere il progetto del nuovo parco eolico sul monte Giogo.
Il Consiglio di Stato respinge la sentenza del Tar sull’ex Ilva di Taranto: l’acciaieria può continuare a restare accesa. Intanto viene ufficializzata la definizione del reato di ecocidio, che adesso verrà proposta al tribunale penale internazionale dell’Aia. Sale la tensione sul Mar Nero fra Russia e Regno unito per via di una provocazione britannica, mentre nel Tigrè continua il massacro da parte dell’esercito Etiope.