26 Gen 2018

Il Chiostro Hostel and Hotel, il cicloturismo come strumento di inclusione e trasformazione culturale

Scritto da: Alessia Canzian

Un ostello che ha voluto puntare su nuovo tipo di turismo, il cicloturismo. Un luogo di incontro per diverse realtà. Da Inchiostro, il festival degli illustratori calligrafi che si tiene a inizio giugno, a progetti di workshop teatrale residenziali; passando attraverso eventi musicali e realizzando delle stagioni teatrali, sia estive, sia invernali, grazie alla collaborazione con la compagnia teatrale Gli Illegali.

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Alessandria - Un bellissimo chiostro cinquecentesco è l’ambientazione della storia che vi voglio raccontare, quella del Chiostro Hostel and Hotel. Siamo ad Alessandria, precisamente nel cuore storico della città: Borgo Rovereto. Guardando la facciata della chiesa di piazza Santa Maria di Castello si vede, sulla sinistra, un portone, rigorosamente, sempre aperto. Appena varcata la soglia del portone si entra in un bellissimo giardino, circondato su più lati da un corridoio coperto che si apre sullo spazio centrale con una serie di arcate.

Prima del 2014, anno in cui Laura, Davide e Marco hanno deciso di intraprendere l’avventura della gestione dello spazio, il chiostro era sempre chiuso. “La nostra idea principale”, sottolinea Davide, “era di aprirci alla città trasformando il Chiostro in un luogo del territorio da utilizzare”.

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L’Ostello di Santa Maria di Castello era nato nel 2000. Attraverso i fondi giubilari la Provincia aveva presentato un progetto per ristrutturare il chiostro demaniale e trasformarlo in un ostello turistico. Da quel progetto sono stati realizzati gli spazi per la creazione di 70 posti letto e, al piano terra, uno spazio sia per le diverse associazioni culturali che gravitano attorno all’ostello, sia per la sede dell’ufficio turistico.

L’innovazione che hanno portato Laura, Davide e Marco alla gestione dell’ostello è stata di puntare su un nuovo tipo di turismo, ovvero il turismo sostenibile e il cicloturismo. Pertanto, sono entrati all’interno della rete Albergabici, un progetto promosso dalla FIAB (Federazione Italiana Amici della Bicicletta), diventando a tutti gli effetti una struttura turistica attrezzata per dare accoglienza ai cicloturisti.
“Il primo passo è stato di attivare una piccola ciclofficina a disposizione dei viaggiatori”, spiegano i gestori, “poi, con il tempo, il progetto si è evoluto in una ciclofficina popolare per tutta la comunità e non solo agli ospiti dell’Ostello”.

Riciclo è il nome della ciclofficina popolare, aperta 3 pomeriggi a settimana. A portare avanti il progetto della ciclofficina è Gianluca Pagella, meglio noto per gli alessandrini come Gianaggiusta: “la ciclofficina popolare è un luogo di autoriparazione della bicicletta. Ti fornisce gli strumenti e ci sono degli operatori che offrono supporto, ma sono i ciclisti stessi che imparano ad aggiustarsi la propria bicicletta. L’anno scorso, per avvicinare la cittadinanza alla bicicletta, abbiamo organizzato un corso base per l’autoriparazione del mezzo, è stato un vero successo”.

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Sempre nell’ottica di incentivare il cicloturismo è molto interessante la pratica, ormai diventata di routine, di raccontare attraverso foto e post sulla pagina facebook Chiostro Hostel and Hotel il viaggio e le storie dei cicloturisti che man mano si sono fermati al Chiostro di Alessandria. “La pratica è nata per gioco”, ci sottolinea Laura, “ma abbiamo riscontrato molto successo, soprattutto dai cicloturisti stessi. Abbiamo deciso di condividere le storie perché abbiamo incontrato moltissime persone interessanti. Una famiglia che viaggiava con i figli; persone che arrivavano dal Giappone; un ragazzo che è partito in bici dal lago di Garda per portare dei fondi, raccolti per aiutare gli abitanti di un villaggio in Sudan, a Marrakech dove aveva l’appuntamento con il capo villaggio sudanese”.
“Abbiamo visto arrivare sempre più turisti”, spiega Davide, “dobbiamo sfatare il mito che Alessandria non sia una città turistica. Questo territorio ha delle potenzialità e queste potenzialità sono comprovate dal numero dei passaggi in ostello. In più Alessandria è in una zona strategica, è la porta del monferrato”.

Un luogo, il Chiostro che ha saputo aprirsi e lavorare in rete con le tante realtà presenti sul territorio. Da Inchiostro, il festival degli illustratori calligrafi che si tiene a inizio giugno organizzato dall’Associazione ProposAL, a progetti di workshop teatrali residenziali; passando attraverso eventi musicali e realizzando delle stagioni teatrali, sia estive, sia invernali, grazie alla collaborazione con la compagnia teatrale Gli Illegali. Inoltre, in estate, è possibile sperimentare lo Yoga sul prato.

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Sempre in un’ottica di apertura e inclusione, il Chiostro accoglie 30 ragazzi richiedenti asilo che risiedono in una parte dell’ostello. “I ragazzi vivono con noi”, ci spiega Laura, “seguono il loro percorso legale per il riconoscimento dello status di rifugiato, frequentano la scuola, alcuni hanno fatto il corso di ciclofficina, altri hanno seguito dei corsi di agricoltura. Sono una vera risorsa, seguono e partecipano a tutte le attività che organizziamo”.

La prerogativa di qualsiasi società dovrebbe essere l’aprirsi”, sottolinea Gianaggiusta, “per questo abbiamo deciso di aprirci, non solo attraverso il portone, ma di aprirci anche al teatro, alle serate musicali, ad Inchiostro, alla bicicletta, ai turisti e ai nuovi cittadini”.

Un lavoro di rete che ha permesso alle tante persone che entrano in contatto con il Chiostro di organizzare eventi nuovi, come il Bianco Festival, un festival della fotografia. Un vero spazio messo a disposizione della comunità, un luogo di ristoro, ma anche di incontro e di stimolo. Un lavoro costante quello di Laura, Davide e Marco che continuano a sognare e ad immaginare come migliorare il Chiostro e la loro città. “Sarebbe bellissimo”, suggerisce Laura, “avere più persone che vengo qui con un libro a leggere sul prato”.

Un ambiente ricco e gioioso, creato da chi ha saputo credere maggiormente nel territorio e da chi ha avuto la lungimiranza di vedere la diversità come risorsa preziosa e da tutelare.

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