22 Mag 2020

Pedalare a vista, sognare in grande

Presente e futuro del cicloturismo in Casentino nello sguardo di Massimo Schiavo di CasentinoEbike. Fra mille incertezze, normative ancora poco chiare e diffidenza diffusa, la pandemia può aver portato con sé anche la voglia di riscoprire esperienze genuine, di cui il Casentino è così generoso. Quali opportunità si celano in questa crisi? Può essere l’occasione per riscoprire territori poco battuti, e farlo attraverso mezzi sostenibili? E che ruolo hanno le relazioni umane nel turismo del futuro (e del presente)?

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È un anno atipico, questo è fuori d’ogni dubbio, e per alcuni settori, come il turismo, lo è ancora di più. Fra mille incertezze, normative poco chiare, timori diffusi, il Casentino si prepara ad accogliere i visitatori nelle sue Foreste Sacre. E lo fa a modo suo, accompagnando i forestieri ad abbandonare lo stress della vita cittadina e a respirare un tempo diverso, più lento.

Ma come si stanno attrezzando gli operatori del settore? Come fanno fronte all’incertezza e cercano di ottimizzare le possibilità nascoste in questo periodo così particolare? Per rispondere a queste domande abbiamo contattato telefonicamente Massimo Schiavo, che con CasentinoEbike organizza tour con bici elettriche in tutto il territorio del Casentino e del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi (ne abbiamo già più volte parlato su Casentino che Cambia). Gli abbiamo chiesto come sta affrontando questa situazione e quali rischi e opportunità vede per la sua attività, per il cicloturismo e per il territorio in generale.

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Partiamo dall’attualità. Come avete vissuto questa situazione e quanto ha influito sulla vostra attività? 
Il lockdown è avvenuto proprio alla vigilia della stagione turistica, che in Casentino inizia verso fine marzo. Ci eravamo preparati molto, forse anche meglio degli anni passati, per l’inizio della stagione, poi l’epidemia ha rimescolato tutte le carte. Adesso si naviga a vista, fra mille incertezze: se nella fase uno il messaggio era chiaro, stare tutti fermi, nella fase due si fa fatica a capire qual è la cornice entro la quale ci si può muovere.

Le strutture ricettive stanno brancolando alla ricerca di norme sicure da seguire, che al momento non ci sono, non si sa ancora come devono sanificare le stanze, soprattutto i luoghi comuni. Per ora stanno prendendo prenotazioni per luglio e agosto sperando che la situazione della pandemia continui a migliorare.

Chi dovrebbe darvi direttive più precise?
Come per tutto il resto, a dettare legge sono soprattutto i Dpcm (Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, ndr), poi c’è la Regione. Però la Regione, mutuando quanto stabilito dal Dpcm, per ora ha stabilito regole soprattutto per la balneazione, quindi il turismo al mare. Le nostre zone sono rimaste non normate. Ci sono Federalberghi e altre associazioni che stanno promuovendo dei protocolli cercando di interpretare le normative. Particolarmente difficile è l’interpretazione delle normative della Fase 2 per la professione delle guide, che al momento non hanno un’indicazione univoca sul protocollo da seguire per accompagnare i turisti. Ci aspettiamo a breve chiarimenti dalle autorità competenti per evitare soluzioni interpretative diverse in modo da trasmettere sicurezza e competenza ai nostri ospiti.

Quindi un’incertezza ad esempio potrebbe essere relativa a quante persone possono partecipare ai vostri tour…
Sì esatto, ad esempio. Il numero di persone sostanzialmente non lo sappiamo, si parla di piccoli gruppi, ma senza specificare. Federparchi ha pubblicato sul suo sito un protocollo ad uso dei parchi che parla di gruppi di massimo 12 persone, che per la mia attività andrebbe più che bene visto che normalmente porto fuori 8-10 persone. 

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Massimo Schiavo – CasentinoEbike

Vista l’incertezza attuale, come ti stai attrezzando?
Si tratterà, almeno quest’anno, di riuscire ad accogliere al meglio un turismo che sarà più di prossimità, di connazionali, tenendo le tariffe più basse possibile. Serve a me per tenermi in moto, perché in questo momento bisogna stare a galla e restare attivi, la paura più grande è di lasciare spegnere il motore della mia attività. Quel motore, che produce energia buona, che produce endorfine bisogna cercare di tenerlo attivo.

Sul medio lungo termine invece quali tendenze vedi? Che opportunità ci sono in questa crisi?
Uno degli aspetti positivi è l’incentivo ad utilizzare la bici previsto dal governo, chissà che non diventiamo un po’ più europei da questo punto di vista e scopriamo la bici anche come mezzo per spostarsi nelle normali esigenze quotidiane. Potremmo diventare più sostenibili usando una bicicletta che non consuma idrocarburi ma usa in maniera intelligenza la forza muscolare. È un po’ la scommessa che ho fatto in questo territorio. Fino a qualche anno fa il Casentino lo poteva scoprire in bicicletta solo uno sportivo, visti i dislivelli. Oggi con le e-bike si può veramente avere un’idea varia della valle e del paesaggio anche in una giornata, pedalando senza uno sforzo eccessivo.

Pensi che le persone abbiano imparato qualcosa da questa situazione?
Me lo auguro. Si percepisce che c’è tanta voglia di evadere da parte delle persone, e di farlo nella natura, che è il nostro punto forte. Il fatto di aver subito uno stop così repentino può essere stata un’occasione di riflessione per tutti, un momento per farsi domande sul proprio posto nel mondo, sul senso profondo della propria vita. Io questa riflessione l’ho fatta anni, fa quando ho deciso di trasferirmi in Casentino. Vivo in un ambiente naturale bellissimo, esco di casa ed entro nel bosco, vedo panorami, respiro un’aria pulita. Anche se per me come per tutti la routine è sempre in agguato, sono bilanciato fortemente da quello che vedo e respiro ogni giorno. Le persone che abitano nelle grandi città sicuramente hanno sofferto molto di più questo periodo e mi auguro che abbiano riflettuto sul fatto che non c’è bisogno di andare sulla luna per cambiare vita. Basta spostarsi un po’ più in là per riscoprire emozioni autentiche, che ti portano a qualcosa di vero.

In questo il Casentino è maestro.
Sì, credo che oggi le persone abbiano molto più bisogno di esperienze genuine e appaganti che di prodotti. Il Casentino offre veramente tanto da questo punto di vista, perché è una valle chiusa, quindi da sempre poco votata al turismo, ma proprio per questo autentica. Se trovi chi ti accompagna e ti apre le porte giuste, ti porti a casa delle emozioni molto belle. Io faccio questo lavoro da sei anni e lo vedo nella faccia delle persone. E poi offrire esperienze in bicicletta è proprio la mia passione, ci metto molto del mio, mi piace fare delle sorprese. E instaurare una relazione sincera con i miei ospiti. I miei tour non sono solo un’offerta di itinerario, ma il piacere di far scoprire alle persone il Casentino, quindi sono un po’ l’anello di congiunzione fra il territorio e chi ci abita, e la bicicletta è un vero attivatore di emozioni.

Certo, all’inizio sarà un po’ strano, dovremo utilizzare le mascherine e i guanti al momento della consegna delle bici, poi durante il tour le persone potranno abbassarla, la mascherina. Ma in parte dovremo farle mascherate queste esperienze…

Come dei supereroi!
Eh sì. Ci sarà un po’ d’imbarazzo, almeno inizialmente. Ma faremo esperienza anche di sciogliere questo imbarazzo, e di diventare amici pur con questo ostacolo in più.

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