3 Feb 2021

“Chiediamo che il 2021 sia l’anno internazionale per l’eliminazione del lavoro minorile”

Gabriella Lay, ambasciatrice Rebirth/Terzo Paradiso e rappresentante dell’ILO delle Nazioni Unite, è stata protagonista di un intervento dedicato all'Anno Internazionale per l’Eliminazione del Lavoro minorile, lanciato ufficialmente il 21 gennaio 2021. Vi proponiamo le sue parole in riferimento alla novità adottata all’unanimità in una risoluzione dell’Assemblea Generale dell’ONU nel 2019. "Il lavoro minorile - ha affermato Maria Gabriella Lay - è un fenomeno complesso, espressione di una economia globalizzata dominata dal consumismo e dalla speculazione finanziaria in cui spesso la delocalizzazione della produzione favorisce illeciti e smisurati profitti dei pochi".

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Biella - «Incoraggiare azioni legislative e politiche volte a sradicare la piaga del lavoro minorile a livello globale»: è questo l’obiettivo cardine dell’Anno Internazionale per l’Eliminazione del Lavoro Minorile, lanciato ufficialmente il 21 gennaio scorso dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro – alla presenza del Direttore Generale dell’ILO Guy Ryder e della Direttrice Esecutiva dell’UNICEF Henrietta Fore – in collaborazione con la Partnership Globale Alliance 8.7. È proprio il 2021 l’anno scelto, opzionato a seguito della risoluzione adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 25 luglio 2019. Come riportato in una nota del Centro Regionale di Informazione delle Nazioni Unite, uno degli scopi principali dell’iniziativa è quello sollecitare i governi a mettere in atto tutte le misure necessarie al fine di raggiungere l’obiettivo 8.7 degli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030.

«Quest’ultimo – viene specificato – chiede infatti agli Stati membri di adottare misure immediate ed efficaci per sradicare il lavoro forzato, porre fine alla moderna schiavitù e alla tratta di esseri umani, garantire la proibizione e l’eliminazione delle peggiori forme di lavoro minorile (compreso il reclutamento e l’uso di bambini-soldato) e di porre fine al lavoro minorile in tutte le sue forme entro il 2025».

In quest’ottica, nel corso del 2021, saranno organizzati appuntamenti tesi a sensibilizzare l’opinione pubblica e i governi su questa emergenza, che, nel mondo, riguarda un bambino su dieci. «L’iniziativa dell’Anno Internazionale per l’Eliminazione del Lavoro Minorile incoraggia tutte le parti interessate a tutti i livelli (regionale, nazionale, organizzazioni di varia natura) ad individuare azioni concrete, volte a contribuire all’eradicazione del fenomeno, da intraprendere entro la fine di dicembre 2021».

L’ambasciatrice Rebirth/Terzo Paradiso Maria Gabriella Lay, in veste di rappresentante dell’ILO delle Nazioni Unite, durante il Rebirth Day è intervenuta sull’Anno Internazionale per l’Eliminazione del Lavoro Minorile. Vi proponiamo le sue parole.

Nona edizione del Rebirthday
21 dicembre 2020

2021 Anno Internazionale per l’Eliminazione del Lavoro minorile
Viviamo un evento epocale. Il Coronavirus ha creato nel mondo una situazione mai accaduta prima nella storia, che tocca la vita di tutti e di ciascuno perché ha un forte impatto sulla salute, il lavoro, la scuola, il benessere e la serenità del singolo e globalmente incide sulla economia e il progresso dei popoli.

Questa pandemia pone inquietanti interrogativi sul nostro futuro. Ha cambiato molte delle nostre abitudini di vita. Il virus e la sua diffusione planetaria hanno acuito nell’individuo il senso di fragilità, di vulnerabilità e parallelamente la percezione dell’interdipendenza e delle implicazioni dei nostri comportamenti individuali. Sentiamo di essere parte di un unico pianeta e forse abbiamo acquisito più consapevolezza nel comprendere che le nostre azioni hanno inevitabilmente una ripercussione sulla vita degli altri, sulla salute del creato e sugli equilibri tra natura e artificio.
L’attuale pandemia evidenzia ancor più la necessità e l’urgenza di un cambio di paradigma radicale e globale. I principi che il Terzo Paradiso promuove – l’armonia, l’innovazione, l’equilibrio – e il simbolo che li veicola nel mondo sono una guida nelle diverse culture per la realizzazione dei 17 Obiettivi dell’Agenda 2030.

Ci avviciniamo al 2021, un anno che potrà essere significativo per la vita di milioni di bambini e adolescenti vittime di abuso e sfruttamento nel mondo, minori privati dei loro diritti fondamentali per una logica di profitto che domina il capitalismo. A loro tutela l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato all’unanimità una Risoluzione che dichiara il 2021 Anno internazionale per l’eliminazione del lavoro minorile e chiede urgenti misure di intervento a tutti gli Stati membri.

Nel mondo oggi sono più di 152 milioni i bambini e gli adolescenti costretti a lavorare nell’indifferenza generalizzata. 73 milioni di questi svolgono lavori pericolosi con conseguenze irreversibili. Sono bambini senza infanzia. A loro viene negato il diritto al gioco, alla scuola, agli affetti.
Sono bambini e bambine esposti a condizioni che compromettono, spesso irrimediabilmente, il loro sviluppo fisico, emotivo, la loro crescita spirituale e sociale.

Accomunati dalla tragedia della povertà e ignorati dall’esercizio della legge, questi minori sono vulnerabile preda di prepotenze, coercizione e violenza per logiche di profitto e per l’indifferenza e l’omertà dei consumatori vicini e lontani. Non possiamo ignorare che ciò che si produce con lo sfruttamento dell’infanzia in altri continenti approda anche ai nostri mercati, nelle nostre case.

Presumo che siano in ascolto molti giovani e a loro mi rivolgo in particolare perché tutti insieme dobbiamo chiedere e rivendicare la tutela della loro dignità di persone. Sono bambini e ragazzi che lavorano in miniera per l’estrazione dei metalli preziosi e del coltan in particolare, un minerale pregiatissimo che viene usato nell’industria della telefonia mobile, dei computer e degli aerei. Lavorano in agricoltura, nella pesca d’altura; lavorano nelle industrie per la lavorazione del pellame, dei tappeti, del vetro, della carta, del tabacco, di fiammiferi e fuochi d’artificio, di apparecchiature elettroniche, di articoli sportivi, di scarpe e di altri prodotti destinati all’esportazione. Altri lavorano nell’industria turistica.

Molti bambini sono venduti come schiavi per la prostituzione, per la produzione di materiale e spettacoli pornografici; altri vengono reclutati dalla criminalità organizzata per la produzione e il traffico delle droghe o per altre attività illegali. Altri ancora sono reclutati e obbligatoriamente impiegati nei conflitti armati, costretti ad imbracciare armi in guerre e conflitti che non sanno comprendere. Molti lavorano nelle discariche per la raccolta dei rifiuti.

Decine di milioni di bambini e adolescenti sono esposti a seri pericoli. I gravi rischi derivano dalle sostanze manipolate o respirate, sostanze tossiche o cancerogene: pesticidi, mercurio, amianto e piombo, coltan, solventi e colle, zolfo e fuochi d’artificio. Molti bambini vengono esposti a condizioni estreme di temperature o alla fiamma aperta – senza alcuna protezione – per la lavorazione del vetro, in ambienti mal areati, male illuminati e rumorosissimi.

In agricoltura molti bambini e bambine cominciano a lavorare a 4-5 o 6 anni per la raccolta delle foglioline di tè o dei fiori di gelsomino per la produzione dei profumi; nelle miniere anche giovanissimi sono costretti a trasportare carichi molto pesanti in cunicoli di dimensioni ridottissime; nelle fabbriche svolgono attività ripetitive ed estenuanti per molte ore al giorno, in ambienti insalubri, obbligati a posizioni innaturali. Spesso vengono separati o sottratti alle famiglie e privati d’affetto. Molti bambini subiscono maltrattamenti fisici e psicologici: percosse, insulti e punizioni sono prassi che includono anche la privazioni di cibo. Gli abusi sessuali sono assai frequenti.

La risoluzione delle Nazioni Unite riafferma l’impegno dei 193 Paesi membri che hanno approvato l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile di «adottare misure immediate ed efficaci per porre fine alla schiavitù moderna e alla tratta degli esseri umani e garantire il divieto e l’eliminazione delle forme peggiori di lavoro minorile, incluso il reclutamento e l’uso dei bambini soldato e, entro il 2025, porre fine al lavoro minorile in tutte le sue forme».

Il lavoro minorile è un fenomeno complesso, espressione di una economia globalizzata dominata dal consumismo e dalla speculazione finanziaria in cui spesso la delocalizzazione della produzione favorisce illeciti e smisurati profitti dei pochi. Il lavoro è un diritto per l’adulto come la scuola è un diritto per i bambini e gli adolescenti. Nel mondo oggi sono oltre 200 milioni gli adulti disoccupati, uomini e donne che vorrebbero lavorare e non possono e paradossalmente sono più di 152 milioni i bambini costretti a lavorare.

L’Assemblea Generale invita gli Stati Membri, le agenzie del sistema Nazioni Unite, altre istituzioni, le organizzazioni non governative (NGO), la società civile e i singoli individui a osservare l’Anno Internazionale attraverso attività mirate a suscitare «la consapevolezza dell’importanza dell’eradicazione del lavoro minorile e la condivisione di esperienze che hanno ottenuto un risultato significativo».

Il Terzo Paradiso accoglie questo invito in una giornata altamente significativa per la rinascita e diffonde il messaggio tra le innumerevoli Ambasciate nel mondo in diretta streaming di questa nona edizione del Rebirth Day. Sono personalmente grata per questa opportunità che avrà per certo un prezioso impatto sulla consapevolezza del valore e dell’urgenza dell’impegno di tutti e di ciascuno.

L’immagine sullo schermo dell’opera di Michelangelo Pistoletto nell’Ariana Park , di fronte al Palazzo delle Nazioni Unite a Ginevra, è espressione forte e tangibile delle condivise finalità di intenti nel perseguire la sostenibilità economica, sociale e ambientale e il rafforzamento della pace universale. La formula trinamica del Terzo Paradiso rappresenta più che mai oggi una guida nel processo di analisi e di rinascita e l’Arte della Demopraxia potrà tracciare un percorso operativo per la realizzazione degli Obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile. Mi piace concludere con questa immagine, una possente immagine che coniuga arte e diritto per un futuro di sostenibilità, giustizia sociale e crescita qualitativa.

Maria Gabriella Lay

Articolo tratto da: Journal Cittadellarte

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