28 Set 2023

Temposospeso: un’avventura editoriale di resistenza nata in un borgo ligure

Scritto da: Benedetta Torsello

Da Minceto, frazione di Ronco Scrivia, sull’appennino genovese, Massimo Angelini ci racconta di Temposospeso, la nuova avventura editoriale intrapresa insieme a Esther Weber all’indomani della chiusura della casa editrice Pentàgora. Con Temposospeso sembra ancora possibile un’editoria che riparta dalla bellezza e dalla cura “artigianale” dei libri, instaurando un legame intimo e diretto con chi legge.

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Genova - Libri che innamorano, libri che restano, libri realizzati con cura artigiana, «libri che desideriamo nutrienti, mai effimeri, se possibile necessari», esordisce Massimo Angelini, «filosofo della terra e della parola», come si era presentato nella prima intervista in cui si era raccontato a Italia che Cambia. Studioso, scrittore, editore, Angelini ha vissuto decine di vite in una e di alcune di queste abbiamo parlato sulle nostre pagine.

Temposospeso – da scrivere e leggere tutto d’un fiato – è l’incipit di una nuova storia, iniziata in realtà oltre dieci anni fa con la casa editrice Pentàgora e oggi divenuta una nuova avventura editoriale di resistenza e cura del libro dentro e fuori, con un’attenzione alle storie raccontate, all’impaginazione, alla scelta dei materiali, esattamente come si faceva un tempo, non poi così lontano.

temposospeso
Vista di Minceto (GE)
COSA CAMBIA E COSA RESTA

Per Angelini il mondo dell’editoria è un universo familiare. Nel 2010 infatti aveva dato vita al progetto di Pentàgora, una casa editrice intimamente legata al mondo rurale, immaginata per colmare la profonda divaricazione tra una linea editoriale tecnicistica, incentrata su un’agricoltura senza valori, industrializzata, e un modo di concepirlo in chiave new age, con una rappresentazione utopica e allo stesso tempo ideologica.

Pentàgora era nata quindi per tentare «una via etica dell’editoria in cui l’autore non venga visto come un pollo da spennare, i libri non siano stampati per poi andare al macero e dove si cerca di rappresentare in modo realistico quello che era, è rimasto e potrà essere il mondo rurale, visto non come alternativa alla città, ma come un altro modo di stare a contatto con il mondo, con la terra, con l’economia», ci aveva raccontato Angelini.

Per Angelini quello dell’editore è ancora un mestiere artigiano, in cui grande attenzione va prestata alla fattura dei testi

A novembre dell’anno scorso la decisione di chiudere la casa editrice arriva come «una doccia fredda». Già all’indomani della chiusura, Angelini e il resto della redazione iniziano a pensare a cosa fare per non vanificare quanto costruito con Pentàgora. Temposospeso nasce come un’idea embrionale tra febbraio e marzo di quest’anno: «Le prime pubblicazioni risalgono a giugno, ma il desiderio di ripartire è stato quasi immediato», aggiunge.

Con Pentàgora si era partiti da una collana e con il tempo erano diventate dieci: «Un po’ come i figli – sorride Massimo – nascono in un modo e vengono su come vogliono». Temposospeso recupera una tradizione editoriale artigiana, concentrando ogni sforzo su un’unica collana – ricalcando la scelta di editori come Calasso con l’eleganza dei libri Adelphi –, «formata di tante perle diverse», fatta di testi accuratamente scelti e libri portati alla luce con dedizione e ricercatezza – le copertine, ad esempio, sono ispirate ai colori del paesaggio circostante, catturati nelle fotografie di Esther, sua compagna e collega.

temposospeso 1
Massimo Angelini

«Oggi si pubblica tanto e spesso senza alcuna cura per i dettagli – commenta – Noi invece cerchiamo qualcosa che superi l’usura del tempo. Una letteratura al di là dei generi che riparta dalla bellezza. Per questo abbiamo deciso di uscire con dei nuovi titoli ogni quattro mesi, in modo che ai libri – e ai loro autori – sia riservata tutta la cura necessaria».

In Temposospeso, rispetto alla precedente esperienza con Pentàgora, resta la cura spasmodica per i dettagli e alcuni dei titoli più preziosi del catalogo, oggi già ripubblicati per Temposospeso. Una sorta di manifesto valoriale orienta le scelte e il lavoro di questa casa editrice indipendente, dalla scelta della bellezza al rifiuto di qualsiasi forma di discriminazione e volgarità, fino a un’idea di cultura inclusiva e accessibile, orientata al bene comune e alla portata di chiunque lo desideri.

EDITORI ARTIGIANI

Per Angelini quello dell’editore è ancora un mestiere artigiano, in cui grande attenzione va prestata alla fattura dei testi, perché i libri non abbiano «la bocca aperta» come purtroppo capita per molte brossure sugli scaffali delle librerie. La cura per il libro si riversa allo stesso modo sulla scelta dei materiali e delle tirature nell’ottica di non stampare più libri di quanto il mercato sia in grado di assorbire e non pubblicare libri destinati inesorabilmente al macero.

temposospeso 3

«Questo richiede tempi di gestazione molto più ampi di quelli con cui si misura l’editoria tradizionale. Ci obbliga a soppesare attentamente le proposte, a respingerne molte e accogliere solo quelle in linea con nostri valori», aggiunge. Al suo fianco nel lavoro di editoria resistente ci sono Esther Weber, Alessandro Marenco e Zena Roncada, già protagonisti dell’esperienza editoriale di Pentàgora.

E così, con un sogno concepito in un borgo di venti anime dell’appennino genovese, Massimo ed Esther vivono in un tempo sospeso, lavorando a quei libri che suscitano innamoramento e quindi a loro giudizio meritano di essere conosciuti. Quando lo racconta, Massimo richiama le immagini del mondo rurale: non monocolture di generi, ma una varietà rigogliosa, portatrice innanzitutto di bellezza.

Ridurre all’essenziale le tirature e le scelte editoriali permette inoltre di intessere relazioni profonde e solide con gli autori e con la comunità dei lettori. «La grande editoria non può permetterselo», conclude Massimo. «Per noi invece è essenziale costruire sui rapporti personali le basi, anche economiche, di questo lavoro, proponendo dei libri la cui bellezza non scivoli tra le pieghe del tempo e non sfugga dagli occhi, come accade per la maggior parte dei libri oggi in circolazione».

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