18 Ott 2023

Playout, il documentario sull’impresa sportiva e politica delle persone transgender

Scritto da: Laura Fois

Uscito nel 2023, il documentario Playout racconta la vita quotidiana delle persone transgender e della prima squadra di calcio a 5 in Italia (e una delle poche in Europa) composta esclusivamente da persone trans. Le interviste al regista Alessandro Toscano e a uno dei protagonisti del corto, Guglielmo Giannotta, permettono di addentrarsi in tematiche spesso precluse nel dibattito pubblico.

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Nico, Noah, Tommaso, Alba e Guglielmo sono cinque delle persone transgender che fanno parte di AceTeam, la prima squadra di calcio a 5 in Italia – e una delle poche in Europa – composta esclusivamente da persone trans. Il documentario Playout, uscito nel 2023, curato e diretto da Alessandro Toscano (direzione creativa) e Fabrizio Nacciareti (direzione della fotografia) racconta la loro storia e quotidianità, facendo luce sulla causa delle persone transgender attraverso lo sport.

IL CORTO COME ATTO POLITICO

Nei 22 minuti di corto prima ogni singola persona catalizza l’attenzione su di sé con il racconto della singola esperienza, poi si apre alla comunità sportiva che hanno fondato. Un atto anche politico. «Sono rimasto colpito: ci vuole coraggio a esporsi», commenta Toscano. «Il corto è stato realizzato con gli studenti del corso di Regia di Accademia09, per cui insegno, e in collaborazione con CIG Arcigay Milano. La squadra AceTeam nasce invece da ACET, l’Associazione per la Cultura e l’Etica Transgenere. Nata a Milano nel 2020, si occupa di tutela e implementazione dei diritti delle persone transgender, non binarie e di genere non conforme in Italia».

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L’esperienza dietro alla macchina da presa e a contatto con AceTeam è stata totale: «Questo lavoro è una chiave di accesso a storie che non sono le tue – continua Toscano –, un modo per conoscere le problematiche della comunità transgender che molto spesso sono precluse al dibattito pubblico. Playout dà la possibilità di andare oltre gli stereotipi e la comunicazione mainstream. Cosa significa essere una persona trans? Qual è il linguaggio giusto? Abbiamo imparato a mettere l’accezione sulla persona prima della connotazione di genere. Con gli studenti abbiamo quindi fatto per prima cosa formazione, non solo tecnica ma anche linguistica».

La prima di Playout è stata il 1° ottobre al festival internazionale Mix, punto di riferimento del mondo Lgbtqia+ a Milano. Le presentazioni proseguono spedite, tra cui quella in programma il 20 ottobre al festival USN Sardinia Queer Film Expo a Cagliari, in Sardegna, all’interno del quale Toscano e Nacciareti faranno una masterclass gratuita sui linguaggi del documentario tra narrazione e fotografia. Non è il primo lavoro documentaristico di Alessandro Toscano, apprezzato fotografo e creativo dall’approccio eterogeneo e multidisciplinare.

IL CORAGGIO E IL PESO DELLA VISIBILITÀ

Guglielmo Giannotta, presidente di ACET, è anche uno dei protagonisti di Playout: «Dobbiamo essere visibili, ora più che mai. Una delle cose che ho apprezzato di più dei ragazzi che hanno deciso di far parte della squadra è questa volontà. Al primo allenamento mi ricordo che feci un discorso»

Giocare in questa squadra non sarà mai solo giocare a calcio, sarete visibili, tutti sapranno che siete trans. Giocare qui porta con sé il peso della visibilità, valutate se ve la sentite”, ha detto Guglielmo rivolgendosi alla squadra. «Loro sapevano dal momento zero che sarebbero stati esposti, vogliono prendersi i loro spazi e far valere la propria voce e ad oggi, dopo mesi, posso dirvi che moltissime persone e squadre sono state sensibilizzate sui nostri temi».

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Il quotidiano dietro la macchina da presa comporta ancor più affrontare il “peso della visibilità”: «La squadra di ACET è sicuramente un progetto valoriale, ma trovo personalmente aberrante che per garantire il diritto allo sport delle persone trans la comunità trans si sia dovuta creare uno spazio autonomo perché gli spazi esistenti non ne vogliono sapere di noi. Io stesso, che sono sempre stato uno sportivo e ho sempre giocato a livello agonistico, da quando ho fatto coming out come persona trans ho perso in automatico l’accesso al mondo dello sport», dice Giannotta.

«Sono entrato in palestre aperte 24 ore che mi hanno detto che non potevano tesserarmi perché erano piene, squadre che non “volevano problemi” nel capire in quale spogliatoio mettermi o nel cercare una soluzione per garantirmi l’accesso allo sport. Per me che ho sempre fatto sport fu un brutto colpo e solo con i documenti rettificati ho potuto riprendere un minimo di attività sportiva. Ero arrabbiato per aver perso tutto il lavoro fisico che avevo fatto negli anni per colpa di un sistema che non voleva prevedere la mia presenza», continua il presidente di ACET.

Giocare qui porta con sé il peso della visibilità

Ma gli sportivi non mollano mai: «Da subito la squadra ha avuto una risonanza mediatica impressionante. Speriamo che questo eco prorompente serva a sensibilizzare sempre più associazioni di ogni disciplina sportiva rispetto alle nostre tematiche e all’accesso delle persone trans*».

«A settembre di quest’anno abbiamo aperto e confermato la nuova stagione, che ha 30 atletə iscrittə», conclude Giannotta. Per lui e compagn* il campionato del mondo è appena iniziato. In un girone quotidiano che li tratta spesso da sfavoriti, loro hanno deciso di scendere in campo, non tanto per rivendicare la propria esistenza, ma per ricordare, ancora nel 2023, che giocare e fare sport, come vivere e divertirsi, è un diritto naturale e umano.

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