2 Nov 2023

AlmaGea e il sogno di Christin e Luca: salvare gli animali (nonostante la burocrazia)

A Castiglione di Sicilia Christin e Luca da qualche anno lavorano alla realizzazione del loro sogno: rendere questo mondo, almeno in piccolo, un posto migliore per gli animali, le persone e l’intero ecosistema. È così che è nato un santuario per gli animali in difficoltà, ma anche un luogo dove le persone possano ricaricarsi e vivere il più possibile in modo autosufficiente per restituire qualcosa alla natura.

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Catania - Christin sognava di creare un rifugio per animali. Luca invece di mettere in piedi un progetto in permacultura che gli permettesse l’autosostentamento e di vivere con un impatto minimo. Lei tedesca, lui italiano di Torino, si sono ritrovati in Sicilia, nelle campagne di Castiglione, e da circa tre anni e mezzo hanno dato vita ad AlmaGea, un nome che gioca con diverse lingue, dal greco antico al latino, all’italiano, per indicare la profonda connessione della nostra anima con la Madre Terra che dà la vita.

AlmaGea rappresenta la connessione che abbiamo con la terra e tutti i suoi abitanti e che in gran parte è andata persa. Per questo Christin e Luca sono impegnati in un approccio minimalista alla vita, cercando di ridurre al minimo l’impatto negativo delle azioni quotidiane sul pianeta e di essere utili alla terra, ai suoi esseri e al suo suolo. 

Due ettari e mezzo di terra con una casetta, dove i desideri di entrambi si sono concretizzati. Dopo aver girovagato per l’Europa tra Portogallo, Bulgaria, Romania e sud Italia, si sono fermati quasi per caso in Sicilia. Per districarsi con le complicazioni burocratiche hanno pensato di scegliere un paese in cui uno dei due potesse parlare la propria lingua madre. In Sicilia hanno trovato un terreno a un prezzo vantaggioso e così hanno deciso di stabilirsi sull’isola. 

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Luca e Christin, fondatori di AlmaGea

Animali da reddito, animali da fattoria, galline, capre, maiali, ma anche tanti cani e gatti. «Da quando siamo qui non ci siamo mai fermati, subito ci siamo resi conto del problema del randagismo, qui molto comune. Già il primo giorno è arrivata Alma, una gatta appena nata, che adesso è ancora con noi insieme al cane, Vento, che abbiamo incontrato durante il nostro primo giro di conoscenza della zona. Sono talmente tanti che aiutiamo solo i casi clinici più complicati: incidenti, vittime di abusi, rischio imminente di vita. Non vogliamo solo accogliere animali abbandonati e bisognosi, nel migliore dei casi vorremmo evitare la presenza di così tanti animali bisognosi di aiuto», racconta Luca.

Solitamente sono turisti del nord Europa che arrivano ad AlmaGea con animali da salvare. Vagando alla scoperta della bellissima vallata dell’Alcantara incontrano diversi esemplari bisognosi di cure. Dopo tante chiamate senza risposta al Comune e alla polizia locale arrivano da Christin e Luca, che decidono se accogliere gli animali o no. Per alcuni procedono con l’adozione, a distanza e non, per quelli che invece richiedono troppe cure se ne occupano personalmente.

I tanti volontari avvalorano la scelta di vita di Christin e Luca nonostante le tantissime difficoltà vissute fino ad ora

ALMAGEA, UN PROGETTO DALLE TANTE ANIME TRA CURA DEL TERRITORIO E DEGLI ANIMALI

AlmaGea è un progetto dalle tante anime. L’obiettivo è creare un ecosistema sano e sostenibile e fornire una grande biodiversità. Accanto al rifugio per animali infatti, che resta l’attività principale, ci sono 25.000 metri quadrati di terreno coltivati con i principi della permacultura e dell’agricoltura rigenerativa, una banca dei semi di ortaggi antichi siciliani non più in commercio, tanti alberi da frutta sempre della tradizione isolana da preservare, un pezzo di bosco da tutelare, le strisce tagliafuoco da mantenere e un progetto antincendio in collaborazione con altre comunità vicine.

Spesso, durante l’estate, Christin, Luca e i tanti volontari che vivono periodicamente con loro si ritrovano a spegnere molti degli incendi che divampano localmente. Eppure sono in pochi nella zona a conoscerli. «Ci rivolgiamo a un pubblico straniero, le nostre pagine social sono in inglese e tedesco. Il 99% dei nostri sostenitori è tedesco. Se fossimo più conosciuti, cominceremmo a ritrovare quotidianamente – ed è già successo – cani e gatti davanti al nostro cancello. Non arrivano fondi da quest’area, al massimo supporto e complimenti. Ma se ci creassimo inimicizie con così tanti animali saremmo anche molto vulnerabili. Non è raro infatti trovare cani che vengono avvelenati».

«Anche se non collaboriamo con le persone, aiutiamo molto la polizia locale di Castiglione e Francavilla nel recupero di cani e gatti, vaccinazione e sterilizzazione. Noi vogliamo dare una casa agli animali in difficoltà, realizzare campagne di castrazione, creare un luogo dove le persone possano ricaricarsi, vivere nel modo più autosufficiente possibile e allo stesso tempo restituire qualcosa alla natura, oltre a fare un lavoro educativo sui temi delle campagne di castrazione e del veganismo», continua Luca.

alma animali
Christin e alcuni degli animali soccorsi

Le spese annuali per il mantenimento di tutti gli animali del santuario di AlmaGea ammontano a circa 80.000 euro e, grazie alla comunità online che Christin ha messo in piedi, vengono coperte dalle donazioni di privati. Operazioni chirurgiche costose, malattie poco comuni, analisi particolari, nuovi arrivi, sono notizie che vengono quotidianamente condivise con la comunità sempre pronta a contribuire al benessere dei tanti animali. «Abbiamo speso anche 1500 euro per salvare una gallina e 4000 euro per curare una gatta. Sono davvero tanti i modi di contribuire al progetto, fisicamente e non, con donazioni isolate o continue attraverso i canali di AlmaGea», commenta Luca.

ALMAGEA, VOLONTARIATO E SCAMBI INTERNAZIONALI PER NUOVE CONSAPEVOLEZZE

La generosità e la voglia di compartecipare, ognuno per come può, non mancano di certo. Sono tantissimi infatti i volontari da tutto il mondo che si fermano da Christin e Luca nei vari periodi dell’anno. C’è chi viene per dare un aiuto nella cura degli animali, chi per l’agricoltura. Qualcuno viene dalla campagna, qualcun altro dalla città. Si è creata una comunità dinamica di gente che non solo lavora, ma scambia con rispetto e ascolto reciproco saperi e conoscenze

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Piccole autoproduzioni di AlmaGea

«Se qualcuno è più interessato alla parte agricola del progetto, si ritrova a conoscere il mondo degli animali da reddito, sfruttati e senza alcun diritto. Una conoscenza così diretta accende in loro nuove consapevolezze e nuove scelte, ad esempio stare più attenti al consumo di prodotti di origine animale. Lo stesso si verifica al contrario», racconta Luca. La presenza di così tanti volontari disponibili e soddisfatti della permanenza ad AlmaGea è un motivo in più per Christin e Luca dperi avvalorare la scelta di vita compiuta nonostante le tantissime difficoltà vissute fino ad ora. 

TRA BUROCRAZIA E VOGLIA DI UN PROGETTO SEMPRE PIÙ STRUTTURATO E RICONOSCIUTO

«Sono tanti gli impedimenti e le contrarietà riscontrate con la nostra ASP di competenza dovute soprattutto alla lungaggine della burocrazia italiana. Noi facciamo centinaia e centinaia di sterilizzazioni l’anno, ci muoviamo affinché gli animali vengano salvati, ma non siamo sempre supportati. Le regole sono complicate e nessuno sembra conoscerle a fondo. Stiamo sacrificando la nostra vita per aiutare gli animali, nonostante tutto non siamo pentiti; altrove sarebbe più facile, ma c’è bisogno di stare qui e di progetti nuovi per la Sicilia. Per questo abbiamo deciso di rimanere», conclude Luca.

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Momenti di lavoro condiviso presso AlmaGea

Solo per avere un’idea: all’inizio del 2023 AlmaGea ha richiesto il rilascio di un codice stalla – che non prevede la presenza di alcun tipo di edificio – per l’allevamento allo stato brado, secondo le caratteristiche morfologiche del territorio. Nei mesi successivi, grazie a un decreto normativo, sono stati riconosciuti i rifugi permanenti e i santuari come strutture rifugio per animali salvati o sottratti da allevamenti intensivi. Prima di questa riforma i santuari rientravano, come dicitura, all’interno degli allevamenti. In seguito a queste novità, l’iniziale richiesta di AlmaGea – che non era ancora stata approvata a causa di ritardi burocratici – con l’introduzione della nuova riforma è stata annullata.

AlmaGea si ritrova in un limbo: non possiede un codice stalla e allo stesso tempo non è riconosciuto ancora come santuario. Per esserlo infatti deve ricevere un nullaosta sull’idoneità delle strutture presenti da parte dei veterinari dell’ASP. L’unica tettoia costruita, grazie anche al lavoro di molti volontari, non è accatastata e Luca e Christin stanno facendo fatica a trovare un geometra che permetta loro di adattarla alle caratteristiche necessarie per essere a tutti gli effetti un santuario. Speriamo che a breve questa matassa così aggrovigliata possa sbrogliarsi per il benessere di tutti gli animali e l’evoluzione dell’intero progetto. 

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