10 Nov 2023

APG, nasce a Napoli l’agenzia dedicata a volontari e professionisti dello youth work

APG, l'Agenzia per la Promozione dei Giovani, nasce due volte, una prima nel 2008 e una seconda nel 2020, quando viene rilanciata da Roberto Rossetto e altri colleghi. APG promuove attività volte a implementare la partecipazione giovanile alla vita politica e civile e si propone come punto di riferimento per tutti i volontari e i professionisti dello youth work sul territorio nazionale.

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Campania - La storia di APG, l’Agenzia per la Promozione dei Giovani, ha due inizi differenti e complementari. L’organizzazione nasce a Napoli nel 2008 come rete di giovani campani per promuovere attività volte ad accrescere la partecipazione giovanile nel mondo civico e politico facendo da collante con le istituzioni locali. Nel 2020 Roberto Rossetto ed Enrico Elefante, che lavoravano nel settore dello youth work e che facevano parte all’epoca di un’altra associazione, decisero di provare a costruire insieme una rete di operatori giovanili e di youth workers che operassero sul territorio nazionale. Dovevano però trovare un ente da rilanciare.

Il fato volle che, solo il giorno dopo aver preso questa decisione, uno dei fondatori di APG chiese a Enrico se conosceva qualcuno interessato a non far morire l’associazione, che stava soffrendo un periodo di inattività, e ad ereditarne la storia. Roberto ed Enrico si proposero immediatamente e, dopo un’iniziale reticenza, fu costruito così un nuovo direttivo di cui Roberto divenne il presidente ed Enrico l’advisor. Ebbe così inizio la seconda vita dell’associazione.

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In questi tre anni, APG è cresciuta tanto. Il denominatore comune di ogni attività promossa è il lavoro sulla partecipazione giovanile, con i giovani, per i giovani e tra i giovani. «Siamo tutti youth workers, sia volontari che professionisti», ha raccontato Roberto Rossetto, che ne è il presidente. «Siamo una rete di attivismo, specializzata soprattutto in progetti nazionali con iniziative locali. Partendo da progetti finanziati, abbiamo attivato percorsi paralleli in diversi territori che implementassero la partecipazione giovanile civile, civica o politica».  

I VOLONTARI DI APG E LA MEMBERSHIP PER ENTI

«Al momento siamo ancora una rete di persone fisiche – ha spiegato ancora Roberto – ma quest’anno abbiamo deciso di strutturare la membership per enti, perché i nostri soci sono attivisti, volontari e professionisti nel settore gioventù e molti di essi sono coinvolti in organizzazioni locali. Per questo vogliamo scoprire che cosa APG può offrire non solo al singolo professionista, ma anche all’organizzazione che questo professionista rappresenta».

Volevamo uno spazio dove crescere e sperimentare come professionisti e abbiamo deciso di crearlo, con l’idea che fosse però aperto a tutti

Al momento APG conta circa novanta soci, ma per scelta non è mai stata fatta attività di reclutamento. «L’associazione è aperta a chiunque voglia iscriversi, ma noi non abbiamo mai promosso la possibilità di farlo. Le persone che sono entrate a farne parte lo hanno fatto perché sono venute direttamente a contatto con noi e con il nostro lavoro e hanno deciso spontaneamente di unirsi. Siamo partiti in cinque e siamo aumentati anno dopo anno», ha raccontato ancora Roberto.

LO SPAZIO CHE APG CERCAVA

Guardandosi attorno, Roberto ed Enrico sentivano di non avere uno spazio in cui crescere, sognare e sperimentare professionalmente. «Questo succedeva perché le organizzazioni esistenti o non avevano la struttura e le capacità di supportare il lavoro professionale, come le organizzazioni studentesche o se l’avevano tendevano a essere chiuse e gelose dei propri spazi», ha raccontato ancora Roberto.

«Noi cercavamo uno spazio dove sperimentare come professionisti e, non trovandolo, abbiamo deciso di crearlo, con l’idea di renderlo aperto a tutti. Questa è stata la rottura rispetto al passato e che ci ha portato a crescere in maniera del tutto spontanea». L’obiettivo che APG si prefigge infatti è quello di diventare un punto di riferimento in Italia per volontari o professionisti dello youth work che trattano di partecipazione giovanile e cercano un luogo all’interno del quale crescere e sperimentare.

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EUROPE CAFÈ NAPOLI

Tra i progetti promossi da APG, nasce a Napoli lo Europe Cafè, «sulla falsariga di un’attività che portavamo avanti tanti anni fa con un’associazione studentesca di cui facevo parte, quando ci riunivamo per confrontarci su temi europei. Un paio d’anni fa abbiamo pensato di fare un esperimento e portare questo format nell’ambito del Solidarity Project, che fa parte del programma Erasmus Plus», mi ha raccontato invece Danilo Liguori, che in APG si occupa di progettazione.

L’idea era quella di creare una comunità che fosse interessata a discutere tematiche europee a Napoli e, visto l’enorme successo riscosso, adesso si vuole portare Europe Cafè in tutta Italia. «Vogliamo creare in Italia una community di persone interessate a affrontare temi europei, ma dal basso. Ci sono sempre varie istituzioni che provano a spingere i giovani a capire cos’è l’Europa partendo dall’alto, mentre noi vorremmo rovesciare questa tendenza, partendo dalle istituzioni locali», ha spiegato ancora Danilo.

È stata dunque fatta una chiamata alla quale hanno risposto quattro regioni d’Italia, insieme alla Campania. A novembre partiranno degli incontri ciclici, durante i quali i giovani discuteranno di Europa, di opportunità e di attualità. Sono i giovani a scegliere le modalità e i temi da trattare e a capire, di volta in volta, in che direzione far evolvere Europe Cafè.

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SOCIAL HUMAN CENTERED DESIGNED

Europe Cafè è gestito a livello nazionale, insieme ai vari partner locali che implementano le attività in cinque città diverse. Così lavora APG, che agisce da raccordo nella rete nazionale di operatori tra diverse realtà locali. Così è stato anche per il Social Human Center Desigen, un progetto finanziato da Erasmus Plus e che si è tenuto lo scorso settembre a Castellammare. Il progetto ha visto coinvolti trentadue operatori internazionali volenterosi di sperimentare e di formarsi nella metodologia del Design Thinking applicata alla progettazione, generando proposte per la lotta all’abbandono scolastico.

Il modello di progettazione, sviluppato all’interno dell’università, in quei dieci giorni è stato applicato al mondo dello youth work, utilizzando quindi una metodologia studiata in un ambiente di apprendimento formale e trasportata in un contesto di apprendimento non formale. «È così che ci piace lavorare», ha commentato Roberto. «Anche Europe Cafè nasce come un incontro al bar per mostrare che si possano portare temi tipici degli spazi formali anche in uno spazio informale».

I ragazzi di APG hanno lavorato alla costruzione del loro sogno fin dal primo giorno e si può dire che sono riusciti nel loro intento, sia creando uno spazio per i giovani fatto da giovani, dove mettersi alla prova e imparare, sia diventando collante per ogni realtà italiana che condivida con APG missioni e desideri.

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