13 Mar 2024

ENPA, da Garibaldi alla crisi ambientale, 150 anni a fianco degli animali

Scritto da: Cinzia Catalfamo

Quella di ENPA è una storia antica quasi come la nazione italiana. Ma se il passato di una delle organizzazioni animaliste più note e attive del nostro paese è molto affascinante, lo è ancora di più il presente, di cui ci parla la presidente Carla Rocchi, spaziando dalle battaglie in difesa degli animali selvatici all'incessante attività di sostegno alle adozioni di animali abbandonati.

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139.471 animali aiutati o salvati, 20.323 animali sterilizzati, 30.135 azioni promosse solo nel 2022. Questi pochi numeri non possono certo dare un’idea esaustiva di cosa sia l’ENPA e dell’impegno che profondono le migliaia di volontari e volontarie – per la precisione 3800, sparsi per tutta la penisola – che ne portano avanti l’attività, ma almeno aiutano a immaginarlo. L’Ente Nazionale Protezione Animali Onlus è infatti una realtà quasi antica, dato che esiste da più di 150 anni – celebrati nel 2021 – durante i quali si è occupato di sviluppo di attività per la protezione e la tutela dei diritti degli animali e della biodiversità.

Per farci raccontare di più sulla storia passata, ma soprattutto sul presente dell’associazione, abbiamo raggiunto la sua presidente, Carla Rocchi, che prima di dedicarsi interamente all’ENPA – che guida dal 2007 – è passata dal settore privato e dalla politica, per poi raggiungere il suo vero amore: gli animali.

ENPA
Ci può raccontare la storia della nascita di ENPA?

Le origini dell’Ente origini risalgono a Giuseppe Garibaldi, che è considerato insieme a Timoteo Riboli uno dei primi animalisti della neonata Italia. Garibaldi fu molto sensibile alle sofferenze degli animali, a partire dalla sua famosa cavalla Marsala, che seppellì accanto alla tomba di sua figlia. Pare che un giorno Garibaldi si impietosì alla vista di due cavalli che erano costretti dal padrone a tirare un carretto con un peso sproporzionato alle loro forze.

Indignato e spinto dalla nobildonna inglese Lady Anna Winter, il primo aprile del 1871 inviò una lettera al Riboli, medico, patriota, poeta e appunto uno dei primi animalisti del nostro neo-nato paese. Nel testo Garibaldi incarica il Riboli di creare un ente per la tutela degli animali, sottolineando il fatto che una Nazione non poteva dichiararsi “civile” se trattava gli animali senza dignità e rispetto. Così nacque a Torino la “Società Reale per la protezione degli animali che subiscono mali trattamenti dai guardiani e dai conducenti” e Lady Winter si diede da fare affinché la Regina Vittoria desse il patrocinio. In seguito da Torino la sede nazionale si spostò a Firenze e infine a Roma, dove rimase.

E poi l’ENPA vera e propria quando e come si costituì?

Nel 1939 venne deciso che tutte le varie associazioni a tutela degli animali e della natura dell’epoca venissero unite in Ente di Stato, fino a che nel 1979 ENPA divenne un ente “morale” ODV, ovvero un’organizzazione di volontariato. ENPA è stato l’ente che per primo costituì il Corpo delle Guardie Zoofile. Infatti a livello nazionale la salvaguardia dell’ambiente è delegato alle Guardie Forestali, che dipendono dai Carabinieri. Una volta c’era anche la Polizia Forestale a livello provinciale, ma ora non esiste più.

ENPA
Ci racconta come siete organizzati, come vi sostenete e quali sono le vostre attività?

Ovviamente siamo strutturati secondo le legge sugli enti privati con diversi organi. Per quanto riguarda i Presidenti, nella storia un 50% è stato di sesso maschile e l’altro 50% donne. La differenza la fanno sicuramente le nostre migliaia di volontari. Anzi, siamo tutti volontari, non ci sono responsabili retribuiti. Ciò significa che se e una persona vuole partecipare lo fa perché lo sente con il cuore e non per uno stipendio. Abbiamo più di 300.000 soci sul territorio, che pagano una quota annuale di 25 euro.

Per noi la sostenibilità finanziaria proviene dal 5×1000, da moltissimi donatori che fanno parte della fascia medio-bassa del nostro paese. Riceviamo anche alcuni lasciti testamentari quando i proprietari di animali in fin di vita, preoccupandosi del destino dei loro cari non umani, li affidano a noi con una parte o con l’intera eredità. Questo ci permette di essere presenti in modo concreto e attivo in tutta Italia con i nostri Centri di recupero per animali selvatici, i nostri rifugi per gatti e cani, con le varie sedi delle Guardie Zoofile, con le Sezioni e con le strutture veterinarie.

Noi partecipiamo alle spese di queste sotto-organizzazioni, ma chiediamo ai responsabili di svolgere attività di raccolta fondi anche nelle loro comunità. I nostri fiori all’occhiello sono, per esempio, il Rifugio di Perugia per i gatti, cani e per gli animali selvaggi. Ad Arezzo il canile comunale della Cella. Il canile e gattile di Verona poi è stato dichiarato tra i migliori della Regione. E poi tanti altri che vengono gestiti da personale che ci mette cuore e anima per aiutare gli animali.

ENPA
Quali invece le attività principali?

Le attività di ENPA sono quasi infinite, visto il grande bisogno. Tra le principali ci sono quelle di recupero e ricovero di cani e gatti randagi o abbandonati, la promozione e organizzazione delle adozioni presso le famiglie, il salvataggio della fauna selvatica in difficoltà, la protezione dell’ambiente e la lotta al climate change, la diffusione della cultura per il rispetto e l’amore per gli animali.

Sviluppiamo progetti di vario genere: insieme agli Amici cucciolotti scriviamo storie a lieto fine per trovatelli salvati dai nostri volontari; patrociniamo il Premio Bonfanti insieme all’Associazione Ivan Bonfanti, a sedici anni dalla scomparsa del giornalista, dedicato ai lavori giornalistici che abbiano come tematica il benessere e i diritti degli animali; la mostra permanente, inaugurata nel 2021, La Repubblica degli Animali, che ricorda il ruolo che ebbe Giuseppe Garibaldi nella Fondazione dell’ENPA e nell’affermazione dei diritti degli animali in Italia; pressi i nostri rifugi e sezioni, distribuiamo petfood personalizzato con il marchio ENPA, con una particolare attenzione alla nutrizione sana per i nostri animali protetti.

Inoltre le nostre missioni, in collaborazione anche con enti stranieri, ci hanno portato in Ucraina, in Macedonia, al salvataggio delle capre di Palmaria, nelle Eolie durante i terremoti, nella ex CARA di Mineo, in provincia di Catania, per recuperare i cani e inviarli nei nostri centri, fino al progetto di protezione e sviluppo delle barriere coralline.

enpa3
Con l’integrazione all’articolo 9 della nostra Costituzione è stata introdotta la tutela degli animali. In che modo ENPA ha partecipato a questo grande successo?

ENPA, essendo l’Ente per la tutela di tutti gli animali, è stato uno dei motori importanti per il raggiungimento di questa integrazione alla Costituzione. Nella nostra organizzazione ha sede un ufficio legale che si muove in varie direzioni, sia con le Autorità che per casi singoli, spesso in accordo con le Procure che ci segnalano i procedimenti in cui noi partecipiamo come parte civile. In collaborazione con la nostra parte legale, esercitiamo un’attività molto importante di lobbying nei confronti del Governo, arrivando a denunciare azioni contro la tutela degli animali e della biodiversità da parte della politica, attraverso petizioni e attività di “advocacy”.

Posso confermare che, insieme alle altre organizzazioni che si occupano di protezione degli animali e della natura, abbiamo fatto molti passi in avanti, anche se c’è ancora molto da fare per raggiungere una completa struttura legale a favore degli animali e, soprattutto, per far sì che la popolazione sia cosciente dei loro diritti e della loro dignità, del fatto che gli animali e la natura fanno parte del nostro eco-sistema, che deve essere trattato con rispetto e amore, non solo per una questione morale, ma perché l’essere umano non può vivere senza natura, mentre la natura sta benissimo senza di noi e questo lo sappiamo molto bene, ormai.

Quali sono le vostre interazioni con i paesi esteri?

Negli ultimi anni abbiamo creato una rete molto vasta con i Balcani, la Tunisia e alcuni paesi europei. Come dicevo, attraverso queste reti interveniamo per salvare gli animali vittime di guerre o di terremoti, ma ci occupiamo sempre di più dei terribili viaggi degli animali vivi tra un paese e l’altro. Per questo siamo presenti anche nei tribunali in sedi europee per far sì che le normative possano cambiare.

Abbiamo fatto molti passi in avanti, anche se c’è ancora molto da fare per raggiungere una completa struttura legale a favore degli animali

Da qualche anno noto che gli italiani del nord adottano sempre più cani e gatti che giungono dal sud d’Italia. Come mai questa differenza di mentalità nei confronti dei nostri amici pelosi?

Effettivamente il sud italiano considera il cane ancora come animale utile per l’allevamento e l’agricoltura e non come amico da compagnia come nel nord. In Italia settentrionale infatti i nuclei famigliari sono meno presenti che in meridione, per cui il cane e il gatto spesso sono integrati nelle abitazioni anche per mancanza di affetti. Il nord di contro è ancora molto aggressivo sulla caccia, cosa che per noi costituisce un grande problema per quanto riguarda la salvaguardia degli animali selvaggi. Anche questo è un tema su cui ci stiamo battendo.

Quali sono i nuovi progetti di ENPA che possono realmente cambiare la situazione in Italia?

Innanzitutto noi continuiamo le nostre battaglie sia a livello legale che politico e culturale e queste sono in continuo sviluppo ed evoluzione. Quello sui cui stiamo lavorando è la creazione di una “mutua” per poter offrire le cure a cani, gatti e altri animali con costi ridotti, se non addirittura gratuitamente. Oggi i prezzi di veterinari e delle medicine sono altissimi e per questo motivo, e altri, le famiglie non si possono permettere di tenere con sé i loro amici pelosi, arrivando spesso all’abbandono.

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