26 Maggio 2025 | Tempo lettura: 5 minuti

CAES e il bilancio del bene comune per un settore assicurativo più etico

Il bilancio del bene comune è uno degli strumenti che CAES, il Consorzio Assicurativo Etico e Solidale, utilizza per provare a cambiare il mondo delle assicurazioni, premiando etica e sostenibilità.

Autore: Paolo Cignini
bilancio sociale caes 3

Nel settore assicurativo si parla sempre più spesso di sostenibilità. Ma tra marketing e buone intenzioni, poche realtà portano davvero avanti un approccio radicalmente diverso. Il Consorzio CAES Italia – storica realtà mutualistica nata nel Terzo Settore – da quasi trent’anni propone un’idea di assicurazione fondata su trasparenza, solidarietà e bene comune. Un’alternativa concreta e documentata, come mostrano i suoi Bilanci sociali. In un contesto in cui le assicurazioni faticano a scrollarsi di dosso l’immagine di strumenti opachi e inaccessibili, CAES porta avanti un’idea di protezione mutualistica e trasparente, costruita insieme alle persone.

Un’assicurazione per le persone, non per i profitti

L’assicurazione dovrebbe servire a proteggerci dai rischi, ma troppo spesso è vissuta come una gabbia di clausole e costi poco chiari. In questo panorama, CAES si presenta come un’anomalia sistemica: un consorzio di cooperative sociali che svolge attività di intermediazione assicurativa senza fini di lucro, con una missione esplicita di impatto sociale.

L’approccio di CAES è riassunto bene nei tre pilastri richiamati anche dall’articolo dell’Unione Europea Assicuratori su Insurance Trade: protezione, territorio, persone. La polizza qui non è un prodotto da vendere, ma uno strumento di tutela collettiva, costruito insieme al cliente in base ai suoi bisogni reali, con prezzi equi, coperture estese e comunicazione chiara. Non a caso, CAES non utilizza reti di vendita a provvigione e rinuncia a qualsiasi logica commerciale aggressiva.

caes

Il Bilancio del Bene Comune

Nel settore assicurativo, bilanci di sostenibilità e rendicontazioni etiche sono ancora strumenti poco diffusi. CAES invece li impiega da anni, rendendo trasparente il proprio impatto anche al di là dei numeri. CAES è stata tra le prime realtà italiane ad adottare il modello del Bilancio del Bene Comune per misurare l’impatto delle proprie attività. Esso mostra un’organizzazione attenta tanto ai dati economici quanto ai valori: mutualità, giustizia sociale, sostenibilità ambientale, partecipazione.

Sul fronte del lavoro, tutti i collaboratori sono assunti a tempo indeterminato, con strumenti di welfare, smart working, orari flessibili e formazione continua. Dal punto di vista ambientale si evidenziano il completamento della digitalizzazione delle polizze e l’uso esclusivo di energia rinnovabile grazie alla cooperativa ènostra. Le vecchie pratiche cartacee sono state progressivamente dismesse, con una significativa riduzione dell’uso di carta e materiali fisici. Una scelta che riduce l’impatto di alcune fasi operative, pur ricordando che digitale e sostenibilità non sono sempre sinonimi, e che anche le infrastrutture web hanno un costo ambientale spesso sottovalutato.

Ed anche su questo, CAES si sta impegnando per analizzare e ridurre il proprio impatto. Importante anche il dato economico: il 39% del valore generato da CAES viene redistribuito lungo la sua filiera, che include fornitori qualificati del Terzo Settore, imprese benefit e cooperative sociali. E oltre 13.000 euro sono stati destinati nel solo 2023 a progetti solidali e iniziative comunitarie.

9600

Le polizze CAES attive in Italia, soprattutto nel mondo dell’economia solidale

39%

Il valore generato da CAES viene redistribuito lungo la sua filiera

13000 euro

Il budget di CAES destinato nel 2023 a progetti solidali e iniziative comunitarie

Quando la sostenibilità è un fatto

CAES non si limita a raccontare il proprio impegno: lo traduce in strumenti concreti. Ad esempio, alcune polizze premiano comportamenti virtuosi: se un infortunio avviene mentre si usa la bicicletta o mentre si fa volontariato, l’indennizzo è maggiore o la franchigia viene eliminata. La logica è semplice: chi si comporta in modo responsabile merita più tutela.

Per rafforzare questo principio, CAES ha sviluppato – in collaborazione con Assimoco e Banca Etica – strumenti innovativi come il Rating di Sostenibilità per le organizzazioni assicurate e un Rating del Bene Comune dedicato anche alle persone fisiche. L’obiettivo è trasformare l’assicurazione da spesa passiva a leva attiva di cambiamento sostenendo chi genera impatto positivo nella società. È un approccio che lega tra loro scelta etica, responsabilità individuale e convenienza economica. Una direzione ancora poco battuta nel mondo assicurativo, ma sempre più necessaria.

Una comunità in crescita

Oggi CAES gestisce oltre 9.600 polizze attive in tutta Italia, soprattutto nel mondo dell’economia solidale. Ma si rivolge anche a singoli cittadini, famiglie, partite IVA, giovani professionisti. Tra i clienti di CAES ci sono cooperative sociali, associazioni, botteghe del commercio equo, gruppi d’acquisto solidale, realtà dell’agricoltura contadina. Una rete eterogenea che condivide valori comuni, ma ha esigenze assicurative spesso escluse dal mercato convenzionale.

caes

Il suo punto di forza non è solo l’etica, ma anche la capacità di ascolto e personalizzazione. Ogni cliente riceve un supporto dedicato, dalla consulenza alla gestione dei sinistri. La relazione non si esaurisce con la firma della polizza: CAES accompagna l’assicurato nel tempo, con un’attenzione che unisce competenza tecnica e ascolto umano. Il tutto con un linguaggio semplice e accessibile, grazie anche a strumenti come il glossario assicurativo divulgativo, le newsletter mensili e gli approfondimenti periodici.

Un’altra assicurazione è possibile

Nel 2024 l’Italia ha introdotto l’obbligo per le imprese di assicurarsi contro le calamità naturali. Una svolta storica che, senza meccanismi di compensazione adeguati, rischia però di gravare sulle realtà più fragili. In questo contesto CAES propone un’alternativa concreta: un’assicurazione costruita attorno alle persone, pensata per generare valore diffuso e ridurre le disuguaglianze.

«Cerchiamo forza collettiva per raggiungere sempre più persone da coinvolgere e aggregare – afferma il presidente Gianni Fortunati – e per convincere il disattento a passare dall’indifferenza alla consapevolezza necessaria per un cambiamento». CAES non ha risolto i limiti strutturali del settore assicurativo, ma dimostra che un altro approccio è possibile e che può funzionare nel tempo. In un ambito ancora segnato da opacità e sfiducia, forse è proprio da esperienze così che può partire un cambiamento credibile.