Il Cammino di Oropa: quando il turismo lento fa bene al territorio
Il Cammino di Oropa è un itinerario che ha due obiettivi: avvicinare le persone al turismo lento e generare ricchezza per il territorio. Scopriamo insieme come.

Un maestoso complesso architettonico che comprende una basilica e un ospitale abbracciato da un anfiteatro naturale formato dalle Alpi Biellesi. È il santuario di Oropa, che nel 2023 è stato dichiarato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. La sua vista è il premio per gli occhi e il cuore di chi giunge alla conclusione del Cammino di Oropa, una rete di itinerari che si sviluppano nell’alto Piemonte percorribili a piedi o in bicicletta – sia muscolare che elettrica – e che attraversano territori e comunità tutti da scoprire.
L’obiettivo del Cammino di Oropa e lo spirito con cui è nato sono elementi che lo distinguono dalla maggior parte degli altri itinerari di turismo lento. «Il Cammino di Oropa è il nostro laboratorio di ricerca e sviluppo», spiega Marta Miolo, project manager del cammino e parte dello staff di Movimento Lento, che lo ha ideato e lo gestisce. Già, perché questa proposta vuole da un lato avvicinare le persone a questo tipo di esperienza – il tracciato è alla portata anche di chi è alla sua “prima volta” – e dall’altro stimolare il contatto con l’humus del territorio, la sua gente, la sua storia, in modo da creare uno scambio che sia reciprocamente arricchente.

Il Cammino di Oropa non è solo un cammino
A dispetto del nome, questo tracciato si può compiere anche in bicicletta: gli itinerari lungo le Ciclovie di Oropa infatti collegano la pianura agricola alle alpi piemontesi, attraversando un paesaggio bellissimo e molto vario. «Abbiamo studiato diverse proposte con lunghezze e dislivelli non proibitivi in modo da essere accessibili anche a chi non ha una preparazione specifica. Sempre per questo motivo mettiamo a disposizione anche delle e-bike», spiega Marta.
Ma come dice uno degli slogan coniati dall’organizzazione, “la parte migliore del Cammino di Oropa sono le persone“. Per valorizzarle «abbiamo ideato una serie di proposte di “vacanze slow” per conoscere gli albergatori, i produttori e le belle realtà sostenibili del territorio», sottolinea Marta. Da un tour enogastronomico a uno alla scoperta dell’anfiteatro morenico di Ivrea – il maggiore d’Europa –, fino a un piccolo viaggio per incontrare i produttori sulle rive del lago di Viverone. Ogni proposta è studiata con il duplice obiettivo di offrire un’esperienza turistica appagante e sostenere l’economia locale.
Gli utenti del Cammino di Oropa alla prima esperienza in un viaggio a piedi
La durata della stagione 2024
La quota femminile di chi ha percorso il cammino
I numeri dell’impatto sul territorio
Chiedo a Marta qualche dato per capire quanto il Cammino di Oropa stia incidendo realmente sul tessuto socio-economico di queste zone. «Giocano a nostro favore le caratteristiche tecniche e la logistica, con la partenza dalla stazione ferroviaria e l’arrivo, dopo 4 giorni, presso il santuario mariano, un posto formidabile, con una fermata di autobus che riporta alla stazione di partenza», mi risponde la project manager.
«Nel giro di pochi anni queste caratteristiche lo hanno fatto passare dai 300 passaggi del primo anno ai 5200 del 2024, con il 6% delle presenze annuali turistiche – 18000 in numeri assoluti – di tutto il biellese. Questo indotto è quantificabile per difetto in 1,4 milioni di euro spesi su un territorio che non era turistico né frequentato e che grazie al cammino si è rivitalizzato». Un esempio? Il borgo di Torrazzo, dove negli ultimi tempi hanno inaugurato quattro b&b e il negozio di alimentari, chiuso da anni, ha riaperto i battenti.

Ritornare
Un altro degli obiettivi del Cammino di Oropa è fare in modo che chi lo percorre si affezioni a questi paesaggi e torni a visitarli: «Abbiamo lanciato nuove proposte di turismo lento e stanziale per gente che ha già fatto il cammino. Proponiamo un itinerario a piedi e uno in bici, incontri con produttori di valore in rete con Slow Food Travel per visite e acquisti, un evento selezionato legato alla valorizzazione del territorio, ecomusei e punti di interesse. A noi interessa far parlare il territorio e far sentire chi lo vive protagonista, vogliamo comunicare sia con l’esterno che con gli attori locali facendo capire loro che siamo una rete che vuole valorizzarli».
Il Cammino di Oropa è una piccola eccellenza anche dal punto di vista della governance, con una gestione curata direttamente da Movimento Lento e indipendente dagli enti pubblici – spesso ostaggio di procedure complesse e poco focalizzate – che si fonda sulla carta servizi Slow Card: «Quest’anno, dopo tre anni di sperimentazione, l’abbiamo lanciata e sta andando molto bene. Funziona così: a chi fa il cammino vengono chiesti 27 euro per la Slow Card, che da diritto a una serie di vantaggi come credenziali in omaggio, sconti e convenzioni». Un modo per generare un circuito economico virtuoso e locale: «Grazie a questo sistema abbiamo creato quattro posti di lavoro per altrettante ragazze del territorio», conclude Marta Miolo.
Vuoi approfondire?
Visita il sito ufficiale del Cammino di Oropa.
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