Cani in spiaggia: è giusto portarli? E quali sono gli accorgimenti da adottare?
Con l’arrivo dell’estate si riaccende il triste dibattito sulla presenza dei cani in spiaggia. Ma cosa dice davvero la scienza sul benessere dei cani al mare? Ce ne parla l’etologa Chiara Grasso.

Portare i cani in spiaggia può essere, se fatta con criterio, un’esperienza arricchente e stimolante per gli animali. Per il suo benessere e per soddisfare le sue esigenze etologiche, il cane domestico ha bisogno di gruppo sociale, stimoli ambientali, movimento, interazione sociale e attività olfattive. Il mare, con la sua varietà di odori, consistenze e opportunità di gioco, rappresenta un contesto altamente stimolante. Camminare sulla sabbia, nuotare, scavare, rincorrere onde: tutte attività che rientrano nei comportamenti esplorativi naturali del cane, fondamentali per il suo benessere psicofisico.
Ovviamente, come in ogni contesto, serve conoscere il singolo individuo: non tutti i cani amano l’acqua, non tutti sopportano il caldo e soprattutto non a tutti piace la calca di gente. La scienza conferma che la relazione tra cani e umani è una delle più profonde tra specie diverse. In contesti naturali, questa connessione si rafforza: una passeggiata tranquilla in spiaggia, un bagno condiviso o semplicemente una giornata al mare insieme, possono diventare esperienze di benessere reciproco, non solo fisico ma anche emotivo.
Cani in spiaggia: portarli o non portali?
Tuttavia, sebbene i cani siano animali estremamente sociali, con un forte bisogno di vivere in gruppo e interagire attivamente con i membri del branco, è importante superare l’idea che debbano necessariamente seguirci ovunque. Molte situazioni – centri commerciali, feste di paese o spiagge affollate, dove i cani sono spesso costretti a restare sotto una sdraio, al caldo e senza stimoli – per i cani diventano esperienze stressanti. Prima di lasciarci sopraffare dai sensi di colpa per averli lasciati a casa qualche ora quindi, chiediamoci se in quel momento la tranquillità del loro ambiente domestico non sia preferibile a un contesto caotico e poco adatto ai loro bisogni etologici.

Chi sceglie di portare i cani in spiaggia deve essere attento anche a fattori fisiologici e di salute: accesso costante ad acqua fresca, ombra, evitare gli orari centrali e un controllo accurato delle condizioni fisiche dell’animale per evitare ustioni da sabbia bollente, colpi di calore e ingestione di acqua salata o rifiuti. Per quanto possa sembrare scontato, è importante ricordare che non tutti i cani amano l’acqua e non dovremmo mai obbligarli a entrarci. Molti temono le onde, la profondità, i rumori o gli odori del mare e costringerli a un’esperienza che li mette a disagio può causare stress.
Sui social vediamo spesso immagini di cani che si tuffano felici in acqua, ma non tutti sono così: se il nostro cane non rientra in quella categoria, non sentiamoci in difetto e soprattutto non forziamolo a fare qualcosa che non desidera. È molto meglio rispettare i suoi tempi e i suoi limiti. Se ha caldo, possiamo semplicemente rinfrescarlo bagnandogli muso e testa, senza trasformare la giornata in spiaggia in una fonte di ansia.
Divieti e impatto ambientale
Molti divieti di portare i cani in spiaggia sono motivati dall’igiene pubblica. Ma la scienza invita a guardare i dati con onestà. Ogni estate le spiagge italiane si riempiono di mozziconi di sigaretta, plastica monouso, bottiglie abbandonate, resti di picnic. Secondo il dossier Beach Litter 2023 di Legambiente infatti, su 100 metri di spiaggia si trovano in media 730 rifiuti e i mozziconi sono tra i più frequenti e inquinanti. I cani, invece – se accompagnati da umani responsabili, non inquinano – non abbandonano plastica e non organizzano concerti in spiaggia. La loro presenza, rispetto a quella di molti umani, è quasi “neutra” dal punto di vista ambientale.

Uno dei danni provocati dai cani in spiaggia è la possibile minaccia per la fauna selvatica che nidifica in questi ambienti, in particolare per le tartarughe marine e gli uccelli limicoli. I cani, anche se domestici e ben educati, giocando, scavando o correndo possono disturbare gli adulti nidificanti, costringendoli ad abbandonare temporaneamente i nidi. Questo comportamento espone uova e pulcini a predatori e condizioni ambientali sfavorevoli, aumentando il rischio di mortalità.
In alcuni casi inoltre, se il cane ha una forte indole predatoria, il rischio è proprio quello di consumare le uova o i pulli appena nati. Per proteggere queste specie è fondamentale rispettare le normative locali che regolamentano l’accesso dei cani in spiaggia, soprattutto durante i periodi di nidificazione. Tenere gli animali al guinzaglio e lontani dalle aree di nidificazione soprattutto in spiagge selvagge e biodiverse, contribuisce significativamente alla conservazione della biodiversità costiera. La spiaggia, infatti è un ecosistema vivo popolato da crostacei, anellidi, piccoli pesci, meduse. Eppure molte di queste creature vengono schiacciate, catturate o uccise per gioco, spesso da bambini lasciati senza guida o da adulti inconsapevoli che vogliono fare gli eroi.
La vera educazione ambientale non vieta l’accesso ai cani in spiaggia, così come non lo vieta ai bambini, ma insegna a convivere con la natura e con le altre specie iniziando dal capire che i granchietti non sono un giocattolo da catturare e che il mare, prima di essere la nostra piscinetta privata, è casa delle meduse, che non sono né pericolose né mortali e che possono essere facilmente gestite con un secchiello in modo da spostarle o allontanandole dalla zona di balneazione.
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Consulta anche la nostra guida al benessere animale.
Una convivenza possibile
Che si tratti di meduse o di cani, la convivenza è possibile: come sempre, servono educazione e consapevolezza. Conoscere il proprio cane, i suoi limiti e ciò che lo fa stare bene è fondamentale per offrirgli un’esperienza positiva e per evitare che diventi un disturbo per gli altri bagnanti. I cani devono essere sotto controllo e abituati al contesto: niente corse tra gli ombrelloni, né abbai incessanti.
D’altra parte, anche le persone devono essere informate: un cane in spiaggia non è pericoloso di per sé. Come in ogni contesto sociale, è il comportamento del cane e del suo umano a fare la differenza. Un cane compreso, rispettato e messo a proprio agio difficilmente sviluppa comportamenti aggressivi. È necessario che anche le istituzioni facciano la loro parte, creando più spazi accessibili e gratuiti per le famiglie con animali. Spiagge attrezzate, non solo a pagamento, favorirebbero una reale inclusione e contribuirebbero a ridurre gli abbandoni.

Solo nel 2023, secondo il XVIII Rapporto Animali in città di Legambiente, in Italia sono stati abbandonati circa 85.000 cani, con un aumento dell’8,6% rispetto all’anno precedente. In Paesi come Spagna, Francia o Paesi Bassi esistono spiagge pubbliche pet-friendly ben organizzate. In Italia invece siamo ancora fermi a ordinanze restrittive spesso basate su pregiudizi più che su dati oggettivi. È tempo di evolvere verso una gestione più civile, rispettosa e condivisa del territorio.
In un Paese che vuole cambiare, che mette al centro la relazione con la natura, l’educazione ambientale e il benessere animale, è ora di superare divieti anacronistici e riflettere sulle vere priorità. Una spiaggia piena di mozziconi e bottiglie non è più igienica di una con un cane educato e seguito. Un bambino che impara a rispettare il suo cane e gli animali marini crescerà con più empatia e consapevolezza.
Informazioni chiave
Un ambiente stimolante…
La spiaggia offre molti stimoli di cui i cani hanno bisogno sia dal punto di vista sociale che da quello fisico.
…ma potenzialmente caotico
In alcuni contesti balneari tuttavia ci possono essere rumore, confusione e altri elementi stressanti che rendono preferibile rimanere a casa o scegliere altre situazioni.
Libertà di scelta
Anche se è diffusa l’immagine di cani – e umani – che ostentano felicità e spensieratezza, non dobbiamo sentirci obbligati ad andare in spiaggia coi nostri amici a quattro zampe né tantomeno obbligare loro.
Saper convivere
La spiaggia è un ecosistema ricco di vita e dobbiamo assicurarci che il cane riesca a convivere con gli altri esseri viventi – molluschi, crostacei, uccelli – senza interferire.
Non sempre a misura di quattro zampe
In Italia moltissime spiagge non sono pet friendly, e questo ritardo deve essere recuperato al più presto.
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