4 Luglio 2025 | Tempo lettura: 6 minuti

Digital Detox ad Autosufficienza: una settimana di ritiro senza tecnologia

Un’esperienza immersiva ad Autosufficienza per disconnettersi dalla sovrastimolazione digitale e ritrovare il corpo, i sensi e un nuovo equilibrio.

Autore: Paolo Cignini
Mano che depone uno smartphone in un cesto durante il digital detox all'Autosufficienza
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In breve

Un’esperienza immersiva per disconnettersi, ritrovare il proprio ritmo e rieducarsi a un uso umano della tecnologia

  • Dal 2 all’8 agosto 2025 si terrà presso Autosufficienza, a Bagno di Romagna, un ritiro residenziale di Digital Detox.
  • Una settimana senza dispositivi digitali per ritrovare lucidità, benessere e presenza.
  • Le attività includono yoga, camminate nei boschi e pratiche sensoriali.
  • L’ambiente analogico stimola tutti i sensi e spezza il ciclo della sovrastimolazione digitale.
  • L’esperienza stimola una trasformazione personale duratura.

Da sabato 2 a venerdì 8 agosto 2025, Autosufficienza propone un nuovo ritiro residenziale di Digital Detox per chi sente la fatica della sovrastimolazione digitale e desidera recuperare un rapporto più autentico con il proprio tempo, il proprio corpo e il proprio spazio mentale. Il percorso si svolge nella sede dell’Autosufficienza, progetto nato sulle colline di Bagno di Romagna, e si articola in una settimana di esperienze immersive e rigenerative.

L’origine del progetto: perché un digital detox oggi?

L’idea nasce da un’osservazione semplice e drammatica allo stesso tempo: l’essere umano contemporaneo è sommerso da una quantità di stimoli senza precedenti. Smartphone, social network, email, piattaforme di messaggistica sono strumenti potenti, ma se non governati rischiano di generare ansia, iperattivazione e una costante difficoltà a stare nel presente.

«Digital Detox nasce osservando il nostro tempo e la nostra quotidianità: ciascuno di noi ne avrebbe bisogno. Non è una proposta nata da un’analisi di mercato, ma dall’esperienza: molti partecipanti ai corsi arrivano, vivono qualcosa di trasformativo e poi, tornando alla vita di tutti i giorni, si ritrovano senza strumenti per gestire il digitale. Abbiamo perso la dimensione umana della tecnologia. Questo percorso è un modo per rieducare il corpo, attraverso i sensi, a un uso più sano e umano della tecnologia», spiega Stefano Berlini, ideatore del programma.

stefano berlini digital detox
Stefano Berlini

Un approccio olistico: corpo, mente e natura

Il Digital Detox dell’Autosufficienza non è semplicemente un ritiro senza telefoni. È un percorso immersivo che integra diverse pratiche volte a stimolare un riequilibrio profondo: sessioni di yoga e meditazione, camminate consapevoli nei boschi, bagni di foresta, laboratori sensoriali e momenti di confronto guidato. Tutto questo nella cornice unica del centro, immerso tra i boschi dell’Appennino romagnolo.

«L’Autosufficienza è un luogo analogico, senza schermi, dove le attività quotidiane richiedono contatto, manualità, cura. I partecipanti sperimentano un ambiente costruito su ritmi umani e una forte stimolazione sensoriale: odori intensi, sapori vivi, colori, superfici naturali. È un modo per riattivare tutti i sensi, non solo la vista e il tatto sterile del digitale», racconta ancora Berlini.

Un aspetto centrale è il lavoro sul corpo. La presenza fisica, il respiro consapevole e l’ascolto dei propri ritmi diventano strumenti per radicarsi nel momento presente. Già dopo poche ore di disconnessione, molti partecipanti riferiscono di percepire un rilassamento profondo, una maggiore lucidità mentale e spesso un sonno più rigenerante già dal primo giorno. La filosofia che sottende l’intero progetto è quella dell’autosufficienza intesa non solo come autonomia energetica o alimentare, ma anche come capacità di stare con se stessi, di autorigenerarsi, di ascoltare il proprio ritmo interno.

Persona in meditazione nel bosco durante il digital detox di Autosufficienza
Meditazione tra le foglie: il Digital Detox come strumento per ritrovare presenza e consapevolezza.

I benefici della disconnessione

Diversi studi scientifici hanno ormai evidenziato i danni legati all’iperconnessione: disturbi del sonno, difficoltà di concentrazione, ansia, stress cronico, fino a vere e proprie forme di dipendenza comportamentale. Interrompere anche solo temporaneamente il flusso costante di stimoli digitali permette al sistema nervoso di recuperare, abbassando i livelli di cortisolo e favorendo una qualità di attenzione più stabile e centrata.

«Le prime difficoltà riguardano la noia, l’agitazione, la mancanza di uno schermo come rifugio dalle tensioni interiori. Poi emerge spesso un senso di insicurezza legato al non sapere cosa accade nel mondo. Ma subito dopo arriva un senso di stabilità, di lucidità, e il desiderio di investire di più nelle relazioni, di risanare conflitti, di vivere con più presenza. Chi fa questa esperienza fatica poi a rinunciarvi», racconta Berlini.

L’esperienza proposta da L’Autosufficienza mira proprio a questo: offrire uno spazio-tempo protetto in cui il partecipante possa ritrovare una percezione più chiara di sé e del proprio benessere. La disconnessione favorisce spesso un riassestamento spontaneo dei propri bisogni, portando molti a ripensare poi in modo più consapevole il proprio uso quotidiano della tecnologia. «Col tempo, molti sviluppano riti quotidiani di disconnessione, fissano vacanze senza device, riconoscono il bisogno di progettare spazi di silenzio e presenza. La sensazione dominante è di minor dominazione: meno bisogno compulsivo di controllare, più uso consapevole della tecnologia», aggiunge Berlini.

Centro Autosufficienza immerso nella natura, sede del ritiro Digital Detox a Bagno di Romagna
La sede dell’Autosufficienza tra i boschi dell’Appennino: un contesto ideale per la rigenerazione profonda.

L’Autosufficienza: un contesto unico

L’idea di Digital Detox si inserisce pienamente nel percorso che L’Autosufficienza porta avanti da anni. Il centro è già noto per i suoi corsi di permacultura, agricoltura organica e rigenerativa, cucina naturale e pratiche di benessere olistico. La struttura stessa è energeticamente autosufficiente, alimentata da fonti rinnovabili, e utilizza materiali e filiere sostenibili per la propria attività ricettiva. Questo contesto rende il Digital Detox un’esperienza ancora più completa: non si tratta solo di spegnere il telefono, ma di immergersi per alcuni giorni in un ambiente che propone una visione integrata di sostenibilità, benessere e consapevolezza.

Una proposta in crescita

Il tema del sovraccarico digitale è destinato a crescere ancora nei prossimi anni, sia in termini di consapevolezza pubblica sia come ambito di intervento per chi si occupa di salute e benessere. Progetti come quello dell’Autosufficienza rappresentano una risposta concreta, accessibile e profonda a una problematica che riguarda ormai ampie fasce della popolazione.

«Ripensare il nostro rapporto con la tecnologia non è importante: è drammaticamente urgente. Stiamo cambiando in pochi anni ciò che prima richiedeva secoli: l’attenzione, la vista, le relazioni, persino le regole sociali. O troviamo un modo umano di usare la tecnologia o sarà la tecnologia a ridurre la nostra umanità» sottolinea Berlini. Quanto al futuro: «Ci piacerebbe rendere questi percorsi ciclici, accessibili tutto l’anno, e introdurre elementi di disconnessione anche negli altri corsi. Ma soprattutto speriamo che chi partecipa a queste esperienze diventi contagioso, che la libertà e la bellezza che scoprono diventino una provocazione positiva anche per chi li osserva da fuori».

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Date, programma e modalità di iscrizione sono disponibili su autosufficienza.it.