3000 ciclisti uccisi in 10 anni: ecco l’atlante del Politecnico degli incidenti su due ruote
Il Politecnico di Milano ha pubblicato l’Atlante dei morti e feriti gravi in bicicletta in Italia relativo al periodo 2014-2023 e i numeri sono davvero inquietanti.
«L’idea dell’Atlante è nata da un momento di sconforto. Dopo la morte di Davide Rebellin abbiamo sentito il bisogno di fare qualcosa. Non bastava il cordoglio. Serviva costruire conoscenza, perché solo la conoscenza può cambiare le cose». Spiega così la nascita dell’Atlante interattivo degli incidenti ciclistici il professor Paolo Bozzuto del Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano, ricordando la tragica morte di Rebellin, campione di ciclismo. Le prime cinque dashboard dello studio, realizzato basandosi sui dati ISTAT, sono state pubblicate nei giorni scorsi.
“La ricerca – spiega lo staff del Politecnico presentando il lavoro – ha introdotto una metodologia di lavoro originale, basata sull’elaborazione dei dati sugli incidenti stradali rilasciati annualmente da ISTAT (“Rilevazione degli incidenti stradali con lesioni a persone: microdati a uso pubblico”). Il sistema messo a punto dal gruppo di ricerca ha consentito di estrarre e analizzare in modo dettagliato tutte le informazioni relative ai soli incidenti ciclistici, a partire dalla totalità dell’incidentalità stradale generale”.
Ma cosa dicono i numeri rilevati? Tra il 2014 e il 2023 in Italia si sono registrati oltre 164.000 incidenti, con più di 3.000 morti e oltre 150.000 feriti. Solo nel 2023, i feriti gravi sono stati 17.000. Le Regioni con più sinistri sono, nell’ordine, Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Toscana – va detto che queste sono anche le Regioni in cui si usa di più la bici: 10 delle 20 città con più passaggi ciclabili si trovano in questi quattro territori; due fra i capoluoghi con i numeri più alti sono Padova e Ferrara, entrambe storicamente molto bike friendly.
Per quanto riguarda le caratteristiche degli incidenti, la stragrande maggioranza di essi – il 68% – coinvolge anche autovetture. La zone più a rischio sono incroci e rotatorie, principalmente nelle strade urbane, dove avviene il 73% dei sinistri. Va però sottolineato che gli incidenti in aree urbane sono più frequenti ma meno letali: infatti il 48% delle vittime si verifica nelle strade extraurbane. La mortalità aumenta drasticamente nella fascia over 65.
L’importanza dell’Atlante è rimarcata ancora una volta dal professor Bozzuto, che sottolinea come questo strumento – aperto, gratuito e consultabile online – vuole contribuire concretamente a raggiungere un obiettivo fissato dall’Unione Europea, ma al momento lontanissimo, ovvero il dimezzamento delle morti in strada entro il 2030: «L’unica certezza è che della mobilità ciclistica, in Italia, sappiamo ancora relativamente poco. Proprio per questo, abbiamo deciso di rendere pubblici i nostri dati, contributo concreto per un dibattito costruttivo sul tema dell’incidentalità ciclistica, ma anche uno strumento operativo per il futuro».
Nel periodo considerato i miglioramenti sono davvero irrisori: dal 2014 il numero di incidenti complessivo è leggermente calato, passando da 17446 a 16488, ma l’incidenza dei sinistri che coinvolgono persone in bicicletta rispetto al numero complessivo di sinistri è addirittura aumentata dal 9,85% al 9,9%. Questo vuol dire che le due ruote rimangono una categoria debole da proteggere con interventi concreti sulle infrastrutture stradali e in generale sulla mobilità dolce, come la costruzione di percorsi riservati, l’istituzione di città 30 e il miglioramento e l’incentivazione all’uso del trasporto pubblico.
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