Plastic tax e sugar tax rinviate ancora: entreranno (forse) in vigore nel 2027
Ennesimo rinvio della plastic tax e della sugar tax, le imposte su plastica e bevande zuccherate. Sarebbero dovute entrare in vigore nel 2020 ma il Governo ha approvato un ennesimo rinvio al 2027.
La plastic tax risale alla finanziaria 2019 e prevede una tassa di 0,45 euro per ogni chilo di prodotti in plastica monouso e dei cosiddetti MACSI, ovvero gli imballaggi contenti plastica vergine non riciclata. Da queste categorie vanno escluse le plastiche compostabili e quelle riciclate. L’idea era naturalmente quella di scoraggiare l’uso della plastica monouso e incoraggiare modelli circolari a basso impatto ambientale.
Greenpeace ha calcolato che il mancato gettito fiscale – ovvero i soldi che lo Stato potrebbe incassare ma non incassa visto che continua a rinviare l’approvazione della plastic tax – è pari a 1,2 miliardi di euro a ogni rinvio. L’ultimo in ordine di tempo quello del 14 ottobre, giorno in cui il Consiglio dei Ministri ha spostato tutto al 31 dicembre 2026.
Come sottolinea, fra i tanti, ARPA Toscana, l’impatto dei prodotti che la plastic tax sarebbe andata a colpire è enorme: “Più di 130 milioni di tonnellate, nel 2019, la maggiore parte dei quali finisce bruciata negli inceneritori (35%) o smaltita in discarica (31%) e, purtroppo, anche abbandonata nell’ambiente (19%), con il conseguente inquinamento di suolo, corsi d’acqua e mari”. Wired ha invece raccolto la testimonianza della controparte, ovvero dei produttori di plastica – un comparto che sposta circa 26 miliardi di euro all’anno –, che sperano “di arrivare alla cancellazione definitiva della plastic tax, sostituendola con politiche che accompagnino davvero la crescita sostenibile del Paese”.
Nel 2022 l’Italia ha recepito la direttiva europea SUP – Single Use Plastic –, anche se il decreto legislativo 196, che applica la direttiva nel nostro paese, ha previsto un’ampia serie di deroghe rispetto all’intenzione del testo europeo, tali da renderlo molto meno efficace e addirittura esporre l’Italia al rischio di infrazione. Sono state infatti escluse dalle categorie colpite dalla direttiva SUP tutte le plastiche che contengono almeno il 60% di materia rinnovabile. A questo proposito è importante sottolineare che, a prescindere dalla materia utilizzata, è il concetto dell’usa e getta che è anti-ecologico e contrario alla logica del riuso e della circolarità, che aiuterebbero davvero l’ambiente.
Sempre nel 2020 sarebbe dovuta entrare in vigore – e anch’essa è stata rinviata al 2027 come la plastc tax – la sugar tax, ovvero una tassa di 5 centesimi per ogni litro di bevande analcoliche con zuccheri aggiunti pronte al consumo – l’aliquota è stata già dimezzata poiché l’ipotesi iniziale era di 10 centesimi al litro. Anche qui, l’idea è scoraggiare il consumo di bevande zuccherate, che favorisce l’insorgere di sindrome metabolica, malattie cardiovascolari, diabete e tumori. Per fare un esempio concreto: l’OMS consiglia di consumare circa 5 cucchiaini al giorno di zucchero, mentre una sola lattina di Coca Cola ne contiene 7, più della dose massima giornaliera.
Il gettito della sugar tax è stato stimato in circa 400 milioni di euro all’anno, mentre il giro d’affari del settore delle bibite analcoliche nel 2024 ha sfiorato i 2,5 miliardi di euro. Va però considerato che le malattie cardiovascolari – che, pur non essendo ovviamente tutte imputabili al consumo di bevande zuccherate, sono solo una parte delle patologie ad esso collegate – hanno un costo economico che supera i 40 miliardi di euro.






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