Il sesso senza consenso è stupro: riforma storica in Francia
In Francia è stata approvata una riforma che stabilisce che il sesso praticato senza un consenso “libero, preventivo e revocabile” è considerato violenza sessuale.
Mercoledì scorso il Parlamento francese ha approvato una riforma al codice penale che modifica la definizione stupro. La vecchia – in base alla quale era stupro “un atto di penetrazione sessuale commesso attraverso violenza, coercizione, minaccia o sorpresa” – è stata sostituita da un nuovo testo che definisce lo stupro come “qualsiasi atto sessuale non consensuale”. Il consenso a sua volta viene definito deve essere “libero e informato, specifico, preventivo e revocabile”.
La riforma introdotta nel paese transalpino è storica poiché pone le basi giuridiche per una tutela maggiore nei casi di violenza sessuale, dove spesso il consenso viene posto in secondo piano rispetto a una serie di elementi presunti, come è avvenuto ad esempio nel caso della sentenza di primo grado – poi ribaltata in Cassazione – dello stupro di Macerata, con l’assoluzione dell’imputato poiché la vittima “aveva già avuto rapporti” con l’imputato e si trovava “in condizione di immaginarsi i possibili sviluppi della situazione”.
Proprio un precedente storico è all’origine della riforma votata dal Parlamento francese con 327 voti favorevoli e 15 astenuti. Si tratta del caso di Gisèle Pelicot: per anni la donna, drogata e ridotta in uno stato di incoscienza dal marito, aveva subito violenze da decine di uomini. Tutti loro – il marito e il violentatori – sono stati condannati nel 2024 a pene che vanno dai 3 ai 20 anni. Dal punto di vista del contrasto alla violenza sessuale il caso Pelicot ha rappresentato una pietra, miliare, anche per via dell’atteggiamento di Gisèle, che ha rifiutato l’opzione del processo a porte chiuse proprio per aumentare l’attenzione mediatica e riabilitare il ruolo delle vittime di violenze.
Ma il caso Pelicot è stato fondamentale anche dal punto di vista giuridico, poiché ha mostrato un grave vuoto normativo: nessuna delle quattro fattispecie che definivano lo stupro infatti – violenza, coercizione, minaccia e sorpresa – era applicabile al caso. Questo ha scatenato un dibattito in Francia che ha poi portato alla riforma con l’introduzione del concetto di consenso. Concetto che non esiste nella normativa italiana, che definisce la violenza “un abuso commesso con violenza, minaccia o inganno”. A questo proposito, Amnesty International Italia “auspica che anche il parlamento italiano faccia passi avanti e concluda l’iter del progetto di legge per la modifica dell’articolo 609-bis del codice penale in materia di violenza sessuale e di libera manifestazione del consenso”.
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