“Così sentiamo il mondo che esploriamo”: i viaggiatori non udenti Allan e Chris
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Provo a tapparmi forte le orecchie per non sentire più nulla: la musica straziante che proviene dai megafoni di fronte, i cani che abbaiano, i tuktuk che accelerano, i clacson dei motorini, le porte cigolanti, gli uccellini che cinguettano, il fruscio delle foglie dei banani mosse dal vento, il martello pneumatico dell’ennesimo hotel in costruzione, il canto di preghiera del tempio buddista nei paraggi… per un attimo tutto scompare, tutto si acquieta. È un po’ come mettere muto alla televisione… Allan suona vigorosamente la trombetta della mia bici, ma io non sento nulla e cosi’ anche lui… ecco come ci si sente… in pace!
Siamo appena arrivati a Siem Reap, in Cambogia, e il destino ci ha portato a conoscere Allan, che da qualche mese ha aperto il Blue Lizard Hotel, di cui è proprietario, e Chris, viaggiatore che esplora il mondo da più di un anno, in rete è conosciuto dai suoi numerosissimi seguaci come: The Deaf Wanderer. Entrambi sono americani ed entrambi sono sordi.
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Allan ha un senso dell’umore molto particolare, estremamente pratico è uno sbrigativo, di “poche parole”. Chris, più pacato, destreggia il computer con disinvoltura e scrive più veloce di quanto un “udente” possa parlare. Eh si, è cosi’ che ci chiamano: “gli udenti”. Avevo sempre visto la cosa dal mio punto di vista ossia come loro sono per noi, i “sordi”, e non avevo mai pensato diversamente.
Passiamo quasi una giornata ad intervistarli e scopro piano piano un pochino del loro grande mondo. Come ad esempio che essere sordi è una questione genetica e che loro non si considerano per niente malati o bisognosi d’aiuto, ma che al contrario si considerano fortunati. Hanno la possibilità di vedere il mondo con una profondità e una sensibilità maggiore rispetto ad un comune udente e ciò li rende unici e quindi diversi da tutti gli altri.
Quasi come a tramandare simili privilegi e a preservare la dinastia, famiglie di sordi si sposano con altre famiglie di sordi, mi spiega Chris, in modo che anche i figli siano a loro volta sordi. Se la si guarda da questa nuova prospettiva è più che comprensibile, anche se quando me l’ha scritto ero piuttosto sorpreso. Più discutiamo e più mi si apre un mondo completamente nuovo. Imparo ad esempio che non bisogna assolutamente chiamarli sordomuti perché per la maggior parte di loro l’organo vocale funziona, è solo poco sviluppato.
Chris e Allan mi hanno fatto capire ancora una volta che se vuoi allora puoi! Li abbiamo intervistati chiedendo loro chi sono, cosa fanno oggi, cosa facevano prima, che programmi hanno per il futuro, che cos’è per loro la vita e infine quali sono per loro i vantaggi e svantaggi di essere sordi. Buona visione!
Marco
PS. Ebbene sì, anche i sordi hanno il mal di testa, me l’ero sempre chiesto.
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