4 Dic 2019

COP25: tra la “capitolazione” e la “speranza” vinca l’azione

Continuano i negoziati a Madrid dove i delegati di 196 Paesi sono riuniti per la COP25, la conferenza sul cambiamento climatico in corso dal 2 al 13 dicembre. I leader politici sono chiamati ad agire con un'urgenza per far fronte ad un'emergenza che sta mostrando sempre più i suoi effetti drammatici nel mondo.

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È il terzo giorno di negoziati a Madrid dove è il corso la COP25, la Conferenza delle parti sul cambiamento climatico organizzata dalle Nazioni Unite. La Conferenza avrebbe dovuto tenersi a Santiago del Cile, ma è stata spostata in Spagna a causa delle proteste e scontri degli ultimi mesi nel Paese Sudamericano.

“Time for action” è lo slogan di questo summit sul clima che vede riuniti dal 2 al 13 dicembre i delegati dei circa 200 paesi firmatari dell’accordo di Parigi, tra cui circa 40 capi di stato e di governo. Non ci sarà il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che poco meno di un mese fa ha avviato formalmente la procedura per uscire dall’accordo.

Nel 2015, l’Accordo di Parigi – il primo trattato globale delle Nazioni Unite – ha visto tutte le nazioni intenzionate a ridurre a zero le emissioni entro il 2050 per contenere l’aumento medio della temperatura globale a 1,5-2 gradi centigradi entro fine secolo rispetto ai livelli pre-industriali. Alla Cop26, l’anno prossimo a Glasgow, gli stessi paesi dovranno presentare nuovi e più sfidanti piani per il clima (Ndc -Nationally Determined Contribution).

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«L’umanità, che sta subendo le conseguenze dei cambiamenti climatici, deve scegliere tra la “speranza” di un mondo migliore agendo ora o “la capitolazione”», ha dichiarato il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres all’apertura della COP25.

La presidente cilena della COP25, Carolina Schmidt, ha inoltre parlato della necessità di mantenere le persone al centro dei negoziati e ha rinominato questo negoziato come una “blu COP” per ribadire il ruolo importante degli oceani nel sistema climatico.

Nel giorno di apertura della Conferenza delle parti è intervenuta anche la presidente della Commissione europea Ursula von del Leyen che ha annunciato: «Tra 10 giorni la Commissione europea presenterà il suo ‘Green Deal’. Il nostro obiettivo è di essere il primo continente neutro dal punto di vista climatico entro il 2050».

Proprio qualche giorno prima dell’inizio dei lavori a Madrid, il Parlamento europeo ha dichiarato l’emergenza climatica e ambientale, una misura già adottata da molte città e Paesi nel mondo anche in risposta alle richieste di Fridays for Future, il movimento dei giovani per il clima ispirato da Greta Thunberg.

La sedicenne attivista svedese, che ha animato una mobilitazione internazionale senza precedenti, è da poco arrivata nel porto di Lisbona (di ritorno dal suo viaggio a zero emissioni – in barca a vela – negli Stati Uniti) proprio per partecipare alla conferenza Onu e parlare ancora una volta ai potenti del mondo.

E a loro si rivolge anche Greenpeace. «I leader politici prestino attenzione agli allarmi lanciati dalla comunità scientifica e mettano alla porta i maggiori responsabili di questa crisi», dichiara da Madrid Taehyun Park, consigliere politico globale sul clima di Greenpeace Est Asia. L’associazione ambientalista porta l’attenzione sul tifone Kammuri che a poche ore dall’inizio della COP25 ha colpito le Filippine, tra le regioni più vulnerabili alla crisi e in piena emergenza climatica, con milioni di persone colpite dagli effetti catastrofici di eventi estremi sempre più forti e frequenti.

«A livello globale gli abitanti delle Filippine sono identificati come i più colpiti da questa crisi climatica. Una situazione di emergenza che si aggrava ulteriormente a causa di quelle multinazionali dei combustibili fossili che, per decenni, hanno mentito e cercato di nascondere quanto le loro operazioni abbiano alimentato e continuino a esacerbare i cambiamenti climatici. Tutto ciò mentre accumulano miliardi e miliardi di profitti, a discapito di milioni di persone che soffrono le conseguenze dell’emergenza climatica», ha dichiarato Lea Guerrero, Country Director di Greenpeace Filippine.

«Mentre le Filippine vengono colpite dal tifone Kammurri, l’Organizzazione Metereologica Mondiale ha suonato un altro campanello d’allarme sulla situazione che i Paesi più vulnerabili stanno già subendo da diversi anni», ha dichiarato Madrid Taehyun Park. Del resto è ormai ben chiaro che la crisi climatica riguarda tutti: Venezia ci ha mostrato che la catastrofe climatica è qui e ora.

Ai partecipanti alla Cop25 di Madrid è stato inviato anche un messaggio da Papa Francesco. «La crescente consapevolezza di un intervento sul cambiamento climatico è ancora troppo debole, incapace di rispondere adeguatamente al forte senso di urgenza di mettere in campo rapide azioni richieste dai dati scientifici a nostra disposizione».

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