Slow Food Travel: un viaggio lento tra gli artigiani del cibo sulle montagne biellesi
Seguici su:
Biella - Terre da scoprire, con lentezza, passo dopo passo. Territori inesplorati che spesso si trovano così vicini a noi che finiamo per non considerarli, prediligendo mete più lontane e dimenticandoci della loro unicità. Per questo motivo esistono realtà che si impegnano a valorizzare le bellezze che ci circondano, proprio come Slow Food Travel, progetto che si occupa di mettere al centro il cibo e la sua produzione, promuovendo esperienze di viaggio per mettere a disposizione di tutti e tutte le unicità che caratterizzano i nostri territori.
Come ci racconta Nazarena Lanza, referente del progetto, «Slow Food Travel è, per tutti noi che ci lavoriamo, una sfida più che un progetto, poiché non finisce ma si rinnova, e questo fino a quando non sarà “naturale” trovare nei ristoranti piatti che oltre ad essere “tipici” sono anche fatti a partire da materie prime locali, conoscere i produttori virtuosi e fare esperienze formative nelle loro aziende, guardare al proprio territorio con altri occhi, come quelli dei turisti che vengono nel Biellese per fare esperienza di autenticità, oltre che bellezza».
Dagli alpeggi alla panificazione con grani locali, all’idromele biellese, ai vini biologici, al presidio del burro a latte crudo della Valle Elvo. Vi abbiamo già raccontato di Slow Food – Montagne Biellesi in un nostro precedente articolo e della sua capacità di organizzare esperienze per conoscere le eccellenze gastronomiche e la loro lunga storia e tradizione. Vi aggiorniamo, a un anno di distanza dalla nascita del progetto, sulle diverse novità dell’edizione 2020. Attualmente il progetto si estende all’intera provincia biellese includendo anche i territori dell’Eporediese, dove è attiva una collaborazione con il progetto Terre del Movimento Lento. Inoltre, da quest’anno, è operativa una nuova applicazione che racchiude tutte le realtà che hanno aderito a Slow Food Travel: si chiama Piemonte Ways e permetterà di scoprire la regione a piedi o in bicicletta, per una sempre maggior crescita del turismo sostenibile.
«Ogni sito che aderisce a Slow Food Travel Montagne Biellesi si impegna a valorizzare il territorio fornendo tutte le indicazioni necessarie per una piena esperienza delle montagne e dei paesaggi del biellese, coinvolgendo il visitatore in un soggiorno che lega il piacere per il cibo alla cultura e alla convivialità». Quest’anno hanno aderito cinquantasei realtà che sosterranno il progetto nel suo insieme, producendo o acquistando i prodotti delle aziende che ne fanno parte, selezionate e coinvolte sulla base di linee guida condivise.
I locali che fanno parte della rete di Slow Food Travel – Montagne Biellesi sono quelli che praticano qualsiasi forma di ristorazione e di accoglienza: ristoranti, osterie, bistrot, caffè, rifugi montani, hotel, pensioni, B&B, agriturismi, ecc. Qualunque soggetto coinvolto, purchè si trovi in territorio biellese, può proporre un’esperienza Slow Food Travel, ma è necessario che presenti alcune caratteristiche quali: promuovere prodotti caratteristici del territorio che rispettino i criteri specifici per le filiere, concentrarsi sulla conoscenza di prodotti e produttori artigianali e radicati sul territorio e che siano legati alla storia del luogo, offrire prodotti artigianali e di origine locale in alternativa a prodotti di origine industriale.
Come descritto sul sito, «le esperienze Slow Food Travel sono offerte dagli attori coinvolti nel progetto che permettono in questo modo di scoprire un prodotto, una tecnica di trasformazione o una cultura gastronomica attraverso la lente di Slow Food. Uniscono cioè la conoscenza approfondita di ciò che costituisce la qualità nell’enogastronomia, all’approfondimento delle principali sfide e problematiche che ne mettono a rischio la sostenibilità».
Come ci ha spiegato Nazarena Lanza, il Covid non ha fatto che accentuare una situazione di crisi su cui Slow Food agisce da tempo. «Gli allevamenti e l’agricoltura industriale hanno creato le condizioni per l’insorgere della malattia e le nostre società sono avviate da tempo verso un modello basato sulla dipendenza dall’agro-industria, da importazioni ed esportazioni, andando di fatto nella direzione opposta all’idea di resilienza, di cui si parla tanto oggi.
Perché se ne parla tanto oggi? Anche perché il Covid ha permesso di capire come le comunità che sono connesse, che si appoggiano sulla propria economia locale e che sviluppano legami di solidarietà, sono quelle che hanno sofferto meno in questo periodo di crisi e che anzi hanno elaborato soluzioni e modelli alternativi». Proprio come nel caso di Slow Food Travel Montagne Biellesi, la cui idea è stata questa fin dall’inizio: creare legami tra le realtà che operano in modo “buono, pulito e giusto” nel nostro territorio, perché si conoscano e supportino a vicenda, consigliando e rimandandosi gli uni agli altri.
«Le attività del progetto non sono quindi volte unicamente a promuovere il territorio e le sue realtà produttive, ristorative, ricettive e culturali, attraverso itinerari ad hoc e comunicazione, ma anche a lavorare per risolvere quei problemi presenti in tutti i territori: facilitare la logistica dell’approvvigionamento di prodotti locali per i ristoratori, creare punti di appoggio per la distribuzione che non gravino troppo sul prezzo finale, educare i visitatori a capire cosa fa il prezzo di un prodotto e a cercare quei produttori che con ostinazione e passione lavorano nel rispetto dell’ambiente, di se stessi e dei consumatori, nonostante questo li renda non competitivi e quindi fragili rispetto al mercato».
Questo é il motivo per cui Slow Food considera i consumatori come co-produttori, perché hanno il potere di decidere, attraverso ciò che acquistano e mangiano, del sistema alimentare in cui vivono.
Il turismo sostenibile offerto da Slow Food Travel Montagne Biellesi diventa in questo modo un’opportunità per conoscere le bellezze che questa piccola provincia piemontese ha da offrire, ma soprattutto mettere in relazione le realtà che operano sul territorio e conservare in questo modo un patrimonio culturale tangibile e intangibile. Specialmente nel periodo di emergenza che stiamo vivendo, progetti di questo tipo permettono di incentivare uno sviluppo economico soprattutto nei territori distanti dalle grandi città e che in questo modo hanno maggiori opportunità di crescita. Il tutto attraverso un turismo di prossimità che valorizza le località naturalistiche e di montagna, per riscoprire la bellezza del viaggiare in modo lento e responsabile, dimostrando che non è solo importante dove si viaggia quanto… in che modo.
Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento