23 Set 2021

IT.A.CÀ fa tappa a Palermo, fra lotta alla mafia, inclusione sociale e mobilità dolce

Scritto da: Alessia Rotolo

Dal Giardino della Memoria che ricorda il piccolo Giuseppe, vittima innocente di mafia, alla greenway ciclabile che collega Palermo a Monreale. Emozione, speranza, coraggio, impegno e consapevolezza sono stati i sentimenti che hanno accompagnato i partecipanti della tappa palermitana di IT.A.CÀ, il festival itinerante di turismo responsabile.

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Palermo - Mai come in questo periodo ci siamo resi conto di quanto sia importante respirare: costretti a usare le mascherine anche all’aria aperta abbiamo imparato ad apprezzare quanto fosse bello e importante respirare a pieni polmoni senza costrizioni, ancor di più dopo tutte le chiusure che ci sono state imposte, abbiamo capito quanto è bello e importante respirare in mezzo alla natura, immersi in un bosco o davanti al mare. E proprio il “diritto di respirare” è stato il tema di IT.A.CÀ, il primo festival nazionale sul turismo responsabile, che quest’anno, per la seconda volta, è approdato anche a Palermo.

A organizzare la tappa palermitana è stata la cooperativa sociale Palma Nana, insieme a Libera il G(i)usto di viaggiare, Addiopizzo Travel e Cotti in fragranza e partner di questa edizione sono stati Lisca Bianca, Una Marina di libri, AIGAE, con il patrocinio della Lega delle cooperative Sicilia. Tutto ha preso il via venerdì 17 al pomeriggio al giardino Bistrot Al Fresco di Cotti in Fragranza che si trova incastonato in pieno centro storico tra i vicoli di Ballarò: qui è stato presentato il Festival e tutte le varie tappe dove ognuno degli organizzatori ha declinato il tema de “Il diritto al respiro”.

Tra i partecipanti all’incontro di lancio del Festival anche Clara Pangaro, direttrice del carcere minorile Malaspina, che ha raccontato la sofferenza dei ragazzi che vivono chiusi in un riformatorio e all’importanza vitale di portarli fuori: «Le esperienze più gratificanti sono quelle dove i ragazzi hanno la possibilità di uscire», racconta. «Cotti in Fragranza rappresenta uno dei progetti più riusciti in questo senso. Quello che serve ai ragazzi è un approccio educativo e non punitivo, per far comprendere loro come stare fuori e non a tenerli dentro».

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Poi ha parlato anche Carmelo Pollichino di Libera Palermo, che ha raccontato l’importanza di coinvolgere i giovani con i campi di lavoro Estate Liberi e al grande impatto sociale che hanno sia per i ragazzi che partecipano che per le comunità che li ospitano. Altra voce importante a prendere la parola è stata quella di Giulia Rubino del Coordinamento Salviamo i boschi, che ha raccontato, numeri alla mano, di quanta biodiversità perdiamo ogni anno a causa degli incendi dolosi che stanno distruggendo ettari di bosco in Sicilia e di quanto siamo tristemente abituati a subire questa prassi.

Un ospite inatteso è stato il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, che è intervenuto per dare un saluto a tutti i partecipanti della tappa di IT.A.CÀ e, a proposito degli incendi e del diritto di respirare, ha raccontato che l’ANCI sta provando a far nascere una nuova figura e cioè i “Custodi del territorio”, per una modalità d’azione che possa fare includere in nuove economie gli agricoltori per responsabilizzarli a prendersi cura del luogo in cui vivono. Sempre venerdì è stata inaugurata la mostra fotografica di Salvo Gravano, con immagini scattate col drone in alcuni luoghi della Sicilia.

Seconda tappa di IT.A.CÀ Palermo è stata la mattina di sabato 18 settembre, al Giardino della Memoria a San Giuseppe Jato, luogo simbolo di lotta alla mafia, confiscato e affidato alle associazioni del territorio per un uso sociale del bene dove il piccolo Giuseppe Di Matteo ha trascorso i suoi ultimi giorni di vita prima di essere barbaramente ucciso.

Questa tappa è stata curata da Libera il G(i)usto di viaggiare ed è stata incentrata sui beni confiscati e restituiti a un uso collettivo. «Andare, raccontare, vedere là dove l’abisso del male e la totale mancanza di risposte a esso trova il suo punto più doloroso – racconta Caterina Pelligra, mediatrice culturale di Libera il G(i)usto di viaggiare, che ha tenuto l’incontro al giardino insieme a Pierluigi Basile, insegnante, ed entrambi soci del presidio di Libera Valle dello Jato –, questo è il senso del Giardino della Memoria».

«Un luogo, che molti preferirebbero sottacere poiché ancora oggi genera imbarazzo e un forte disgusto, ma che invece deve rinascere di nuova luce, quella luce negata per sempre al piccolo Giuseppe. Un luogo di Memoria, chiamato per questo “giardino”, perché possa essere simbolo di nuova vita, di germogli di cultura, socialità, cittadinanza». La tappa si è conclusa con un pranzo all’agriturismo di Portella della Ginestra a base di prodotti delle terre confiscate e affidate a Libera Terra.

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«Il tema di quest’anno di ITACA ci ha messo alla prova nella ricerca di un collegamento con le esperienze di riuso sociale dei beni confiscati», spiega Valentina Fiore di Libera Terra. «Siamo così riusciti a mettere insieme la conoscenza di due beni confiscati a pochi passi dalla città, entrambi testimonianza di un “soffocamento” del passato, rispetto a un “nuovo respiro” del presente. Beni confiscati restituiti alla comunità e a nuova vita che riescono a tenere insieme la memoria con l’impegno quotidiano, un impegno fatto anche di bontà enogastronomiche che lo rendono piacevole e conviviale».

La terza tappa in programma per il sabato pomeriggio è stata a cura di Addiopizzo Travel, che ha organizzato un bike tour attraverso la Greenway. «Cittadini palermitani e viaggiatori di passaggio hanno pedalato insieme sul percorso che un giorno ospiterà la Greenway fra Palermo e Monreale», racconta Edoardo Zaffuto di Addiopizzo Travel.

«Un’esperienza di conoscenza del territorio, della sua storia passata e dei progetti di imminente realizzazione, delle sue criticità e delle sue potenzialità, ma soprattutto un’esperienza di partecipazione collettiva: anche pedalare può contribuire al cambiamento. Per riconquistare spazi verdi, ciclabili, beni comuni liberati dall’abuso e dalla cementificazione. Spazi che presto saranno accessibili a tutti e quindi anche a disposizione del turista più attento al proprio impatto sul territorio. Un’occasione per respirare profondamente e condividere esperienze sostenibili che valorizzino il territorio e la comunità intera».

Domenica mattina la tappa è stata curata della cooperativa sociale Palma Nana con il patrocinio di AIGAE. Gli organizzatori hanno portato gli amanti della natura alla scoperta del monte sacro di Palermo: Monte Pellegrino. Due i percorsi, uno per escursionisti e uno per famiglie che partiti da punti diversi si sono ritrovati tutti al labirinto dove è stata organizzata una sorpresa per tutti gli intervenuti, un concerto di viola del musicista Marco Lo Cicero che ha fatto emozionare tanti.

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«Due escursioni nel verde di Monte Pellegrino che si sono intrecciate, una rivolta ai più esperti l’altra dedicata ai bambini», dice Fabrizio Giacalone di Palma Nana. «Passeggiate lente per godere della natura, cullati dal vento e dalla musica, occasioni per riscoprire il polmone verde della città di Palermo, un respiro a pieni polmoni. Un’emozione nel passeggiare immersi nel bosco della Riserva di Monte Pellegrino, incrociare lo sguardo di adulti e bambini mentre vengono trasportati dalla musica soave della viola all’interno di un luogo incantato il labirinto. Un incontro tra escursionisti entusiasti alla vista di panorami mozzafiato e bambini coinvolti nel riappropriarsi della natura attraverso il gioco».

La domenica pomeriggio IT.A.CÀ è stata ospite del Festival di editoria indipendente di Palermo “Una Marina di Libri”. Su uno dei palchi allestiti a Villa Filippina nel centro della città, Davide Schirò e Fulvio Vassallo Paleologo – avvocato, componente del Collegio del Dottorato in “Diritti umani: evoluzione, tutela, limiti”, presso il Dipartimento di Scienze giuridiche dell’Università di Palermo – hanno dialogato con il pubblico sul “Diritto al soccorso nel Mediterraneo”.

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Ad ascoltarli un gruppo di adolescenti interessati e vogliosi di capirne di più sulle leggi che regolano l’accoglienza dei migranti nel nostro Paese. «Troppe istituzioni e singoli ci negano libertà e respiro», ha detto Davide Schirò, che ha organizzato la tappa. «Incontrarci ci ha ricordato sia “La fatica di rientrare nella media e la felicità di non riuscirci”, citando Nino De Gennaro ma anche l’ossigeno, la forza e la poesia che può emergere dall’incontro. Abbiamo bisogno di tutto questo per lottare insieme».

La seconda edizione di IT.A.CÀ Palermo si è conclusa domenica 19 settembre in serata, quando la barca a vela che fu della famiglia Albeggiani – che con essa compì il giro del mondo – e che da qualche anno è stata ristrutturata e affidata a Lisca Bianca, è salpata dal molo della Cala per il mare di Sant’Erasmo e dell’Addaura con a bordo la ciurma di IT.A.CÀ, che ha respirato lo iodio e la salsedine del Mediterraneo a pieni polmoni e guardato la città da una prospettiva diversa dal solito.

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