16 Ott 2023

Ricorso al Tar sulle servitù militari, ma in Sardegna si continua a sparare

Scritto da: Laura Fois

Il 65% delle servitù militari italiane è in Sardegna, dove dal 1° ottobre sono riprese le esercitazioni nonostante la bocciatura del Comitato misto paritetico (Comipa) dello scorso 31 maggio. Gli antimilitaristi di A Foras, tramite il Gruppo di intervento giuridico, hanno fatto ricorso al Tar contro il decreto del ministro della Difesa che ha dato il via libera al nuovo calendario delle esercitazioni militari nell'isola. I giudici decideranno l'8 novembre.

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Trentamila ettari di territorio impegnati dal demanio militare e 80 chilometri di coste inaccessibili: sono questi i numeri che traducono il peso delle servitù militari in Sardegna. Le esercitazioni militari sono riprese a inizio ottobre in un’isola che “accoglie” il 65% delle servitù militari italiane e ha tra i poligoni più vasti d’Europa: Perdasdefogu e Teulada. Quando i turisti se ne vanno, riprendono i “giochi di guerra”, nonostante la bocciatura del Comitato misto paritetico sulle servitù militari dello scorso 31 maggio. Su Italia che Cambia abbiamo già scritto del fatto che la Sardegna è una delle regioni italiane più militarizzate, dove si addestrano eserciti di tutto il mondo.

SPARI E RICORSI

Gli antimilitaristi di A Foras, tramite il Gruppo di intervento giuridico hanno fatto ricorso al Tar di Cagliari, contro il decreto del ministro della Difesa che ha dato il via libera al nuovo calendario delle esercitazioni militari nell’isola, con richiesta di sospensiva immediata delle attività addestrative (ricorso n. 692/23). I giudici si pronunceranno l’8 novembre. «Il legale a cui ci siamo rivolti, Carlo Augusto Melis Costa – scrivono i promotori del ricorso – ha ritenuto fondate le nostre motivazioni, considerando anche l’esempio del ricorso al Tar vinto in Puglia contro le esercitazioni militari nel poligono di Torre Veneri».

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Il comunicato di A Foras continua spiegando le ragioni: “Come si sa da tempo, all’interno del Poligono di Teulada esistono due zone Sic, che, secondo la legislazione italiana e comunitaria, sono del tutto incompatibili con le attività belliche. Zona Sic è la spiaggia di Murtas, confinante col poligono di Quirra e all’interno del Poligono di Capo Frasca, che si trova una zona di protezione speciale”.

“In nessuno dei poligoni militari inoltre è mai stata fatta una Valutazione di Incidenza Ambientale”, conclude l’associazione nel documento. “Ora restiamo in attesa della decisione del Tribunale, ribadendo che in ogni caso metteremo in campo anche altre iniziative contro le esercitazioni militari e contro lo strapotere che l’esercito italiano ostenta in Sardegna”.

sardegna basi
SERVITÙ MILITARI E DISASTRI AMBIENTALI

Un appuntamento clou sarà quello del 25 gennaio 2024. In quella data infatti avrà inizio il processo nei confronti dei cinque capi di Stato maggiore della Difesa e dell’Esercito imputati per disastro ambientale nel Poligono di Teulada. Tra questi l’ex capo di stato maggiore Claudio Graziano, ora presidente del Cda di Fincantieri.

Con questo processo, dice A Foras, «si accerteranno i dati sull’inquinamento nel poligono, dove sono stati utilizzati i missili Milan, con rilascio di Torio. Dalle indagini della magistratura si evince la devastazione avvenuta nella cosiddetta “penisola Delta”, zona di 3 chilometri quadrati usata come bersaglio dai vari eserciti. Solo dal 2008 al 2016 – si legge nelle carte della procura – sono stati sparati 860mila colpi, di cui 11.875 missili, per un totale di 556 tonnellate di esplosivo».

In nessuno dei poligoni militari è mai stata fatta una Valutazione di Incidenza Ambientale

Per il ministro della Difesa Crosetto, «la Sardegna è strategica. Non ci sarà una riduzione delle attività addestrative delle Forze armate». L’annuncio lo scorso giugno durante un question time alla Camera, incalzato dalla deputata Francesca Ghirra (Avs). «Il Governo e la Difesa si cureranno di ogni possibile contributo per lo sviluppo sostenibile dell’isola attraverso investimenti – aveva aggiunto – volti a incrementare la ricerca scientifica e l’innovazione, nonché programmi di sviluppo civile. La Sardegna è un territorio chiave per la Difesa e centrale nello sviluppo del Paese».

La Ghirra aveva ribattuto: «La nostra visione di sviluppo non è legata all’economia di guerra. La risposta del ministro Crosetto dimostra che nell’attuale Governo non c’è la consapevolezza reale dei problemi gravissimi che la presenza dei poligoni crea nei territori. In Sardegna vaste aree sono inquinate irreversibilmente. Anche la Corte dei conti ha invitato il governo a intervenire per riqualificare, con l’apertura di cantieri di bonifica, i luoghi compromessi dalle esercitazioni. Ma per Crosetto il problema non esiste». Lo stesso ministro è atteso a Cagliari il 4 novembre in occasione della Festa nazionale delle Forze armate, col presidente della Repubblica Meloni e la presidente del Consiglio Meloni. La città sarà blindata.

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