27 Feb 2024

Nella periferia romana un “muro delle meraviglie” contro l’emarginazione delle persone con disabilità

Scritto da: Elena Rasia

Un "muro delle meraviglie" per cercare bellezza anche laddove comunemente si pensa che non ci sia, come nella grande periferia di Roma. È proprio qui, a tor Bella Monaca, che l'associazione Handicap Noi e gli Altri ha lanciato un'iniziativa che unisce fotografia e street art allo scopo di combattere l'emarginazione, in particolare delle persone con disabilità, e far rifiorire il quartiere.

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Roma, Lazio - Si chiama WonderWall – Il Muro delle Meraviglie per promuovere un quartiere urbano dove la cultura diventa accessibile a tutti. Questo “muro speciale” è un progetto promosso dell’associazione Handicap Noi e gli Altri, che dal 1987 favorisce la partecipazione sociale delle persone con disabilità nel quartiere di Tor Bella Monaca e nel VI Municipio di Roma Capitale, attraverso una serie di attività sociali e culturali.

Il progetto prevede una serie di laboratori di fotografia guidati da professionisti del settore ed esperti di tecniche visive, storici dell’arte e street artist. Questi laboratori offriranno ai partecipanti l’opportunità di esplorare il quartiere e scoprire la cultura della street art, che rappresenta un elemento significativo del tessuto umano della capitale. Ho intervistato la referente associativa Lisa Dieni e l’ideatore del progetto Rocco Luigi Mangiavillano dell’associazione Handicap Noi e gli Altri per addentrarmi meglio in questo mondo fantastico.

muro delle meraviglie
Qual è l’obiettivo principale di WonderWall – Il Muro delle Meraviglie e vi proponete di raggiungerlo?

Rocco: L’obiettivo principale di WonderWall, progetto vincitore di avviso pubblico promosso da Roma Capitale in collaborazione con Zètema Progetto Cultura, è quello di promuovere il miglioramento della qualità di vita delle persone con disabilità e dei loro familiari che vivono nel territorio di Tor Bella Monaca così come nel resto della città, poiché la partecipazione è aperta a tutti nel territorio romano. Nello specifico, con questo progetto intendiamo prevenire e contrastare le condizioni di emarginazione offrendo un servizio che rappresenti nel quartiere un punto di riferimento per lo svolgimento di attività culturali, artistiche e di socializzazione utilizzando lo strumento artistico come mezzo per superare l’isolamento e il pregiudizio.

Qual è il ruolo dell’associazione all’interno di questo progetto e come si inserisce nel contesto sociale di Tor Bella Monaca?

Rocco: L’associazione Handicap Noi e gli Altri, fin dalla sua fondazione, accettando la sfida delle periferie urbane ha realizzato attività di promozione e integrazione sociale, in particolare delle persone disabili, nel quartiere di Tor Bella Monaca e nel contesto territoriale del VI Municipio di Roma Capitale. In questo luogo chiave della periferia romana, dove sono più grandi i problemi di abbandono sociale ed è maggiore la concentrazione di persone con disabilità, l’associazione attiva azioni di contrastato al fenomeno dell’emarginazione e favorisce l’inclusione sociale.

Solo a Tor Bella Monaca sono riuniti centinaia di nuclei familiari che sommano al disagio dell’handicap anche lo svantaggio economico e culturale. Come succede spesso, purtroppo in ambienti periferici o in quartieri come Tor Bella Monaca molte persone vivono ancora ai margini, “costrette” dalle tante barriere esistenti a rimanere invisibili, quindi tagliate fuori dal contesto cittadino e dal senso di “comunità culturale”. Per questo il progetto si pone come strumento di servizio per superare la “cesura” che li ha resi “distanti” dalla città, per dare vita a connessioni tra Tor Bella Monaca e altri quartieri di Roma e promuovere relazioni reciproche.

muro delle meraviglie

Pensiamo che l’arte possa essere il medium più adatto attraverso il quale far passare questo gioco di contaminazioni. Affidiamo alla “bellezza” il compito di influenzarci e – perché no? – di educarci, cercando di guardare alle cose belle del mondo con una nuova prospettiva rispetto all’automatismo del quotidiano. E chissà che forse, anche con l’illusione che la bellezza esiste veramente, possiamo imparare a riscoprirla innanzitutto dentro di noi.

Quali sono le principali barriere fisiche e sociali che le persone con disabilità incontrano nell’accesso alla cultura e come questo progetto mira ad affrontarle?

Lisa: In tutte le nostre attività consideriamo il problema delle barriere al primo posto in quanto sono ancora tante e di varia natura. Nelle grandi strutture museali si stanno pian piano riducendo e, per quanto riguarda la nostra esperienza diretta nell’area romana e nello specifico nei musei civici di Roma, sono quasi assenti o facilmente superabili. Diversa è la situazione rispetto all’arte urbana che, essendo fruibile direttamente nelle strade, è soggetta a molte barriere che vanno dalla mancanza di scivoli tra i marciapiedi, all’incuria e scarsa manutenzione del manto stradale fino al posteggio selvaggio.

Tuttavia insieme a Paolo Colasanti, alias Gojo, street artist molto attento al mondo del sociale, abbiamo individuato alcuni quartieri ricchi di arte urbana dove non ci sono impedimenti per le persone in carrozzina o comunque con difficoltà a camminare. A volte però le barriere non sono fisiche ma culturali: spesso non c’è interesse ad approcciarsi all’arte, al vedere opere d’arte o assistere a una mostra, per mancanza di stimoli. Come superare questo ostacolo? Con la condivisione di gruppo, stando insieme. Condividere una emozione per noi rappresenta un elemento fondamentale per avvicinarsi alla bellezza.

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Come si svolgeranno i sette appuntamenti previsti nell’ambito di WonderWall e quali saranno le attività proposte per coinvolgere i partecipanti?

Lisa: Il progetto si sviluppa in sette appuntamenti fino alla fine di aprile 2024. I primi due appuntamenti sono dei laboratori preparatori, di formazione e conoscenza del gruppo: i ragazzi e le ragazze con disabilità si presentano agli altri attraverso la scrittura e i disegni e allo stesso tempo acquisiscono nozioni circa lo strumento fotografico grazie alla competenza della fotografa Samanta Sollima. Inoltre si dedicano allo studio di alcuni quartieri romani, famosi per la presenza di murales: ne saranno individuati tre che saranno fotografati dal vivo durante tre specifici appuntamenti successivi. Durante le esterne Gojo accompagnerà il gruppo nelle strade e racconterà la storia dell’arte di città ed i suoi significati.

I ragazzi, con le indicazioni di Samanta Sollima e attraverso i loro scatti, racconteranno il contesto urbano che li circonda, affidandosi alla loro percezione e sensazione del vissuto. Un sesto appuntamento verrà dedicato alla rielaborazione di quanto fatto nelle precedenti giornate, dal punto di vista pratico e personale. Il settimo e ultimo appuntamento è una vera e propria mostra delle fotografie più rappresentative del percorso svolto, da esporre presso una struttura nel quartiere di Tor Bella Monaca.

Qual è il ruolo della fotografia e della street art all’interno di questo progetto e come possono contribuire all’inclusione sociale delle persone con disabilità?

Lisa: Sia la fotografia sia la street art rappresentano degli strumenti attraverso i quali intendiamo creare socialità ma anche stimolare passione per la bello e per i sentimenti positivi; utilizziamo l’arte e la bellezza nelle sue varie espressioni per “elevare l’animo” di chi partecipa. E questo stimolo è maggiore quando si è in gruppo, insieme agli altri, in un contesto dove condividere pensieri ed emozioni.

La vera sfida è la promozione sociale e umana di molte persone che vivono ancora ai margini, limitate dalle tante barriere esistenti a rimanere invisibili

Come sarà organizzata e strutturata l’esposizione delle fotografie scattate dai partecipanti al termine del progetto?

Lisa: Ci sarà una ”rielaborazione” di quanto fatto insieme, compresi lo studio dei quartieri e la visione delle fotografie realizzate dai ragazzi, analizzando anche le emozioni e sensazioni da loro provate durante gli appuntamenti precedenti. Verranno selezionati alcuni scatti, ritenuti più rappresentativi che saranno esposti all’interno di una mostra allestita in uno spazio apposito nel quartiere di Tor Bella Monaca. Lo scopo è di rendere i ragazzi protagonisti del processo di realizzazione artistica, coinvolgendoli in tutte le fasi, dall’individuazione dei luoghi da immortalare, alla stampa, fino all’esposizione in una location strutturata.

Qual è la sfida che si pone questa iniziativa?

Rocco: La vera sfida di WonderWall e delle altre iniziative di Handicap Noi e gli Altri, grazie a questi percorsi di “Cultura Inclusiva”, è la promozione sociale e umana di molte persone che vivono ancora ai margini, limitate dalle tante barriere esistenti a rimanere invisibili, grazie alla sensibilizzazione e coinvolgimento delle altre realtà sociali e delle Istituzioni Locali, della Scuola. Per questo il progetto si pone come uno strumento di servizio per superare la cesura che li ha tenuti lontani dalla città, per dare vita a relazioni umane di valore tra Tor Bella Monaca e altri quartieri romani.

muro delle meraviglie 4
Quali sono gli effetti sperati di lungo termine di WonderWall – Il Muro delle Meraviglie sulla comunità di Tor Bella Monaca e sulle persone con disabilità coinvolte?

Rocco: WonderWall – Il muro delle meraviglie rientra in quelle progettualità di Handicap Noi e gli Altri volte a dare valore e pienezza alla vita delle persone con disabilità sul territorio. Il progetto è un prosieguo dei precedenti, come “GirovagArte” e “Percorsi dello Spirito”, culminati con la mostra fotografica “GirovagArte Fotografie di Samanta Sollima”. WonderWall – Il muro delle meraviglie è un’ulteriore opportunità di socialità e di incontro tra le persone, soprattutto a Tor Bella Monaca, quartiere simbolo delle periferie romane, oggi più che mai “bisognoso” di iniziative partecipate atte promuovere per le persone con disabilità fisica, disagio mentale e scarse opportunità di socializzazione la fruizione e l’accessibilità alla cultura e all’arte.

Puntiamo a promuovere la partecipazione e il sostegno degli spazi pubblici, dello sviluppo locale in forma partecipata e della cultura come Bene Comune. Vogliamo favorire, infine, la realizzazione di un “luogo” aperto di incontro che permetta di condividere nuove esperienze, promuovere la capacità di lavorare in gruppi e per obiettivi, collaborando alla realizzazione di un fine comune. Tendiamo a promuovere quindi un’esperienza sociale concreta e aperta ai bisogni del territorio che, a partire dal quartiere di Tor Bella Monaca, si avvale dell’apporto volontario dei soci, di persone con disabilità, delle loro famiglie e di tecnici e professionisti, nel proporre attività sociali e culturali in rete e collegate al resto della città, intesa come spazio multicentrico, interconnesso.

Quali sono i prossimi passi previsti dopo il completamento di questo progetto?

Lisa: Ci piacerebbe lasciare nel nostro quartiere un segno tangibile, una serie di tag o un murale che possano ricordare a noi, ma soprattutto ai partecipanti, cosa ha rappresentato WonderWall nella crescita personale di ciascuno. Al termine del progetto la nostra attività proseguirà comunque con altre forme: infatti da settembre prenderà il via “IN ARTE laboratorio ri-creativo Tor Bella Monaca & Tour”, sostenuta dall’8×1000 della Chiesa Valdese. Il progetto avrà una durata annuale e si svilupperà in sette appuntamenti itineranti presso luoghi di interesse artistico, storico o ambientale con sette laboratori esperienziali, guidati da educatori professionali, durante i quali i partecipanti si cimenteranno in attività espressive, musicali e manuali.

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