13 Maggio 2025 | Tempo lettura: 5 minuti

Alla scoperta dei beni confiscati: il turismo scopre l’Italia che reagisce alle mafie

Nel suo libro Il Bene Ritrovato, Camilla Elisabetta Ghioni racconta come i beni confiscati alle mafie possano diventare luoghi di riscatto, lavoro e turismo consapevole.

Autore: Associazione Italiana Turismo Responsabile
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Un viaggio in Sicilia da studentessa, una tesi di laurea e infine un libro che racconta l’Italia che sceglie la legalità.
Così nasce Il Bene Ritrovato, il lavoro di Camilla Elisabetta Ghioni edito da Altreconomia, che esplora il potenziale trasformativo dei beni confiscati alla criminalità organizzata. Più che una raccolta di storie, è una mappa di luoghi dove la lotta alle mafie diventa occasione di crescita collettiva.

In un momento storico in cui il turismo è sempre più alla ricerca di autenticità e significato, i beni confiscati alle mafie si rivelano risorse preziose per i territori. Non solo restituiscono spazi alla collettività, ma generano valore sociale, culturale ed economico. Sono soprattutto le comunità locali a beneficiarne, attraverso nuove opportunità di lavoro, percorsi educativi e occasioni di partecipazione attiva. «Ebbi l’opportunità di incontrare i cooperatori di Palma Nana e Libera Terra [due realtà isolane che si occupano di turismo e legalità, ndr] e rimasi molto colpita dalla loro esperienza, così decisi di dedicare a questo tema la mia tesi di laurea», racconta l’autrice ricordando la genesi del suo testo.

Turismo alla scoperta dei beni confiscati per scoprire l'Italia che reagisce alle mafie
La presentazione a Fa’ la cosa giusta! 2025

Dal dialogo con i diversi attori intervistati emerge il grandissimo valore che i beni confiscati apportano al territorio. Sono soprattutto le comunità locali e chi vive ogni giorno il territorio a beneficiarne. In molti casi questi beni generano posti di lavoro; in altri, diventano luoghi preziosi per le scuole, che li usano nei percorsi di alternanza scuola-lavoro. Un vero privilegio: in modo semplice ma potente, i giovani vengono coinvolti e diventano pian piano consapevoli di cosa significhi battersi per la legalità, cosa significhi davvero riutilizzare un bene confiscato e quali esternalità positive ne derivano.

Camilla ha intervistato imprenditori impegnati nella gestione di beni confiscati in diverse regioni: Sicilia, Calabria, Campania, Lombardia. Un’esplorazione a tutto campo, che ha restituito una ricca raccolta di testimonianze, accomunate da un approccio incentrato sulla partecipazione, sulla narrazione e sulla trasmissione di valori. Un’offerta rivolta non solo a studenti e giovani, ma anche ad adulti e turisti stranieri.

A proposito di studenti, sono infatti tantissimi i viaggi di istruzione incentrati sulla legalità. Un esempio importante è l’esempio di Il g(i)usto di viaggiare, promosso da Libera Terra Mediterraneo in collaborazione con tour operator come Palma Nana. Sono percorsi che si distaccano nettamente da un turismo folkloristico, dove ai turisti viene messa in testa una coppola e data in mano una finta lupara per la foto davanti al cartello di Corleone. 

Il Bene Ritrovato
Il Bene Ritrovato
Camilla Elisabetta Ghioni
Turismo responsabile e beni confiscati alla criminalità organizzata
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«Niente di tutto questo avviene nei viaggi organizzati da Palma Nana, Addiopizzo Travel, Goel e dalle cooperative aderenti a Libera. Nei loro itinerari i visitatori ascoltano storie vere, comprendono il fenomeno mafioso, le difficoltà ma anche i successi, scoprono la voglia di riscatto di tante persone, soprattutto giovani», racconta Camilla Ghioni e continua: «Anche per me, che ho partecipato sia a un viaggio di istruzione a Palermo che a tour guidati di Addiopizzo Travel [il tour operator lanciato da Addiopizzo che porta i turisti a scoprire i luoghi simbolo della lotta alla mafia, ndr], l’impatto emotivo è stato fortissimo. E questo è un bene: è il primo passo verso la consapevolezza. La forza sta tutta nello storytelling: ascoltare le guide, i cooperatori, chi ha fatto una scelta di vita gestendo un bene confiscato».

La narrazione, come sottolinea anche Ghioni, deve essere autentica e capace di superare stereotipi e pregiudizi. Solo così può toccare profondamente e rendere visibile il valore umano, sociale e culturale di queste esperienze. Oggi si parla molto di turismo e in particolare si cerca l’autenticità. Ma la vera svolta sta nel come viaggiamo, non solo nel dove andiamo. Parlare di turismo sostenibile e responsabile non è semplice, soprattutto perché viaggiare, di per sé, non è una pratica sostenibile. Per questo è fondamentale farlo con consapevolezza. Il rischio è che si pensi al turismo responsabile come a un “genere” tra gli altri: culturale, balneare, montano… invece dovrebbe essere un comportamento trasversale, che accompagna ogni nostra scelta da viaggiatori.

Turismo alla scoperta dei beni confiscati per scoprire l'Italia che reagisce alle mafie
Un’esperienza i viaggio proposta a Addiopizzo Travel

I percorsi incentrati sulla legalità si adattano a tutti questi contesti. Chi viaggia può trovare esperienze culturali, naturalistiche, gastronomiche, tutte connesse da un filo rosso: il rispetto del territorio e della comunità. Negli itinerari promossi da Cultura contro camorra – realtà che promuove la costruzione di una rete della società civile e delle istituzioni contro la criminalità organizzata – per esempio, si visitano luoghi storici come l’Anfiteatro Romano di Caserta o la Reggia di Caserta, si dorme in beni confiscati, si partecipa a degustazioni di vini e prodotti tipici, tutto nel pieno rispetto dei valori del turismo responsabile.

La comunità locale, racconta Camilla Ghioni, è spesso consapevole del valore del riutilizzo di un bene confiscato, anche se permangono criticità legate ai lunghi tempi tra sequestro e assegnazione. L’esperienza del riutilizzo dei beni confiscati dunque è molto più di un’azione di legalità: è un’occasione di sviluppo, di comunità e di racconto. Ed è soprattutto un invito, rivolto a tutti noi, a scegliere di viaggiare in modo più consapevole e responsabile. Il libro è stato presentato per la prima volta a Fa’ La Cosa Giusta 2025 e sarà ancora protagonista in molte occasioni, tra cui la presentazione a Reggio Emilia, presso l’Ostello della Ghiara, il 23 maggio, nell’anniversario della strage di Capaci.