Chi sceglie l’assicurazione etica? I dati dal Bilancio del Bene Comune di CAES
Il Bilancio del Bene Comune 2024 di CAES racconta numeri e relazioni di una rete di oltre 9.100 clienti tra associazioni, cooperative, famiglie e professionisti.

Nel settore assicurativo si parla spesso di sostenibilità, ma raramente si approfondisce un aspetto essenziale: chi viene assicurato, come e secondo quali logiche. Il Consorzio CAES – realtà mutualistica attiva da quasi trent’anni nel campo dell’economia solidale – propone un’alternativa che sposta il baricentro: un’assicurazione etica che non parte dal prodotto, ma dalla relazione.
CAES pubblica ogni anno il Bilancio del Bene Comune, uno strumento di rendicontazione che mette al centro valori come giustizia sociale, sostenibilità e partecipazione. A differenza dei bilanci tradizionali, questo documento si ispira all’approccio dell’Economia del Bene Comune e valuta le attività attraverso indicatori che uniscono dati e visione. Il tema “D” del bilancio, quello dedicato ai clienti, racconta non solo numeri ma relazioni, offrendo uno spaccato sul tipo di comunità che sceglie questo modello assicurativo. Da lì parte questo sguardo su una rete in espansione che parla non solo di numeri, ma di senso.
Una rete eterogenea unita dai valori
Nel 2024 CAES ha assicurato oltre 9.100 soggetti in tutta Italia, fra organizzazioni del Terzo Settore, enti pubblici locali, imprese e cittadini. Una parte consistente dei clienti proviene da ambiti spesso sottorappresentati nel mercato assicurativo tradizionale: cooperative sociali, associazioni, gruppi di acquisto solidale, realtà agricole di prossimità. I dati del bilancio registrano 2.668 associazioni, 323 cooperative sociali, 34 fondazioni, 21 altri enti non profit, 209 piccole imprese o enti locali e 5.859 persone fisiche. I privati rappresentano circa il 64% del totale, seguiti dalle associazioni (quasi 30%) e dalle cooperative (circa 3%).

CAES assicura circa il 2,2% delle cooperative sociali italiane e quasi l’1% di tutte le associazioni attive sul territorio nazionale, con un doppio radicamento tra economia solidale e cittadinanza. Numeri che riflettono una vocazione trasversale: da un lato il mondo collettivo, dall’altro singoli cittadini, famiglie e professionisti. Non una quota di mercato ampia in termini assoluti, ma una penetrazione significativa in contesti spesso ignorati dalle grandi compagnie assicurative.
Un ecosistema in espansione
Il Bilancio del Bene Comune 2024 mostra anche una dinamica positiva: la base clienti cresce sia in termini di polizze attive che di nuova produzione. Nel ramo auto, le polizze in essere sono aumentate del 19,9%, negli altri rami dell’11,3%, e le nuove polizze auto del 28,4% rispetto all’anno precedente. Il saldo tra polizze acquisite (16,75%) e cessate (6,52%) conferma una tendenza attiva alla crescita, con nuovi ingressi nettamente superiori alle uscite.

I canali di acquisizione parlano chiaro: oltre un terzo dei nuovi clienti arriva da reti valoriali e partnership, un altro 10% da passaparola diretto. Anche se quasi la metà non indica una fonte specifica, emerge il ruolo decisivo delle relazioni nel portare nuovi assicurati. La relazione con chi sceglie CAES si consolida nel tempo: pur senza premi fedeltà o incentivi, molti clienti rinnovano la polizza anno dopo anno. È un dato che racconta più il valore della fiducia costruita nel tempo che una strategia di fidelizzazione tradizionale.
Più che clienti: relazioni costruite nel tempo
CAES non vende polizze standard, ma costruisce percorsi assicurativi su misura, partendo dall’ascolto e dalla condivisione dei bisogni reali. Anche in caso di premi contenuti o richieste complesse, la logica rimane relazionale e non commerciale. Questa impostazione è incompatibile con la logica di scala del settore, ma pienamente coerente con una visione mutualistica e senza fini di lucro.
La cura continua dopo la stipula: gestione diretta dei sinistri, consulenze legali, materiali accessibili, glossari e strumenti divulgativi per capirci davvero qualcosa. Molti clienti arrivano su consiglio di realtà affini come cooperative, associazioni, GAS, banche etiche: la reputazione non si compra, si trasmette.

L’assicurazione etica come leva di trasformazione
CAES è una realtà piccola in un mercato dominato dai colossi, ma rappresenta un modello che cresce per coerenza, non per spinte pubblicitarie. Lo mostra una comunità assicurata che aumenta non per automatismi, ma per prossimità valoriale e qualità della relazione. Trasparenza, rinuncia alle reti provvigionali, ascolto e personalizzazione: CAES non è solo un intermediario, ma un attore politico nel mondo della protezione.
In un’epoca in cui le assicurazioni sono spesso viste come un obbligo opaco, esperienze come questa riaprono uno spazio umano e comprensibile attorno alla tutela. Non sarà un modello universale, ma dimostra che un’altro approccio assicurativo è possibile – e per molte persone già oggi è una realtà concreta.
Informazioni chiave
Chi sceglie CAES
Oltre 9.100 soggetti tra privati, associazioni e cooperative scelgono una protezione assicurativa fondata su valori condivisi.
Relazione prima del prodotto
CAES costruisce la polizza a partire dai bisogni reali delle persone, rifiutando logiche commerciali aggressive.
Fiducia che si rinnova
Il tasso di rinnovo e l’aumento delle nuove polizze confermano un modello basato sulla qualità della relazione.
Numeri con un senso
I dati del Bilancio del Bene Comune mostrano che trasparenza, mutualità ed economia solidale possono funzionare anche nel settore assicurativo.
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