4 novembre: “La scuola non si arruola”. Ma il Ministero cancella il corso sul disarmo
Il corso di formazione “La scuola non si arruola” contro la militarizzazione dell’educazione a cui avevano aderito più di 1200 docenti è stato annullato dal Ministero.
“Contro la militarizzazione della cultura, contro il riarmo e le politiche di guerra”. È questo il claim del corso “La scuola non si arruola“, organizzato da CESTES – Centro Studi Trasformazioni Economico-Sociali e dall’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università e calendarizzato simbolicamente oggi, martedì 4 novembre, festa delle forze armate.
Con la legge 27 del 1 marzo 2024 è stata infatti istituita, ogni 4 novembre, la Giornata dell’unità nazionale e delle forze armate, “data in cui i/le docenti delle scuole di ogni ordine e grado vengono invitati/e ad accompagnare i propri studenti e studentesse a celebrazioni che esaltano i valori della patria e del sacrificio, con particolare riferimento al primo conflitto mondiale”.
L’Osservatorio controbatte sottolineando che “simili celebrazioni rappresentano un ulteriore passo avanti rispetto al processo di normalizzazione della guerra, in un contesto Europeo e mondiale che, con i progetti di riarmo e l’investimento di ingentissime risorse nella difesa e nella sicurezza, avrà presto ripercussioni dirette sulle spese sociali, sul welfare, sull’istruzione, sulla sanità”.
Proprio in data odierna, per diffondere un messaggio incentrato su pace, disarmo e solidarietà, CESTES e Osservatorio hanno proposto il corso di formazione online “La scuola non si arruola”, che prevede una decina di interventi su temi come la diffusione della cultura della pace, la militarizzazione dell’informazione e, per rimanere agganciati all’attualità, il coinvolgimento del nostro paese nel genocidio e la campagna di boicottaggio BDS.
Ma pochi giorni fa è intervenuto il Ministero dell’Istruzione per cancellare il corso – per la precisione non ne ha vietato lo svolgimento, anche perché non può farlo, ma ha decretato che esso non sarà riconosciuto ai fini dell’aggiornamento professionale –a cui si erano già iscritti circa 1200 docenti, spiegando che la decisione “non è coerente con le finalità di formazione professionale presentando contenuti e finalità estranei agli ambiti formativi riconducibili alle competenze dei docenti”.
Fra i tanti che hanno contestato il provvedimento anche la Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL: “Le motivazioni dell’annullamento sono risibili e ritirare l’accreditamento per la presunta estraneità agli ambiti formativi riconducibili alle competenze professionali dei docenti significa ignorare valori come quello della Pace espresso nella nostra Carta Costituzionale”.
Vuoi approfondire?
Leggi la nostra intervista ad Antonio Mazzeo sulla militarizzazione delle scuola.






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