Morti in carcere da record nel 2024: proteste contro il DDL Sicurezza
Nel 2024 si è registrato un nuovo record di morti in carcere. Mentre aumenta l’emergenza, il DDL Sicurezza introduce pene più dure anche per chi protesta.

Morti in carcere da record nel 2024: 243 persone hanno perso la vita, di cui 88 per suicidio, segnando un triste primato storico . Il tasso di sovraffollamento ha raggiunto il 132,6%, con picchi del 225% in istituti come San Vittore.
In questo contesto critico, il Parlamento ha approvato il cosiddetto “Decreto Sicurezza”, che introduce nuove misure restrittive. Tra le novità, l’introduzione del reato di “rivolta penitenziaria”, che prevede pene fino a 6 anni per chi partecipa a proteste in carcere, anche in forma non violenta . La norma ha suscitato preoccupazioni tra le associazioni per i diritti umani, che temono una criminalizzazione delle proteste pacifiche e un ulteriore deterioramento delle condizioni detentive.
La rete “Liberi/e di Lottare” ha rilanciato l’allarme, sottolineando come queste misure colpiscano principalmente le persone più vulnerabili, spesso detenute in attesa di giudizio e provenienti da contesti di marginalità sociale . Secondo il rapporto “Senza respiro” di Antigone, il 26,5% dei detenuti è ancora in attesa di sentenza definitiva, con una percentuale che sale al 28% tra gli stranieri.
Le proteste contro il decreto si sono intensificate, con manifestazioni in diverse città italiane e appelli da parte di organizzazioni nazionali e internazionali, tra cui le Nazioni Unite e Amnesty International, che hanno espresso preoccupazione per le possibili violazioni dei diritti umani.
Ieri inoltre una rivolta è scoppiata nel carcere di Marassi, a Genova. Secondo quanto riportato, diversi detenuti si sono barricati nei corridoi della terza sezione del penitenziario, lanciando oggetti e dando vita a disordini durati ore, che hanno portato al ferimento di almeno cinque agenti di polizia penitenziaria.
L’episodio è solo l’ultimo di una lunga serie di proteste e tensioni esplose negli ultimi mesi, soprattutto con l’avvicinarsi del periodo estivo, notoriamente il più critico per il sovraffollamento e il disagio psicofisico all’interno delle strutture.
Commenta l'articolo
Per commentare gli articoli registrati a Italia che Cambia oppure accedi
RegistratiSei già registrato?
Accedi