L’IA di Google diminuisce traffico e visibilità dei giornali. Un gruppo di editori indipendenti presenta un esposto
Un nuovo esposto contro Google. L’AI Overview diminuisce traffico e visibilità sui siti web di informazione.
Un gruppo di editori indipendenti ha presentato un esposto contro Google: l’AI Overview, l’anteprima generata con l’intelligenza artificiale che Google propone come primo risultato di ricerca, basata sui modelli Gemini, avrebbe generato un calo del traffico sui rispettivi siti web. Questa funzione è stata introdotta nel 2024 prima negli Stati Uniti e poi in Europa. Secondo il gruppo Independent Publishers Alliance, che ha presentato un’istanza alla Commissione Europea e all’autorità britannica, la funzione di panoramiche AI contiene informazioni prelevate dai siti web senza permesso, “il che ha causato e continua a causare danni significativi agli editori, in termini di traffico, lettori e perdite di fatturato”.
“Gli editori che utilizzano la ricerca Google non hanno la possibilità di negare che il loro materiale venga acquisito per l’addestramento”, prosegue il gruppo di editori indipendenti, “o analizzato per i riepiloghi con l’AI, senza perdere la possibilità di comparire nella pagina dei risultati di ricerca generali”.
Il documento di denuncia, datato 30 giugno 2025 e visionato da Reuters, chiede misure urgenti per evitare danni «irreparabili» al settore dell’editoria. Secondo l’Independent Publishers Alliance, le AI Overviews tolgono visibilità e traffico alle fonti originali. Il risultato è una perdita significativa in termini di lettori e ricavi pubblicitari per gli editori.
Goolge si difende affermando di contribuire al traffico dei siti web con miliardi di clic al giorno. Secondo il colosso, le nuove esperienze basate su AI creerebbero infatti maggiori opportunità di scoperta. L’esposto del gruppo Independent Publishers Alliance non è l’unico. A febbraio 2025 anche l’azienda di formazione online, Chegg, ha accusato Google di violare la legge antitrust, minando la capacità di competizione degli editori, con conseguente calo di visitatori e abbonati.
Che l’AI stia rivoluzionando il mondo dell’editoria non ci sono dubbi, il suo utilizzo sta suscitando parecchi dibattiti tra opportunità e minacce, vantaggi e rischi su giornali e libri, tra efficienza, creatività e tutela del diritto d’autore. A fine 2023 il New York Times aveva fatto causa a Microsoft e OpenAI per aver violato il copyright avendo addestrato ChatGpt con materiali estratti dagli articoli del quotidiano senza consenso.
Altri editori, invece, si sono accordati con i colossi dell’AI per l’utilizzo dei dati dietro pagamento. Financial Times, News Corp., Condé Nast e lo stesso New York Times hanno trovato un accordo con Amazon. In Italia hanno fatto questa stessa scelta il Corriere della Sera e Gedi, mentre Class Editori ha sviluppato autonomamente il proprio sistema di intelligenza artificiale generativa.







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