Alberi in città contro il caldo: da Bologna a Torino, cosa fanno i Comuni italiani?
L’ondata di caldo di questi giorni sta mettendo a dura prova le strategie di adattamento climatico delle aree urbane italiane. Alcuni Comuni, come quello di Bologna, corrono ai ripari installando alberi in città.

110 alberi in città nelle piazze più frequentate di Bologna per offrire ombreggiatura alle persone spossate dall’ondata di caldo che si protrae ormai da giorni. Le piante – aceri, ligustri, carpini – saranno posizionate in vasi. È l’iniziativa del capoluogo emiliano per contrastare gli effetti negativi della scarsa presenza di verde urbano: Bologna infatti non ha ottenuto un punteggio molto alto nella classifica stilata da Legambiente sulla presenza di alberi in città – solo 21 ogni cento abitanti nella città felsinea, meno di Torino (47) e Milano (37), ma più di Roma, Napoli e Palermo.
Torino è l’unica città italiana presente – al 24° posto – nella classifica di Treepedia, che monitora il verde urbano nelle principali città del mondo utilizzando un algoritmo combinato con le immagini di Google Street View. Qui la superficie verde è il 16,2% di quella urbana, un dato che rimane comunque basso considerando che la primatista – Tampa, in Florida – ne ha più del doppio – il 36,1%. Secondo Legambiente i centri dell’Europa meridionale hanno percentuali minori di verde rispetto a quelle del nord: in Svezia e Finlandia non si scende sotto i 50 mq/abitante mentre in Italia non si va oltre i 20, con aree in cui ci sono meno di 4 mq/abitante di superficie verde.
Eppure gli alberi in città sono fondamentali per il contributo che potrebbero dare al contenimento delle temperature sempre più elevate determinate dal riscaldamento globale e alle strategie di adattamento climatico. Fra le varie funzioni che svolgono ci sono l’assorbimento di CO2 – che è climalterante –, l’ombreggiatura, il filtraggio delle polveri sottili e l’arricchimento e protezione del suolo. Senza contare gli effetti positivi sul fisico e sulla psiche degli esseri umani. Secondo il neuroscienziato e studioso degli alberi Stefano Mancuso, la politica urbanistica italiana è molto miope: «Bisogna capire che siamo di fronte a una emergenza», osserva. «Tanti anni fa sembrava impossibile creare isole pedonali. Ora le hanno tutti i centri storici».
Queste considerazioni sono suffragate anche dai dati raccolti da Legambiente. Per quanto riguarda Milano ad esempio, la temperatura media estiva superficiale, rilevata alle 10 del mattino, è di 33.9 °C in aree arborate, mentre raggiunge i 36.5 °C in aree non arborate. Questo perché “non solo le loro chiome creano un forte ombreggiamento, ma tramite il processo di evapotraspirazione, il corrispettivo arboreo della sudorazione umana, espellono acqua per raffreddarsi, che quando evapora riduce ulteriormente la temperatura dell’area circostante. In corrispondenza delle zone maggiormente cementificate e con meno alberi, si creano più facilmente aree note come isole di calore, più calde rispetto alle circostanti zone limitrofe periferiche e rurali”.
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