16 Maggio 2025 | Tempo lettura: 7 minuti
Ispirazioni / Io faccio così

Strade Maestre: un anno di scuola in cammino in cui l’aula diventa il sentiero

Il progetto educativo Strade Maestre prevede un anno scolastico “on the road”, con gli insegnanti che diventano anche guide escursionistiche. Ci siamo fatti raccontare questa esperienza da due persone che l’hanno vissuta, una studentessa e un docente.

Autore: Angela Giannandrea
strade maestre

Un progetto educativo che permette agli studenti che frequentano gli ultimi tre anni delle scuole superiori di seguire un anno scolastico fuori dalle quattro mura della scuola tradizionale accompagnati da adulti che fanno sia da guide che da insegnanti. Si tratta di Strade Maestre, un progetto promosso dalla cooperativa sociale CamminaMenti. L’ anno scolastico 2024/2025, primo anno in cammino per l’Italia, ha visto la partecipazione di otto studenti, non solo italiani.

Anna Scaramucci, una delle studentesse partecipanti al progetto e quest’anno maturanda, mi racconta della sua esperienza: «Ho deciso di prendere parte all’iniziativa perché è un progetto unico, che mi avrebbe permesso di fare tante esperienze che non avrei più fatto perché quest’anno ho gli esami di maturità. Lo consiglio anche ad altri ragazzi e ragazze perché è molto formativo su più fronti: insegna a diventare più autonomi, più responsabili nella gestione e qualità dello studio e del tempo per sé, che è comunque poco dovendo trascorrere insieme agli altri 7 giorni su 7, 24 ore su 24».

Strade Maestre: un anno di scuola in cammino in cui l'aula diventa il sentiero

Chiedo ad Anna condividere con noi il suo punto di vista su come dovrebbe essere una scuola formativa e arricchente. «È quella che forma al 100% – dice – e che porta a conoscenza delle opportunità post-scuola non solo di lavoro ma anche di altre attività che molti giovani non conoscono. La scuola statale, per alcuni aspetti, mi ha fatto perdere la voglia di studiare; quest’anno invece, con Strade Maestre l’ ho riscoperta perché devi essere tu responsabile di te stessa e libera di decidere in autonomia quando studiare, fare lezione o gestire il tempo libero. La buona scuola è quella che aiuta a riscoprire le proprie passioni».

«Fino all’anno scorso ragionavo nell’ottica che dovevo prima studiare e poi andare a fare sport. Era un sacrificio, un dovere. Quest’anno invece faccio tutto con piacere», aggiunge Anna, che prosegue raccontandomi un aneddoto significativo dell’esperienza vissuta in giro per l’Italia. «In Sicilia durante Strade Maestre abbiamo incontrato un signore che stava lavorando in un campo di sua proprietà e ci ha invitati a entrare nel suo orto offrendoci finocchi e bottiglie di vino di sua produzione. Ci ha fatto molto piacere perché è simbolo di gentilezza e di accoglienza verso persone che non si conoscono».

E cosa pensano i docenti e guide, alla luce di questo primo anno scolastico in cammino? L’ ho chiesto a Massimo Paolocci, non solo docente e guida, ma anche artefice, insieme a Marco Saverio Loperfido, dell’idea  di un modo alternativo di fare scuola con la pratica del cammino. Grazie alla partecipazione di Nicolò Gori Sassoli poi, quell’idea è diventata realtà  con la nascita di Strade Maestre. «Essere una guida-insegnante – racconta Marcello – significa saper lasciare spazio allo stupore, al silenzio, alla fatica, ai legami che nascono, alle trasformazioni sottili».

Strade Maestre: un anno di scuola in cammino in cui l'aula diventa il sentiero
Momento di studio durante Strade Maestre

«Il nostro è un ruolo dinamico, vivo, in cui si cresce insieme: chi guida, chi insegna, chi cammina. Si tratta di una figura nuova, che sta nel mezzo tra l’accompagnare e l’educare. Questa integrazione è solo una parte del quadro perché quando si è in cammino con ragazze e ragazzi per 24 ore, per settimane o mesi, il ruolo si espande. Bisogna essere un po’ genitori, altre volte amici, altre ancora osservatori silenziosi o punti fermi. Ogni situazione richiede un’attivazione diversa e la sfida – ma anche la bellezza – sta proprio lì, nell’ascoltare il momento, attingere alle competenze e cercare la risposta adatta.

Con Strade Maestre migliorano sia il rendimento che l’entusiasmo. E non è solo una questione numerica legata al fatto che il gruppo è più piccolo rispetto a una classe tradizionale. La differenza sostanziale è che camminando insieme, condividendo tempo, fatica, bellezza e anche piccoli disagi quotidiani, si crea un rapporto più profondo, più autentico. Si abbattono le barriere formali che spesso esistono tra docente e studente e si entra in una relazione più orizzontale, fondata su fiducia e conoscenza reciproca. Stare insieme tante ore al giorno permette di vedere l’altro nella sua interezza. Gli studenti non vedono più solo l’insegnante nel suo ruolo, ma la persona.

«E lo stesso vale per noi», aggiunge Marcello. «Possiamo cogliere sfumature dei ragazzi e delle ragazze che difficilmente emergerebbero tra i banchi. Questo clima favorisce un apprendimento più autentico e motivato. Durante Strade Maestre i contenuti si legano all’esperienza vissuta, il sapere si fa concreto, radicato nel corpo e nelle emozioni. E così cresce anche l’entusiasmo perché quello che si impara ha un senso, un contesto, una connessione con la vita». In questo tipo di relazione educativa anche il docente cambia: impara a mettersi in ascolto, a modulare il suo ruolo, a restare flessibile. Ed è proprio questa flessibilità che permette di generare un ambiente fertile, dove davvero si può crescere insieme.

Strade Maestre: un anno di scuola in cammino in cui l'aula diventa il sentiero
Pranzo condiviso

«L’esperienza di Strade Maestre è stata una palestra relazionale, un viaggio anche dentro di me, fatto di osservazione, cura, pazienza e adattamento. In questo cammino ogni persona ha portato qualcosa di sé: che fosse una competenza, una visione, una fragilità, una forza. E tutto è stato messo a disposizione del gruppo, in modo autentico. In questo scambio ho imparato tanto, sia a livello professionale che umano». 

Ho chiesto anche a Marcello come dovrebbe essere strutturato il modello scolastico a suo avviso. «Nella mia visione la scuola – risponde – è quella che prepara i ragazzi e le ragazze a diventare cittadini e cittadine responsabili, consapevoli delle proprie azioni e capaci di orientarsi nel mondo con spirito critico, empatia e curiosità. È una scuola che non si limita a trasmettere nozioni, ma che insegna a leggere la realtà, a porsi domande, a riconoscere la complessità. Una buona scuola educa al pensiero, alla relazione, al rispetto di sé, per gli altri e l’ ambiente. È quella che parte dallo studio del passato per aiutare a comprendere meglio il presente, e offrire strumenti per immaginare e costruire il futuro».

Secondo il docente-guida di Strade Maestre, la scuola deve essere un luogo vivo, che stimoli il desiderio di apprendere, che valorizzi le differenze e accompagni ogni studente e ogni studentessa nel proprio percorso, senza cercare di omologare. Una scuola che non abbia paura di uscire dai confini dell’aula, di sporcarsi le mani, di portare il sapere nel mondo reale. È quella che lascia un segno duraturo: non solo nella mente, ma anche nel cuore. Quella che non si dimentica perché, in qualche modo, contribuisce a formare persone intere.

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In un momento storico in cui i ragazzi e le ragazze spesso faticano a trovare contesti stimolanti e relazioni significative, vivere in gruppo per un lungo periodo condividendo fatica e bellezza crea legami e apprendimenti che vanno ben oltre qualsiasi programma scolastico. C’è una potenza educativa nell’approccio di Strade Maestre – patrocinato dall’ AIGAE e dal CAI, con il sostegno di diverse realtà associative e non solo, tra cui l’Agesci – che è difficile da spiegare fino in fondo se non la si vive. Il progetto è seguito da consulenti specializzati come psicologici, sociologi e pedagogisti, che all’occorrenza intervengono anche per gestire le dinamiche di gruppo

«È un’educazione che passa dal corpo, dal cammino, dal confronto quotidiano, dalla natura e dall’imprevisto», conclude Marcello Paolocci. «Ed è proprio qui che risiede la vera forza di questo progetto pioneristico, in cui la sostenibilità economica rappresenta la principale criticità ma con l’esperienza e la crescita della rete si creeranno inevitabilmente delle economie di esercizio: risorse condivise, metodologie affinate, percorsi più fluidi e replicabili».

Informazioni chiave

Sinergie “on the road”

Il progetto Strade Maestre lanciato dalla cooperativa sociale CamminaMenti è appoggiato da importanti realtà del mondo del viaggio lento come CAI e AIGAE.

Un’esperienza formativa per tutte le persone

Un anno di scuola in cammino è un’esperienza forte e innovativa non solo per studenti e studentesse, ma anche per il corpo docente, che si mette in gioco in prima persona.

Idee per un nuovo approccio

Da questo progetto vengono molte suggestioni per migliorare il modello educativo, dal ripensamento del rapporto studente-insegnante allo sviluppo delle autonomie.

Economie di scala

Man mano che prende piede e partecipano sempre più persone, crescono anche la sostenibilità economica e la replicabilità del progetto.